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[Recensione] Il cerchio capovolto 4 – Autori Vari

Creato il 11 novembre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Il cerchio capovolto 4 – Autori VariTitolo: Il cerchio capovolto 4
Autori: AA.VV.
Editore: I sognatori
Anno:
2013
ISBN:
9788895068275
Numero pagine: 104
Prezzo:
€ 8,90
Genere: Narrativa
Voto: [Recensione] Il cerchio capovolto 4 – Autori Vari

 

Contenuto: L’antologia raccoglie 10 racconti tra quelli selezionati in occasione dell’omonimo concorso bandito dalla casa editrice I sognatori, prima che prendesse piede il progetto che ha dato luogo alla Factory editorialeIl filo conduttore è la fine, declinata in diverse prospettive.

Per richiederlo: 

http://www.casadeisognatori.com/inostrilibri.html

Recensione: Passando in rassegna i singoli contributi, è Francesca Tibo ad aprire e chiudere l’antologia con i racconti Papavero rosso Il vento. Gli altri autori sono Rosalba Risaliti, Andrea di Meo, Alessandra Scifoni, Guido Marcelli, Andrea Tavernati, Gabriella Grieco, Ilaria Tuti e Verdiana Maggiorelli.

  1. Papavero rosso di Francesca Tibo

Il titolo contiene in sé un fortissimo richiamo. Non di uno, ma dei mille papaveri rossi di una famosa canzone. Il linguaggio è secco, essenziale e immediato, quello dei romanzi neorealisti. Il papavero rosolaccio è di quelli che cresce indisturbato ai bordi delle strade, o nei campi dissodati. È fiore della consolazione, ma anche dell’oblio e del sonno eterno. Il racconto traccia i contorni di un tempo lontano, quello della resistenza, pronto a venirci incontro se solo lo interroghiamo. La sorpresa è quella di un varco temporale che si apre davanti a noi, possibili partecipi dell’illuminazione rievocatrice di una verità eterna che ci riguarda.

2. Malalingua di Rosalba Risaliti

In Malalingua si entra in un universo distopico diviso tra coloro che vivono nel Dipartimento e quelli che abitano la Riserva. Vi è chi ha raggiunto la condizione di Adamo prima della caduta, non sembra conoscere il tempo e ha una concezione tutta sua della morte. Gli altri sono coloro che la vita la prendono di petto, soffrono, invecchiano e muoiono come Dio comanda. Non intendono combattersi o farsi la guerra; ciascuno in fondo vive attaccato a un inferno che non intende abbandonare, poco importa se assuma l’aspetto di un empireo artificiale e consolatorio. Come nel racconto precedente si profila un’intuizione, una illuminazione che però è lasciata cadere. Non è ammessa nessuna scomoda verità, e malevola è la lingua che la accenni, col rischio di instillare un dubbio che possa pregiudicare l’ordine costituito o, peggio, risvegliare una coscienza sopita.

 3. Il pollo immortale di Andrea Di Meo

Questo è un racconto che in qualche modo si collega al precedente: l’uomo da sempre si è lanciato alla ricerca della pietra filosofale, degli ingredienti dell’élisir di lunga vita, di un modo per circuire il tempo e sconfiggere l’abbraccio della morte. Responsabile di questo affanno è il suo essere cosciente, ma anche l’aver colto la differenza tra passato, presente, futuro. Si tratta di piccole verità elargite dalla ragione, grazie alle quali l’essere umano ha assunto il dominio del creato, rivelando la sua mortalità. Cosa non si darebbe per rimuovere, cancellare una verità scomoda e ritornare a una beata inconsapevolezza? Ebbene non un uomo ma un pollo godrà del frutto di una ricerca che nessuno sarà in grado di tramandare: inconsapevole della propria immortalità, non si struggerà, né si annoierà come gli dei immortali di Borges.

4. Una bionda per la vita di Alessandra Scifoni

L’esistenza di un cappello, scandita da un’inveterata abitudine tra birre e luoghi, è destinata a essere travolta da un nuovo inizio, verso un altrove che non immaginerebbe mai.

5. Congedi di Guido Marcelli 

Congedi racconta non uno, ma tre modi diversi di dare l’addio definitivo tra lotta, speranza e rassegnazione.

6. Neanche la morte di Andrea Tavernati

Il racconto tratta la dimensione personale di una ribellione a tutto campo, che ha un fine paradossale, quello di farsi vigile di una verità indecifrabile, incomprensibile ma sacra, custodita gelosamente e, come tale, inviolabile.

7. Il condannato di Gabriella Grieco

Una storia dal sapore kafkiano, se non fosse per una prospettiva particolare. Noi non ci riconosciamo nel destino di un ipotetico Josef K., per la sola ragione che ci troviamo dall’altra parte. Il lettore stesso appartiene alla famiglia dei carnefici e la Legge, insondabile per il condannato, è nelle sue mani, ne è il crudele interprete e non immagina la mostruosità della sentenza definitiva e inappellabile che, tramite essa, può pronunciare.

 8.  Le cavalline notturne di Brightonwood Manor di Ilaria Tuti

Una storia che sembra scritta da Lovecraft, da chi vuole mettere le mani in uno stupefacente segreto, ponendo in contatto un altro mondo con la “terra di mezzo”, quella abitata dagli uomini.

9.  Giusto per riprendermi la dignità di Verdiana Maggiorelli

È un racconto noir nel quale una coppia sogna, ciascuno per proprio conto, un finale alternativo che rigira nella mente: tornare indietro non si può, ma cambiare direzione sì. Due modi estremi per riprendersi la dignità.

10. Il vento di Francesca Tibo

Si racconta di un ottuagenario che non ha paura di morire. Alla sua età ha vissuto e visto tutto, tranne ciò che sta dall’altra parte. La sicumera iniziale cede il passo alla paura, non si sente preparato. Mi ha ricordato lo sguardo allucinato della donna condannata al rogo ne Il settimo sigillo  di Bergman. Chi legge non capisce – non saprà mai – cosa abbia visto il vecchio. Forse niente. È questo ad averlo terrorizzato?

Non lo facevo così brutto/ questo disgraziato istante/ma sulla fine della vita se ne dicono poi tante… (R. Vecchioni, Miracolo segreto – 2013).


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