Titolo: Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve
Autore: Jonas Jonasson
Editore: Bompiani
Traduttore: Margherita Podestà Heir
ISBN: 978-8845270239
Num. Pagine: 446
Prezzo: 17.00€
Voto:
Trama:
Allan Karlsson compie cento anni e per l’occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna, con tutte le autorità. Allan, però, è di un’altra idea. Così decide, di punto in bianco, di darsela a gambe. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell’unico luogo dove la megera direttrice dell’istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Nell’attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo e troppo fiducioso che l’attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all’ingombrante valigia cui si accompagna, il giovane chiede ad Allan, con una certa scortesia, di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica. La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti. Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l’allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia. E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l’arzillo vecchietto. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino.
Recensione:
Un libro meravigliosamente delirante.
Svezia, un anziano, nel giorno del suo centesimo compleanno, decide bene di fuggire dalla casa di riposo in cui è stato spedito dai servizi sociali, lontano dalle grinfie della perfida Alice e dalle restrizioni che gli impediscono di bere il suo alcol che fa così tanto bene. È semplicemente così che inizia l’ennesima avventura di Allan, tra autobus, uomini ben poco raccomandabili, valigie piene di soldi e una matassa intricata che gli farà incontrare tanti nuovi amici lungo il cammino, sconosciuti gentili e soli che troveranno una bizzarra strada da seguire senza sapere bene dove si arriverà né tantomeno quando.
Un romanzo simpaticissimo, frizzante e divertente, una narrazione elegante e mai fuori luogo, semplice, comprensibile, scorrevole, esilarante; un protagonista assolutamente imprevedibile che mischia una buona dose di scaltrezza a tanta, tanta fantasia. I flashback che raccontano la vita di Allan dalla sua nascita ai giorni correnti è qualcosa di incommentabile, così incredibile eppure così normale da sembrare un paradosso senza fine, le sue vicissitudini con presidenti, capi di stato e generali sono comiche, gli espedienti per cavarsi d’impiccio, i trucchetti per salvarsi la pelle tutte le volte e tornarsene a bere un po’ di sana acquavite, un mosaico che ripassa la storia del 900 attraverso le tappe più importanti, e sempre col nostro eroe in mezzo a quella o a questa faccenda, in modi impossibili anche solo da immaginare.
Questa è un’opera briosa, movimentata e surreale che mischia la realtà di tutti i giorni e unisce le bizzarrie che la vita non può fare a meno di presentarci giorno dopo giorno, personaggi al limite del folle che riescono a trovare il loro perfetto equilibrio, aneddoti che strappano diversi sorrisi, e una trama complessiva esauriente e che non lascia scoperto nemmeno una singola frase.
È un libro che consiglio a chi ha voglia di ripassare la storia moderna con qualche risata, e a chi piace sognare di essere libero.