Pubblicato da Elena Bigoni
Cari lettori, oggi vi parliamo di un libro edito dalla casa editrice Dalai e uscito agli inizi di maggio. Un libro che si legge tutto d’ un fiato, ma che personalmente non mi ha fatto impazzire. Parlo de Il bambino che cadde sulla terra di Kathy Lette
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RECENSIONE A volte ci capitano tra le mani libri di cui riconosciamo il valore intrinseco ma che proprio non riusciamo a digerire. Il bambino che cadde sulla terra è proprio uno di questi. Probabilmente i miei gusti non vanno incontro a questo tipo di letture, e in parte me ne dispiaccio, perché ho trovato l’idea alla base e lo stile dell’autrice molto interessanti e frizzanti. La storia non è forse delle più semplici da raccontare e l’autrice sceglie di usare un genere e un registro linguistico che non sono riuscita ad apprezzare in pieno.
La protagonista del libro è Lucy, madre di un ragazzo portatore della sindrome di Asperger, abbandonata dal marito incapace di accettare la diversità del figlio. Lucy deve affrontare il mondo da sola, quel mondo popolato dalle cosiddette persone normali che, dalle istituzioni alla gente comune, le rema letteralmente contro. È la storia di una donna che cerca dopo anni di sacrificio di non essere solo madre ma anche donna, trasformazione che passa anche attraverso il desiderio di trovare un uomo con cui condividere un po’ di tempo in relax.
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Lo stile dell’autrice è fluido, divertente, ironico e frizzante. Ogni suo personaggio è perfettamente caratterizzato e molte delle situazioni in cui la protagonista si trova invischiata (nel tentativo di dare una svolta alla sua vita personale) riescono a strapparti un sorriso. Nonostante questo, il libro non mi è piaciuto: troppo spesso l’autrice esagera con la sua ironia. Ironia che appare calibrata e divertente in alcuni momenti, ma tende a disperdersi quando l’autrice sceglie di usarla di continuo risultando a lungo andare stancante e decisamente meno divertente.
I comportamenti dei personaggi in alcuni momenti sono, a mio parere al limite dell’assurdo specialmente quelli della protagonista, ma non solo. La Lette sembra voler ricalcare un certo tipo di chick-lit dove alla protagonista ne capitano di tutti i colori. Ed è proprio in questo che il libro si snatura, diventando in alcuni passaggi troppo forzato per non dire insensato. Una protagonista che ho apprezzato nelle prime pagine, ma che ha cominciato col tempo a diventarmi profondamente antipatica, con comportamenti forzatamente inutili e, a mio parere, irrealistici. Non mi aspettavo e non volevo assolutamente un libro melodrammatico, ma nemmeno così privo di pathos e trasporto emotivo. Inoltre la trama spesso appare piatta e il finale un mezzo mix di banalità e assurdità. L’autrice inoltre, tentando di creare un’atmosfera tra il frizzante e l’umoristico, ben presto diventa logorante al punto che sul finale di divertente non c’è molto se non la parola fine.
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