Albert Borris
Il club dei suicidi
Pagine 294
€ 14,50
ISBN 9788809751750
In uscita il 6 luglio 2011
Owen ha tentato sette volte di uccidersi, Audrey ci ha provato tirandosi una padellata in fronte, Jin-Ae ha unghie affilate per ferirsi e Frank vuole solo stare meglio. Sono i Suicide Dogs e sono legati da un patto di morte. I quattro giovanissimi aspiranti suicidi si conoscono online e decidono di attraversare l’America in uno strampalato pellegrinaggio on the road che li porterà sulle tombe dei loro idoli, da Hemingway a Kurt Cobain. Ultima fermata la Death Valley, un degno scenario per onorare il loro estremo drammatico giuramento. Durante il percorso però i ragazzi condivideranno non solo le avventure di viaggio ma anche segreti inconfessabili e desideri mai realizzati. Il loro legame crescerà e si rafforzerà a ogni chilometro. Fino a far nascere sentimenti che metteranno in discussione la loro scelta.
I dieci modi peggiori e più stupidi per suicidarsi
10. Fare finta di avere una pistola e puntarla contro la polizia
9. Soffocarsi con un sacchetto di plastica
8. Arruolarsi
7. Saltare giù dal tetto di una casa
6. Leccare una presa elettrica
5. Tagliarsi i polsi con un coltello di plastica
4. Fumare e aspettare che ti venga il cancro
3. Starsene in piedi su una collina sotto la pioggia con una gruccia di metallo in mano e aspettare un fulmine
2. Overdose di lassativi! (dovrebbe essere al primo posto)
1. Ascoltare i Nirvana in macchina finché il cervello non ti va in pappa
RECENSIONE
La Giunti Y ci ha abituato ad affrontare temi difficili e anche questa volta non ci delude. Il tema centrale attorno al quale ruota tutto il romanzo è il suicidio. Suicidio che ci accompagna in tutte le 294 pagine, fedele compagno dei quattro protagonisti.
Tipico viaggio on the road statunitense con una meta un po' bizzarra: le tombe dei più celebri suicidi della storia. Musicisti, scrittori, poetesse, che hanno messo fine volontariamente alla propria vita per ragioni diverse. Owen, Audrey, Jin-Ae e Frank vogliono seguire i loro passi per smettere di soffrire e fuggire dalle loro misere esistenze. Compiranno l'estremo gesto? Beh, questo non ve lo posso dire, ma certamente il detto "l'importante è il viaggio, non la destinazione" può ben riassumere il romanzo.
Questi quattro ragazzi vivono un'esperienza unica nel suo genere, un viaggio sia fisico che interiore nella scoperta di sé stessi e del mondo che li circonda. La convivenza forzata di quattro estranei che si sono conosciuti solamente in chat, sarà una lezione importante per questi teenager e il raggiungimento dell'indipendenza e della totale condivisione li aiuterà a capire qualcosa delle loro vite apparentemente senza speranze.
Il personaggio che mi ha più colpito è Owen, narratore in prima persona per la maggior parte del romanzo. L'estrema solitudine, l'enorme senso di colpa e la sua sensibilità creano un personaggio a tutto tondo molto realistico e, attraverso illuminanti flashback, si riesce ad andare veramente a fondo nel tema del suicidio. L'autore mette a confronto tutte le "ragioni" per compiere l'estremo gesto, compresi i pro e i contro. Un aspetto molto interessante è il tono in cui è scritto il romanzo. Nonostante il tema sia più che serio, Borris alterna momenti divertenti ed umoristici a pagine di riflessione, creando un equilibrio tra comico e drammatico. Le conversazioni in chat dei quattro ragazzi, poi, aiutano il lettore a comprendere le ragioni di questo viaggio. Molto divertenti sono anche le liste sparse per tutto il romanzo, soprattutto le "dieci cose da fare prima di morire".
Un libro che consiglio a tutti, sia per la trama che scorre via veloce, che per la bella analisi psicologica della figura del potenziale suicida. Tensione, azione, gioia e dolore si mescolano in un mix molto equilibrato.
Vi lascio con un dubbio amletico: il suicidio è un gesto di estrema libertà o di estrema debolezza? Penso che Socrate abbia scritto qualcosa a riguardo...
VOTO
4 STELLE
COMMENTI (1)
Inviato il 17 luglio a 13:12
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