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Recensione "Il club dei suicidi" - Albert Borris

Creato il 14 luglio 2011 da Maryg90
Finalmente! Erano settimane che non recensivo più un libro! In realtà, ne ho letti di libri in questo periodo, ma non so se il classicisimo weimariano e il romanticismo tedesco siano nella top 10 della vostra lista di libri da leggere. In tutti i casi, eccomi qui, pronta a recensire Il club dei suicidi di Albert Borris. Vediamo, prima, di cosa si tratta.
Albert Borris
Il club dei suicidi
Pagine 294
€ 14,50
ISBN 9788809751750
In uscita il 6 luglio 2011
Owen ha tentato sette volte di uccidersi, Audrey ci ha provato tirandosi una padellata in fronte, Jin-Ae ha unghie affilate per ferirsi e Frank vuole solo stare meglio. Sono i Suicide Dogs e sono legati da un patto di morte. I quattro giovanissimi aspiranti suicidi si conoscono online e decidono di attraversare l’America in uno strampalato pellegrinaggio on the road che li porterà sulle tombe dei loro idoli, da Hemingway a Kurt Cobain. Ultima fermata la Death Valley, un degno scenario per onorare il loro estremo drammatico giuramento. Durante il percorso però i ragazzi condivideranno non solo le avventure di viaggio ma anche segreti inconfessabili e desideri mai realizzati. Il loro legame crescerà e si rafforzerà a ogni chilometro. Fino a far nascere sentimenti che metteranno in discussione la loro scelta.
I dieci modi peggiori e più stupidi per suicidarsi
10.   Fare finta di avere una pistola e puntarla contro la polizia
9.    Soffocarsi con un sacchetto di plastica
8.    Arruolarsi
7.    Saltare giù dal tetto di una casa
6.    Leccare una presa elettrica
5.    Tagliarsi i polsi con un coltello di plastica
4.    Fumare e aspettare che ti venga il cancro
3.    Starsene in piedi su una collina sotto la pioggia con una gruccia di metallo in mano e aspettare un fulmine
2.    Overdose di lassativi! (dovrebbe essere al primo posto)
1.    Ascoltare i Nirvana in macchina finché il cervello non ti va in pappa
RECENSIONE
La Giunti Y ci ha abituato ad affrontare temi difficili e anche questa volta non ci delude. Il tema centrale attorno al quale ruota tutto il romanzo è il suicidio. Suicidio che ci accompagna in tutte le 294 pagine, fedele compagno dei quattro protagonisti.
Tipico viaggio on the road statunitense con una meta un po' bizzarra: le tombe dei più celebri suicidi della storia. Musicisti, scrittori, poetesse, che hanno messo fine volontariamente alla propria vita per ragioni diverse. Owen, Audrey, Jin-Ae e Frank vogliono seguire i loro passi per smettere di soffrire e fuggire dalle loro misere esistenze. Compiranno l'estremo gesto? Beh, questo non ve lo posso dire, ma certamente il detto "l'importante è il viaggio, non la destinazione" può ben riassumere il romanzo.
Questi quattro ragazzi vivono un'esperienza unica nel suo genere, un viaggio sia fisico che interiore nella scoperta di sé stessi e del mondo che li circonda. La convivenza forzata di quattro estranei che si sono conosciuti solamente in chat, sarà una lezione importante per questi teenager e il raggiungimento dell'indipendenza e della totale condivisione li aiuterà a capire qualcosa delle loro vite apparentemente senza speranze.
Il personaggio che mi ha più colpito è Owen, narratore in prima persona per la maggior parte del romanzo. L'estrema solitudine, l'enorme senso di colpa e la sua sensibilità creano un personaggio a tutto tondo molto realistico e, attraverso illuminanti flashback, si riesce ad andare veramente a fondo nel tema del suicidio. L'autore mette a confronto tutte le "ragioni" per compiere l'estremo gesto, compresi i pro e i contro. Un aspetto molto interessante è il tono in cui è scritto il romanzo. Nonostante il tema sia più che serio, Borris alterna momenti divertenti ed umoristici a pagine di riflessione, creando un equilibrio tra comico e drammatico. Le conversazioni in chat dei quattro ragazzi, poi, aiutano il lettore a comprendere le ragioni di questo viaggio. Molto divertenti sono anche le liste sparse per tutto il romanzo, soprattutto le "dieci cose da fare prima di morire".
Un libro che consiglio a tutti, sia per la trama che scorre via veloce, che per la bella analisi psicologica della figura del potenziale suicida. Tensione, azione, gioia e dolore si mescolano in un mix molto equilibrato.
Vi lascio con un dubbio amletico: il suicidio è un gesto di estrema libertà o di estrema debolezza? Penso che Socrate abbia scritto qualcosa a riguardo...
VOTO

4 STELLE


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COMMENTI (1)

Da Saverio
Inviato il 17 luglio a 13:12
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