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Recensione "Il bambino che cadde sulla terra" di Kathy Lette

Creato il 19 agosto 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Elena Bigoni

Cari lettori,  oggi vi parliamo di un libro edito dalla casa editrice Dalai e uscito agli inizi di maggio. Un libro che si legge tutto d’ un fiato, ma che personalmente non mi ha fatto impazzire. Parlo de Il bambino che cadde sulla terra di Kathy Lette

Titolo: Il bambino che cadde sulla luna Autore: Kathy Lette Casa editrice: Dalai Genere: Narrativa Costo: € 15,90 Pagine: 288 Data di pubblicazione: 28 marzo 2013 Trama: Da quando il padre di Merlin, Jeremy, se n'è andato, subito dopo la diagnosi di autismo, Lucy ha fatto del figlio il centro del suo mondo. Alle prese con le gioie e le difficoltà di crescere un bambino eccentricamente adorabile, ma impegnativo (se soltanto Merlin fosse arrivato con un manuale di istruzioni!), Lucy non ha tempo per altri uomini nella propria vita, perciò perché darsi la pena di cercarne uno? Quando Merlin compie dieci anni, Lucy comincia seriamente a preoccuparsi che il Papa possa contattarla per chiederle suggerimenti in materia di castità, perciò decide di rimettere piede (per quanto il pedicure lasci a desiderare) nel mondo degli uomini. Ma a causa della bizzarria di Merlin, le cose non vanno come aveva immaginato. Tuttavia, proprio quando Lucy sta per rassegnarsi a una vita da single, ecco che Archie - il più perfetto, per lei e per suo figlio, degli uomini imperfetti - bussa alla sua porta. E lo stesso fa Jeremy, pronto a implorare perdono e una seconda possibilità... Di cosa ha bisogno Lucy? Di un vero padre per Merlin o di un compagno affidabile per se stessa?
RECENSIONE A volte ci capitano tra le mani libri di cui riconosciamo il valore intrinseco ma che proprio non riusciamo a digerire. Il bambino che cadde sulla terra è proprio uno di questi. Probabilmente i miei gusti non vanno incontro a questo tipo di letture, e in parte me ne dispiaccio, perché ho trovato l’idea alla base e lo stile dell’autrice molto interessanti e frizzanti. La storia non è forse delle più semplici da raccontare e l’autrice sceglie di usare un genere e un registro linguistico che non sono riuscita ad apprezzare in pieno.

La protagonista del libro è Lucy, madre di un ragazzo portatore della sindrome di Asperger, abbandonata dal marito incapace di accettare la diversità del figlio. Lucy deve affrontare il mondo da sola, quel mondo popolato dalle cosiddette persone normali che, dalle istituzioni alla gente comune, le rema letteralmente contro. È la storia di una donna che cerca dopo anni di sacrificio di non essere solo madre ma anche donna, trasformazione che passa anche attraverso il desiderio di trovare un uomo con cui condividere un po’ di tempo in relax.

Il bambino che cadde sulla terra ha un doppio intento: quello di divertire e affrontare con leggerezza la vita quotidiana di chi vive accanto ad un ragazzo con la sindrome di Asperger. Mostrando in una prospettiva diversa questo mondo, il lettore infatti, grazie all’utilizzo della prima persona vive la vita di Lucy dall’interno, i suoi lati più difficoltosi ma anche quelli ricchi di vitalità e bellezza. Un scelta questa che permette una forte empatia con il protagonista che sin dall’inizio commuove e colpisce per la forza d’animo con cui cerca di combattere le avversità di ogni giorno.

È chiaro sin dalla prime battute che il libro è molto sentito dall’autrice, madre lei stessa di un ragazzo con la medesima sindrome. Lo si vede nella sua capacità di parlare in maniera frizzante ma competente della vita con un bambino diversamente dotato che trasuda dalle pagine. Nel desiderio e nel tatto con cui permette al lettore di entrare in contatto con una realtà ben diversa, dove la diversità diventa un dono, non solo un peso da sopportare.

Lo stile dell’autrice è fluido, divertente, ironico e frizzante. Ogni suo personaggio è perfettamente caratterizzato e molte delle situazioni in cui la protagonista si trova invischiata (nel tentativo di dare una svolta alla sua vita personale) riescono a strapparti un sorriso. Nonostante questo, il libro non mi è piaciuto: troppo spesso l’autrice esagera con la sua ironia. Ironia che appare calibrata e divertente in alcuni momenti, ma tende a disperdersi quando l’autrice sceglie di usarla di continuo risultando a lungo andare stancante e decisamente meno divertente.

I comportamenti dei personaggi in alcuni momenti sono, a mio parere al limite dell’assurdo specialmente quelli della protagonista, ma non solo. La Lette sembra voler ricalcare un certo tipo di chick-lit dove alla protagonista ne capitano di tutti i colori. Ed è proprio in questo che il libro si snatura, diventando in alcuni passaggi troppo forzato per non dire insensato. Una protagonista che ho apprezzato nelle prime pagine, ma che ha cominciato col tempo a diventarmi profondamente antipatica, con comportamenti forzatamente inutili e, a mio parere, irrealistici. Non mi aspettavo e non volevo assolutamente un libro melodrammatico, ma nemmeno così privo di pathos e trasporto emotivo. Inoltre la trama spesso appare piatta e il finale un mezzo mix di banalità e assurdità. L’autrice inoltre, tentando di creare un’atmosfera tra il frizzante e l’umoristico, ben presto diventa logorante al punto che sul finale di divertente non c’è molto se non la parola fine.


L'AUTRICE 

Kathy Lette, columnist per diverse testate e scrittrice di sit-com televisive in America e Australia, è approdata al successo internazionale con i suoi romanzi, tradotti in quattordici lingue. Vive a Londra con i due figli e il marito. Ambasciatrice per Women and Children First, Plan International e White Ribbon Alliance, nel 2010 ha ricevuto una laurea honoris causa dalla Solent Southampton University. Per Baldini&Castoldi ha pubblicato Come uccidere il marito (e altri utili consigli domestici) (2007) e Finché divorzio non ci separi (2009).


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