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[Recensione] Il meglio che possa capitare a una brioche di Pablo Tusset

Creato il 03 novembre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Il meglio che possa capitare a una brioche di Pablo TussetTitolo: Il meglio che possa capitare a una brioche
Autore: Pablo Tusset
Editore: Feltrinelli
ISBN: 978-88-07-81779-3
Fomato: paperback
Lingua: Italiano
Numero pagine: 310
Prezzo: 8,00
Genere: giallo-umoristico
Voto: [Recensione] Il meglio che possa capitare a una brioche di Pablo Tusset

Trama: Un’assolata Barcellona fa da sfondo all’inaspettata avventura di Pablo Miralles, borghese d’origine che per scelta conduce uno stile di vita borderline. Quando il suo Meraviglioso Fratello scomparirà dalla circolazione ed il padre verrà investito da un’auto rossa, Pablo vestirà per un periodo i panni del detective privato, fra sbronze, corse sfrenate in auto e scappatelle erotiche.

Recensione: Vedere fra tanti un libro dal titolo insolito e umoristico è una delle carte vincenti del romanzo, se non fosse stato per lui probabilmente mi sarebbe rimasto sempre sconosciuto. Dire che pensavo avrei letto qualcosa di leggero, a tratti stupido e invece mi sono trovata davanti un testo molto profondo, una continua riflessione sulla vita, sull’educazione borghese e un occhio spudorato sull’universo maschile.

Il protagonista è Pablo, trentacinque anni, grasso, fannullone, che ricorre ripetutamente ad alcool e droghe e vede nella donna un mero oggetto sessuale, o almeno questa sarebbe la sua descrizione di primo acchito. In realtà il corso della vicenza, il tono brillante e sfrontato con cui l’autore gli fa condurre la narrazione mettono in evidenza un altro tipo di persona, intelligente, che si rende perfettamente conto delle sue debolezze e per questo le affronta con astuto cinismo, un pesce fuor d’acqua, come tutti i poeti più raffinati, che non riesce a riconoscersi nel genere umano. Una serie di personaggi di fatto secondari si inseriscono nel quadro, tutti di forte personalità o comunque di carattere che,nonostante i loro aspetti innegabilmente apprezzabili e positivi, non fanno altro che convincere Pablo della propria inadeguatezza e del vuoto che accompagna le loro azioni. L’atmosfera in cui si muovono è esattamente a metà fra il sogno e la realtà più cruda, quel mix che rende unica una delle città più magiche in assoluto, Barcellona, una magia che viene forzata sempre di più fino a risultare surreale e del tutto inverosimile (ma d’altronde Tusset non è certo un verista).
Temi filosofici vengono approcciati fra sarcasmo e ironia, con toni cupi e tutt’altro che ottimistici, eppure, sul finire, anche un apparente fallito come Pablo riuscirà ad andare incontro ad una parziale alternativa. Pablo è la brioche del titolo e il meglio che gli possa capitare è di essere imburrato, forse non sarà mai soddisfatto di sè stesso, non avrà mai il fisico e i soldi del fratello, ma un po’ di farcitura non glie la toglie nessuno .

 


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