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Recensione "Il circo dei gatti di Vishnu" di Ian McDonald

Creato il 04 aprile 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario

Cari lettori,
oggi vi presento un piccolo gioiello fantascientifico, un racconto di Ian McDonald, candidato al premio Hugo 2010, nel quale, ancora una volta, l'autore conferma a tutti gli appassionati del genere come non sia necessario dover far riferimento a tecnologie "diverse" e alternative a quelle attuali che debbano per forza provenire da altri pianeti, o da contatti con esseri alieni, per descrivere la possibilità di un futuro romanzato, ma sempre più prossimo, dove il cosiddetto "virtuale" potrebbe prendere il sopravvento sul mondo reale.
Titolo originale: Vishnu and the Cat Circus Genere: Fantascienza
Autore: Ian McDonald
Traduzione: Bruno Andrea
Editore: Delos Books
Collana: Odissea Fantascienza
Pubblicazione: Gennaio 2011
Pagine: 128
Prezzo: € 10,00
Trama: In un’India devastata dalla guerra civile interetnica si svolge la storia di Vishnu, un ragazzo geneticamente modificato per vivere il doppio del normale e in possesso di memoria eidetica. Vishnu cresce e si sviluppa più lentamente degli altri bambini, anche se il suo cervello è in grado di apprendere con una capacità estranea al resto dell’umanità. E le sue straordinarie doti (come quella di poter valutare in un attimo una situazione in tutte le sue più recondite interconnessioni) lo rendono una specie di “super-eroe” della diplomazia. Quando scoppia un conflitto Vishnu si rende conto che esiste un’intelligenza artificiale che controlla gran parte del pianeta attraverso nanocomputer grandi come granelli di polvere. La loro mira è rendere obsoleti quelli come lui, in un mondo in cui tutti stanno per diventare intelligenze artificiali proiettate a creare una gigantesca singolarità tecnologica universale.
RECENSIONE
"Sedetevi e vi racconterò una storia, la mia storia. Io sono Vishnu e sono stato progettato per essere un dio." Così il protagonista principale e narratore in prima persona di questo breve romanzo invita il lettore a fermarsi e ad ascoltare, seguendo la migliore tradizione indiana delle avventure in stile Mahābhārata, la sua storia.
Nato in seguito ad un'inseminazione artificiale modificata geneticamente e studiata a tavolino dai suoi genitori, affinché egli potesse essere in tutto e per tutto simile ad un dio, Vishnu scopre ben presto che le sue fantastiche doti - una sviluppatissima e rapida capacità di comprensione per persone e situazioni, e naturalmente un'intelligenza fuori dal comune, - sono in realtà limitate da quello che in teoria doveva essere un'ulteriore bonus rispetto ai normali essere umani, ovvero la capacità vivere il doppio, ovvero di invecchiare nel doppio del tempo: questa caratteristica che per i genitori, soprattutto per la madre, lo avrebbe reso ancora più simile ad una divinità (emblematica la scelta dei suoi nomi per i figli: dopo il "normale" primogenito Shiva, ecco Vishnu), lo limita soprattutto durante i primi anni di vita, quando, invece di riuscire a brillare per i suoi meriti, intrappolato in un corpo giovane la metà dei suoi anni reali, egli viene preso in considerazione solo per quello che rappresenta, un Bramino che grazie al matrimonio con Lakshmi, anche lei più frutto della genetica che dell'amore, potrebbedare il via ad una nuova razza di semidei con le loro stesse potenzialità, e forse con qualcosa in più ancora,un'evoluzione artificiale destinata a migliorare una società minata dalle guerre di potere e dominata dalla superficialità delle apparenze, un'India che sembra ormai aver scambiato la spiritualità perla tecnologia, i cui abitanti sembrano essere alla ricerca di eventi prevedibili e quindi rassicuranti, oppure di qualcosa o qualcuno che possa decidere al posto loro, avendo sembrerebbe perduto la fede in qualcosa di superiore, optando per le intelligenze artificiali o sulla speranza di poter manipolare la vita futura a proprio piacimento.
Ma Vishnu, con la sua superiore consapevolezza imprigionata in un corpo infantile, capisce subito che non è quella la "via" verso la libertà, tanto meno verso la sicurezza, e quello che percepisce gli fa temere anche per il suo futuro personale:
Divoravo notizie, tutte le notizie, qualsiasi tipo, in modo generico e senza pensarci, come se respirassi. Potevo guardare dodici schermi televisivi e riuscire a dire cosa stava succedendo in ognuno di loro, contemporaneamente dare una scorsa a un tavolo pieno di giornali e ripetere ogni articolo lettera per lettera; spesso lasciavo che gli aggiornamenti delle notizie mi arrivassero al cervello giorno e notte, irradiando la mia testolina con ciò che accadeva nel mondo... Le IA sono completamente diverse da noi; intelligenze che possono esistere in molti avatar, che possono spostarsi solamente replicandosi, non si muovono come me, che trascino la mia intelligenza espansa nella sfera di calcio del mio cranio. Avevamo buoni fucili, ma penso che la mia paura costante fosse, oggi le IA, domani i Bramini. Gli umani sono dèi assai gelosi.
Mentre il piccolo Bramino e sua moglie decidono di opporsi al fato disegnato dai loro genitori per il futuro, ricorrendo entrambe alla sterilizzazione, ed egli sceglie di entrare in politica, agendo sempre all'insegna della diplomazia e sfruttando per fini pacifici la sua speciale sensibilità, che gli permette di capire quali siano i veri sentimenti che albergano nel cuore delle persone, il fratello Shiva, che fin da bambini aveva covato un odio profondo nei suoi confronti, attentando addirittura alla sua vita, si lancia nella nanorobotica e promuove lo studio e l'applicazione di intelligenze piccole e leggere come granelli di polvere, esasperando ancora di più la dipendenza tecnologica del Paese, ormai non solo più fisica ma anche emotiva, e confondendo in modo forse irreversibile uomo e macchina: Vishnu e la loro sorella Sarasvati, unico affetto sano e familiare di quest'ultimo, ormai dubitano che non sia più il primo a dominare la seconda, ma purtroppo il contrario.
Vishnu decide, dopo una visita a casa di Shiva, che gli ha mostrato la scelta drammatica che sta per sopraffare l'India - il bindi sulla fronte della sua dolcissima figlia non è altro che un cerchio tracciato con IA microbici che fin dalla più tenera infanzia condizionano la vita umana, - di abbandonare casa e missione diplomatica e vagabondare per tutto il Paese, non tanto alla ricerca di sé stesso o di una verità assoluta, quanto per cercare di vivere il più possibile a contatto con i suoi simili, prima che sia troppo tardi, prima che i cosiddetti Bodhisoft prendano l'inevitabile sopravvento, in quella che ormai più che Età di Kali, dea che, per quanto malvagia, costituiva sempre e comunque una divinità degli uomini e per gli uomini, sembra si possa definire solamente come Età del Dis-Umano. Fino a quando Shiva gli rivela l'ultima terrificante verità, ossia che lo spazio e il tempo costituiscono, insieme a pensieri, dati e informazioni una specie di immenso calcolatore universale, che può elaborare e trasmettere senza bisogno di corpi fisici, senza limiti di memoria, e che portali simili a pilastri di luce stanno per essere aperti in diverse città indiane per attivare questi flussi di conoscenza, che, come Vishnu tristemente indovinerà, non saranno portatori di nuove potenzialità per il genere umano ma genereranno ancora più guerre e distruzione
In un ultimo incontro virtuale con la sua ex sposa Lakshmi, genio della matematica e in particolare delle teorie dei giochi, Vishnu riceverà la chiave per porre fine a questo sfacelo e si incamminerà nuovamente in giro per il suo Paese, impresario di un improvvisato circo di gatti ai quali ha dato nomi di divinità, adempiendo al suo destino di salvatore dell'umanità, o almeno così si spera, anche se e fortunatamente in modo completamente diverso da quanto programmato in origine da coloro che avevano elaborato i suoi geni, pensando di poter decidere anche dei suoi sogni.
Lo stile piuttosto complesso e a tratti volutamente enigmatico di McDonald, nonché ricco di spunti fantastici ma non necessariamente improbabili, come il tema delle nanotecnologie e della diffusione del "virtuale" nella vita quotidiana di ognuno di noi, ci fa scoprire la storia di Vishnu e ci suggerisce lo svolgersi degli eventi mano a mano che procediamo con la lettura, rendendo Il circo dei gatti di Vishnu del tutto consono ai racconti classici di fantascienza - un paragone con P. K. Dick non mi sembra affatto inadeguato.
Inoltre, la scelta di ambientare il romanzo, come nel caso dei precedenti Chaga Saga e Brazil, in un Paese in via di sviluppo, lo rende contemporaneamente originale e "diverso", anche se, ancora una volta, possibile, se consideriamo l'India moderna e le potenzialità che sembrano caratterizzare la sua giovane popolazione. Fa riflettere anche il fatto che, pubblicato nel 2009, il racconto parta da una data non troppo distante da questa, ovvero dal 2025, anno di nascita del protagonista. Sembrano lontani quindi i tempi di Wells, che appena dopo la Seconda Guerra pubblicava il suo 1984, il futuro è qui ed è ora, e non sembra ci sia più tanto tempo per decidere da che parte stare. Ma l'uomo, con quel suo indefinibile, inclassificabile "qualcosa in più" rispetto alle intelligenze artificiali, venderà sempre cara la pelle e cercherà di essere sempre quello che ha l'ultima parola, che difficilmente sarà fine. Consiglio quindi la lettura di questo romanzo breve a tutti gli amanti del genere - praticamente impossibile rimanere delusi.
L'AUTORE:Ian McDonald è nato nel 1960 a Manchester da padre scozzese e madre irlandese, ma subito dopo la sua nascita la sua famiglia si è trasferita a Belfast dove tutt’ora risiede. Sin da piccolo è stato un grande appassionato di fantascienza, tanto che a nove anni aveva scritto il suo primo romanzo, ovviamente rimasto inedito. A ventidue anni, nel 1982, ha venduto la sua prima storia a una rivista irlandese e da quel momento e diventato uno scrittore a tempo pieno. È conosciuto a livello mondiale per il suo impegno sociale rivolto alle nazioni in via di sviluppo: nel 1990 con l’opera Chaga Saga ha descritto con particolare sensibilità il problema dell’AIDS in Africa; nel 2004, con River of Gods, si è occupato della precaria esistenza della popolazione indiana e infine nel 2007 con il romanzo Brazyl, per la sua profonda analisi delle problematiche della società sud americana ha vinto Warwick Prize for Writing dotato di un premio di 50.000 sterline. Sino ad oggi Ian McDonald ha scritto una ventina di opere tra romanzi e antologie di racconti. Oltre a essere stato numerose volta candidato ai più prestigiosi premi letterari del settore, nel 1989 vinto il Premio Locus per la migliore opera di scrittore esordiente, nel 1991 il Philip K. Dick Award per la migliore antologia, nel 2001 il Theodore Sturgeon Award e nel 2007 il Premio Hugo per il miglior racconto.

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