Titolo: Il Dilemma del'Onnivoro – Cosa si nasconde dietro quello che mangiamo Autore: Micheal Pollan Editore: Giunti Collana: YPagine: 352 Prezzo: € 13,50 Trama: Da dove vengono i cibi che ingeriamo? Che cosa stiamo mangiando davvero? Michael Pollan decide di improvvisarsi «detective del cibo» per conoscere l'evoluzione e i segreti nascosti dietro quello che si mangia, dal seme al frutto, dalla storia del «cibo con una faccia» alla carne lavorata e anatomicamente irriconoscibile. Inizia così una ricerca che lo porta a conoscere varie realtà, dalla produzione industriale a quella dei produttori diretti. Fast food, supermercati, fabbriche, macelli e piccole fattorie diventeranno il terreno della sua instancabile marcia verso la consapevolezza. In questo viaggio pieno di scoperte ma anche di incertezze, Pollan dovrà affrontare molte esperienze che lo metteranno a dura prova, dovrà combattere e accettare compromessi, dovrà forzare la sua indole e imparare a cacciare e a uccidere per nutrirsi. Alla fine però ritroverà la strada di un rapporto diverso con madre natura e sarà in grado di scegliere come comprare, cucinare e mangiare. La sua ricerca si conclude con un menù a quattro portate dove finalmente quello che c'è nel piatto non è più un dilemma ma la storia appena raccontata.
RECENSIONE“…ecco il dilemma: possiamo mangiare di tutto, ma come facciamo a sapere che cosa mangiare?” Questo libro dalla copertina di sicuro effetto, non può essere catalogato con precisione. In libreria lo troverete nello scaffale per ragazzi, insieme agli altri titoli della Giunti Y, sfogliandolo capirete che tra le vostre mani non c’è un saggio, né un diario, né un’inchiesta veri e propria, ma un po’ di tutti e tre. La versione appena uscita, è una riedizione de “Il dilemma dell’onnivoro” del 2008 per Adelphi, rivista e adattata per un pubblico più giovane (Young Adult). Il risultato è un testo semplice e organizzato secondo un preciso schema, corredato di foto, disegni, grafici e finestre esplicative ricche di storia e curiosità. Nell’ introduzione l’autore si presenta spiegando il come e il perché abbia scelto di scrivere sul cibo. Dopo il 1998 a seguito di ricerche su campo per un paio d’articoli sui cibi geneticamente modificati e sull’allevamento, si ritrovò con la mente affollata di domande e dubbi.
“Ora sì che avevo un problema. Se prima non avevo mai pensato alla provenienza di ciò che mangiavo, adesso non facevo che pensarci. Ho cominciato a preoccuparmi di cosa avrei dovuto mangiare. Solo perché il cibo si trovava al supermercato non significava che fosse un bene mangiarlo.”Ecco verificarsi la trasformazione da ignaro compratore a detective del cibo, per una maggiore consapevolezza. Dalla fonte produttrice alla tavola, seguendo ogni passo con occhio critico e curioso. L’argomento di studio, quindi non è solo il cibo in se e per se, ma la catena alimentare.
Seguono quattro sezioni che “passano al microscopio” le quattro principali catene alimentari tra cui l’uomo moderno può scegliere.
PARTE I IL PASTO INDUSTRIALE: dal mais a quello che mangiamo. Comprende la fetta più grande di mercato. Una catena ad incastro ben oliata, che punta al massimo rendimento con il minor dispendio energetico da parte degli operatori. PARTE II IL PASTO BIOLOGICO-INDUSTRIALE Simile alla pura catena industriale, ma l’uso di diserbanti,pesticidi e additivi sono vietati, e sostituiti da quelli naturali. PARTE III IL PASTO SOSTENIBILE LOCALE: il cibo dall’erba. Non più industrie, ma piccole fattorie, i cui prodotti sono venduti nei mercati locali (piccola distribuzione). PARTE IV IL PASTO FAI-DA-TE: il cibo cacciato, raccolto, coltivato. Ciò che produci (o ti procuri) con le tue mani è ciò che avrai sulla tavola. Per ognuna di queste quattro sezioni, Pollan diventa protagonista, seguendo agricoltori e allevatori nel loro lavoro e sporcandosi le mani per uccidere ciò che quella sera mangerà. Alcuni tra gli argomenti toccati, offrono spunti interessanti, ma si deve tener conto, che lo studio è stato fatto in America, le industrie sono americane e le leggi che disciplinano tutto ciò di cui parla l’autore sono valide per l’america.
L’Italia, in cui le abitudini alimentari sono diverse per cultura, segue le direttive Europee, diverse e per molti versi più restrittive. Ad esempio, seguiamo l’argomento trattato nel primo capitolo. Seme, pannocchia, mais, un milione di possibilità d’utilizzo, un business senza precedenti. Questo in sintesi il percorso d’analisi che vede il mais come protagonista indiscusso della catena alimentare. Non la semplice pannocchia arrostita, ma panatura per i cibi pronti, dolcificante per merendine, condimento per insalate e alimento per l’allevamento del bestiame. Una pianta che negli anni è diventata vitale e unica padrona del mercato Americano. Da noi il mais è importante, ma non si può certo dire che domini il panorama agricolo o il mercato alimentare. Pollan spiega che negli allevamenti intensivi o Feedlot, questo diventa alimento principale per l’ingrasso veloce dei capi. Sorge quindi spontanea la domanda: cosa mangiano gli hamburger che mangiamo? ( o meglio che mangiano nel suo paese?) Per scoprirlo l’autore acquista un manzo ( che chiamerà numero 534 ) e lo segue nella crescita fino alla macellazione. Dopo lo svezzamento, lo porta in uno dei feedlot, per la fase d’ingrasso. Ciò gli permette di studiare le miscele alimentari che sono fornite agli animali. Cosa c’è dentro? Secondo Pollan tutto fuorché ciò che dovrebbe.
“Aggiungere al mangime piume e scarti di polleria (cioè, scarti di lettiere, escrementi e rifiuti vari) è una pratica accettata ”Probabilmente questo è vero per il suo paese, ma vi posso assicurare che da noi, è assolutamente vietato. Ci sono regolamenti severi che disciplinano la somministrazione di mangimi e l’utilizzo degli OGM in essi. Dopo i casi di “ mucca pazza ” l’Italia ha bandito farine contenenti scarti di origine animale (Reg. CE 1292 del 2005 ) e rigidi controlli, garantiscono la sicurezza per il consumatore. Questo è solo un esempio per una lettura più consapevole. Molte delle cose scritte da Pollan posono essere giuste nel loro contesto, ma per quanto riguarda il Bel Paese, spesso non sono valide. Io, per motivi di studio, ho "toccato con mano", molti dei posti in cui è stato lui: allevamenti (di polli, bovini, ovini, equini ), macelli (bovini ed equini), suinifici e pollifici (no, niente gite a Disneyland per chi studia veterinaria!). Posso dirvi che da noi le cose funzionano diversamente. Ci sono leggi e studi, sul benessere animale, che tutelano e ne salvaguardano la salute fisica e sì, anche quella psicologica. Certo, la fine è sempre la macellazione, ma l’imperativo è il non far soffrire l’animale inutilmente. In definitiva, il libro è interessante, perché fa riflettere e offre spunti e approfondimenti su temi che altrimenti molti non prenderebbero nemmeno in considerazione. Consiglio di leggerlo per avere un quadro più completo di questo “mito Americano” e per avere un punto di partenza se si vuole fare una scelta alimentare consapevole.
Raccomando, a chi fosse interessato ad approfondire il discorso sulle differenze con l’Italia, di fare un giro su http://www.ministerosalute.it/ . Nella parte di Alimenti e Sanità animale, troverete ad esempio, la regolamentazione per l’uso di mangimi con additivi, farine animali e OGM e approfondimenti sulla tutela animale, sui controlli sanitari ecc.
L’AUTORE: Michael Pollan è un affermato giornalista e professore dell’Università di Berkley. Collabora dal 1987 con il The New York Times Magazine ed è autore di quattro New York Times bestsellers: Food Rules: An Eater’s Manual (2010) - In Defense of Food: An Eater’s Manifesto (2008) - The Omnivore’s Dilemma: A Natural History of Four Meals (2006) e The Botany of Desire: A Plant’s-Eye View of the World (2001). In difesa del cibo (Adelphi 2009) è stato definito uno dei migliori dieci libri del 2006 dal New York Times and the Washington Post. Vincitore di numerosi Premi, Pollan è stato finalista per il National Book Critics Circle Award ed è apparso nella TIME 100: la classifica delle 100 personalità più influenti del 2010 del Time. Il suo sito è: http://michaelpollan.com/