[Recensione] Il maestro della notte – Bai Xianyong

Creato il 30 maggio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo: Il maestro della notte
Autore: Bay Xianyong
Editore: Einaudi
Traduttore: Maria Rita Masci
ISBN: 9788806172831
Num. Pagine: 376
Prezzo: 15,50€
Voto:

Trama:
Censurato a lungo dal regime, “Il maestro della notte” è il romanzo della gioventù bruciata cinese, della sua ansia di vita, di emancipazione sessuale, di libertà: un libro letto e amato da migliaia di lettori e impostosi infine come un classico. Sospeso fra epica e malinconia, il romanzo cattura il sentimento profondo della perdita, dell’esclusione, della solitudine, del bisogno di amicizia della gioventù cinese. Nato in Cina nel 1937, Bai Xinyong si trasferisce a Taiwan nel 1952, e della Taiwan degli anni Settanta questo romanzo ricostruisce l’atmosfera.

Recensione:
Dopo aver letto e parlato di omosessualità nell’ambiente della Torah – vedi recensione de Il mio amato – sono passata alla grande e imponente Cina!
Anni 70 in una Taiwan che è a metà tra il sogno di chi fugge dalla propria casa e la realtà di fame, miseria e sopravvivenza, è in mezzo a uno scenario spoglio e intricato che nasce il Parco Nuovo, il nido per tutti i ragazzi omosessuali che si incontrano e riuniscono al calare del sole.
Non è solo un luogo dove fare marchette, tutt’altro. È un ritrovo, è una casa, è il posto dove il Maestro può tenere d’occhio i suoi uccellini per bacchettarli se hanno fatto qualcosa di sbagliato, per proteggerli se sono finiti in qualche guaio e chissà, anche per trovare loro una sistemazione che gli permetta di mantenersi senza l’ausilio di quel gruppo che ogni notte rischia di sgretolarsi nel vento.
Il maestro della notte è un romanzo che apre lo sguardo su un cosmo che vede schiudere i suoi petali al crepuscolo, su una generazione abbandonata, dimenticata, ignorata, senza direzione, che si arrabatta in un placido ottimismo per il futuro.
Questo libro non racconta una storia, ne racconta tante, alcune più approfonditamente altre appena accennate, getta la sua luce sulle vite di Aqing, Wu Min, il Sorcio, Xiaoyu, del Maestro e di Axiong, per non parlare della Fenice e di Wang Kuilong, intrecciati in una leggenda che si tramanda nel parco anno dopo anni, discepolo dopo discepolo.
Gli angeli della strada si raccontano, il loro presente si rispecchia in un passato prossimo che parla di famiglie sgretolate, di emarginazione, di bisogno di scappare da un luogo che non appartiene più a nessuno; c’è chi arriva a Taibei senza sapere cosa fare e si affida al Maestro perché gli trovi un papà adottivo che gli compri vestiti, cibo e belle cose, c’è chi invece cerca di guadagnare soldi perseguendo un obiettivo più alto e più lontano. C’è chi ha bisogno di annullarsi completamente e chi rimpiange i loti del Parco per non pensare al male di vivere, e poi tutto cambia di nuovo, rimescolando le carte e creando premesse ancora diverse.
Non è un’opera leggera, ma nemmeno pesante. È un cammino che mette in gioco fattori differenti, azioni e reazioni, sentimenti, inquietudini, paure e speranze, morti e rinascite, ricordi, lacrime e affetto. I protagonisti non sono soltanto loro, non soltanto chi si prostituisce o cerca un paparino, ma sono anche gli altri. Padri incapaci di ritrovare il proprio scopo, madri finite lontano tutto ciò che le poteva dar loro stabilità, esseri umani incapaci di comunicare l’amore e che lo respingono all’interno della propria anima, le violenze come unico mezzo per farsi ascoltare, o il doloroso fuggire dalla verità che porta solo alla morte, e alla solitudine. Una società che non riconosce, che fa finta di non vedere anche se sa, il rifiuto piuttosto che la presa di coscienza in una spirale di tinte fosche dove solo chi ha la forza d’animo di riprendersi sempre può riuscire andare avanti.
Il maestro della notte è una cronaca, un sollevarsi del velo che mantiene la labile patina di tranquillità di un mondo in cui tutto deve sempre andare bene.


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