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Recensione: "Il domani che verrà" di John Marsden

Creato il 16 settembre 2011 da Lauragiussani
Titolo: Il domani che verràAutore: John MarsdenEditore: Fazi (collana Lain)Data uscita: 16 settembre 2011Pagine: 250Prezzo: 14,90 euro
Australia, contea di Wirrawee. Nella campagna vicino Melbourne la vita scorre lenta e monotona, ma otto ragazzi hanno trovato un modo di sconfiggere la noia che li assale ogni estate: una gita nella natura selvaggia del bush australiano. Macchina, bagagli, tende, provviste, tutto è pronto per una nuova avventura. Hell è la loro destinazione: una radura luminosa e isolata che sarà la loro casa per una settimana, un paradiso chiamato Inferno. Davanti al fuoco a raccontarsi storie, a scambiarsi i primi baci e leggere classici di altri tempi, gli otto ragazzi non sanno che al loro ritorno la vita non sarà più la stessa. Le loro case vuote, i loro animali domestici morti, un’aurea di desolazione che avvolge ogni cosa. L’Australia è stata occupata dalle forze militari, i cittadini sono stati rinchiusi in prigione: tra i detenuti ci sono i loro genitori, i loro fratelli e sorelle. Affrontando paure e indecisioni, gli otto ragazzi decidono di combattere, sapendo di essere i soli nelle cui mani c’è ancora una possibilità di salvezza, di riprendersi il loro domani.

RECENSIONE: "Otto ragazzi sfideranno l'inferno per riconquistare il loro futuro..."

“Il domani che verrà”, primo capitolo della Tomorrow series di John Marsden, è un libro che si legge piacevolmente in un pomeriggio o poco più. Rispetto a molti altri romanzi dello stesso genere presenta interessanti novità, pregi insolitamente rari, ma anche qualche difetto piuttosto comune.I punti di forza di questo libro? Senz’altro la sua strutturazione. La vicenda vede i protagonisti coinvolti in un’ipotetica terza Guerra Mondiale (quasi Mondiale, a dire la verità). Ne consegue un’ambientazione sì nel presente, ma già proiettata verso un futuro distopico. A differenza però dei molti romanzi che introducono fin da subito un mondo stravolto da decenni, se non da intere generazioni, con regole spesso assurde imposte non si sa bene come o perché, John Marsden opta invece per una soluzione indubbiamente più intelligente e originale, offrendo al pubblico la diretta di uno sconvolgimento di proporzioni colossali.
Non offre solo le conseguenze, con rari e superficiali accenni all’evento scatenante, ma segue con linearità il percorso causa-effetto, descrivendone con cura il “prima”, il “mentre”, e iniziando ad abbozzare quello che molto probabilmente sarà il “dopo”. Il tutto in duecentocinquanta pagine circa, a dimostrazione di una buona capacità di sintesi, che permette alla narrazione di scorrere con fluidità, priva di pesi morti e descrizioni o congetture varie tirate eccessivamente per le lunghe.Altro aspetto positivo è la presentazione dei protagonisti. Un gruppetto di adolescenti che il lettore ha modo di conoscere per bene già nelle primissime pagine, complice una piccola gita all’Inferno, come viene etichettata dall’autore la Terrible Hollow, una conca delle Alpi Australiane (Stato di Victoria). Attraverso le parole di Ellie, incaricata di riportare su un diario gli avvenimenti di quegli ultimi giorni, tanto spaventosi quanto incredibili e surreali, vengono presentati – in maniera chiara e precisa – gli altri componenti del gruppo: Corrie, Fi, Chris, Lee, Robyn, Kevin e Homer. Benchè a tratti Ellie, Lee e Homer spiccano su gli altri, la caratterizzazione di tutti questi giovani protagonisti è così curata da impedire di confonderli l’uno con l’altro. La breve gita, piccola escursione fuori porta che si rivelerà la loro salvezza, si arricchisce anche di un tocco di mistero (con la storie e le leggende sull’Eremita) e di uno taglio naturalistico che non vanno sottovalutati. Forse dipende dal fatto che raramente leggo romanzi ambientati in queste terre così lontane, ma devo dire che le descrizioni - rapide ed incisive quanto basta – mi hanno in più punti affascinata. Se vogliamo poi aggiungere una chicca, credo che questo sia il primo libro di mia conoscenza nel quale viene citato il vombato (lontano parente del koala, vagamente simile al nostro tasso), cosa che mi ha fatto sorridere perché quando anni fa dovetti studiarlo per un esame ricordo benissimo la mia teoria del “perché mai dovrebbe importarmi del vombato, tanto non lo sentirò nominare mai più”. E invece, eccolo qui.Passando invece agli aspetti negativi, il romanzo – per il resto molto promettente – si macchia però di alcuni difetti molto comuni. Sebbene la trama sia stata ben studiata e disegnata, a livello emotivo ciò che filtra dalle pagine è meno di quanto si possa pensare. Una storia che può piacere, ma che – almeno per quanto mi riguarda – non riesce a coinvolgere veramente. La causa potrebbe essere ricercata nel comportamento dei ragazzi, che in più punti suona un tantino forzato e a tratti incoerente. Le reazioni sono diverse da quelle che il lettore medio si aspetterebbe: vivere un momento tanto assurdo quanto pericoloso piegherebbe il più forte degli uomini, eppure l’allegra combriccola sfoggia talvolta una sfrontata sicurezza, per la serie “piccoli Rambo crescono”.Piani di sopravvivenza e fughe tra proiettili volanti si alternano a pause romance che forse c’entrano davvero troppo poco. Più volte ho faticato a capire Ellie: i genitori sono svaniti nel nulla – come il resto degli abitanti della contea di Wirrawee – la sua casa è stata oggetto di furti e non è più il rifugio sicuro che ricordava. C’è in corso un attacco di dimensioni ignote da parte di non si sa bene chi. Lei e gli altri ragazzi sono esposti a un pericolo pressoché costante… Eppure trova il tempo di farsi una paranoia dopo l’altra, rivalutando prima un ragazzo (Lee) e poi l’amico di sempre (Homer). Sono gli immaturi ragionamenti di una ragazza che vive una situazione con eccessiva maturità. Al di là del gioco di parole, è chiaro che qualcosa non quadra.L'aspetto sicuramente più lodevole di questo romanzo risiede nell'avventura, fortemente incalzante. Disquisizioni romantiche stridono, è inevitabile. Se il rapporto fosse stato preesistente, forse, avrebbe anche potuto starci. Ma al di là della convivenza forzata che certo implica una più profonda conoscenza reciproca, sarebbe comunque stato meglio procedere per gradi, rimandando qualasiasi tocco di rosa ai libri successivi.In conclusione un romanzo piacevole, con una trama interessante che poggia su idee originali, ma che non permette al lettore di entrare appieno nella vicenda, immedesimandosi - per pensieri, priorità e reazioni – in uno dei giovani protagonisti (specialmente Ellie). Un buon romanzo, in equilibrio tra pro e contro, che si aggiudica tre stelline piene. Non una di più, non una di meno.

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