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[Recensione] Il mondo di Yesod – Aria

Creato il 15 febbraio 2013 da Topolinamarta

Nuova recensione del progetto: oggi tocca a un fantasy di stampo classico. Buona lettura!

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ariaTitolo: Il mondo di Yesod
Sottotitolo: Aria (#1/5)
Autore: Marzia Bosoni
Generi: fantasy classico, elementi
Editore: Sensoinverso
Collana: SenzaTregua
Pagine: 180
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: €14,00
ISBN: 9788896838747
Formato: brossura
Valutazione: [Recensione] Il mondo di Yesod – AriaGrazie all’autrice per avermi inviato il libro in formato eBook.

RIASSUNTOYesod è un mondo formato da quattro regni, che prendono nome e sono caratterizzati ciascuno dai quattro elementi primordiali: Aria, Terra, Acqua, Fuoco.
Quattro regni sull’orlo di una guerra fratricida a causa della scomparsa dell’antico Potere, la magia che li teneva uniti, rubato da un Nemico già una volta battuto, ma mai definitivamente sconfitto.
Quattro giovani prescelti, uno per ogni regno, dovranno partire alla ricerca delle Chiavi del Potere, i leggendari talismani che permetteranno loro di aprire le porte della fortezza di Ataf, dove era custodito il Potere, che ora giace chiusa e spenta.
 Avir, Karka, Mayim ed Esh, tra avventure e pericoli, vivranno un percorso di formazione, impareranno a conoscersi e capiranno che la vittoria e la salvezza sono date dall’unione di forze e differenze.
“Se nella vostra missione vi farete guidare dalla paura del fallimento, allora senz’altro fallirete. E se sarà il desiderio di gloria e fama a guidarvi, ugualmente non avrete successo. Due sole dovranno essere le vostre guide: speranza e fiducia, ma dovrete avere la forza di trovarle nei vostri cuori, ad ogni passo.”

marzia bosoniL’AUTRICE - Marzia Bosoni è nata a Piacenza nel 1973, ma vive a Ravenna con il compagno e i figli. Ha lavorato per quindici anni come traduttrice e interprete, attualmente porta avanti studi relativi alle proprietà delle piante e alle lingue antiche, oltre a dedicarsi alla raccolta delle erbe spontanee e alla preparazione di tisane e rimedi naturali. Scrive inoltre favole personalizzate. Le sue precedenti pubblicazioni sono Una vita di carta (Berti, 2002) e La luna nel fiume (Zona, 2012).

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RECENSIONE

Oserei dire che al giorno d’oggi è quasi impossibile riuscire a scrivere un libro fantasy che ricalchi i canoni classici, ma che al tempo stesso possa vantare una trama genuina al 100%: gli stereotipi del genere, ahimè, sono sempre in agguato dietro l’angolo, e in ogni caso c’è sempre il pericolo che la storia tenda a sapere di già sentito.
Proprio questo, purtroppo, è il caso de Il mondo di Yesod: l’impressione di avere tra le mani un libro che non proponesse pressoché nulla di nuovo, rispetto ai tanti fantasy già in circolazione, non mi ha abbandonato durante tutta la lettura. Anzi, il sentore del “già visto” ha cominciato a farsi sentire prima ancora di cominciare la storia, ovvero dopo aver letto il riassunto.
Ma ora, se permettete, andiamo con ordine e vediamo innanzitutto cosa è possibile trovare all’interno de Il mondo di Yesod.

Il libro si apre con un capitolo che funge da prologo, in cui viene introdotto il singolare mondo che fa da ambientazione alla vicenda. In particolare, l’incipit recita quanto segue:

La fortezza di Ataf era avvolta nella nebbia mattutina che arrivava sempre da sud-est, dai regni di Terra e di Acqua, prima che, con l’alba, il vento del regno di Aria arrivasse da nord per disperderla, mentre il calore del regno di Fuoco a ovest l’asciugava.

336531_468879033151987_676415353_oCome da riassunto, Yesod (cliccate qui a sinistra per ingrandire) consiste nei quattro regni di Aria, Acqua, Terra e Fuoco, che manco a dirlo si trovano ai quattro punti cardinali (rispettivamente Nord, Sud, Est e Ovest), più la fortezza centrale di Ataf.
Non so voi, ma a questo punto il mio naso aveva già cominciato ad arricciarsi: avete idea di quanti libri e film fantasy presentino, quasi senza variazioni, questo schema di mondo? E in quanti ricorra l’idea dei quattro elementi? A me personalmente pare un punto di partenza un tantino inflazionato per costruirci sopra un fantasy (che non è uno solo, ma ben cinque capitoli), ma del resto, come dico sempre, a volte anche da un’idea banaluccia come questa talvolta può saltar fuori un romanzo da ricordare.

A parte la generale ondata d’aria decisamente poco fresca, tuttavia, trovo comunque che cominciare un libro col solito cappello introduttivo che racconta come funziona il mondo, senza però riuscire davvero a catapultarvi il lettore, non sia la scelta migliore da fare: io personalmente avevo già cominciato a sbadigliare, nonché a provare l’istinto del “salto a piè pari”… Senza contare che in questo capitolo non succede pressoché nulla che non ci si aspettasse: gli elementi tenuti insieme dall’antico e misterioso Potere™, l’Alleanza che va lentamente dimenticata, i quattro regni che iniziano a farsi i dispetti a vicenda, il distacco, la decadenza del mondo… le solite cose, insomma.

Andando poi avanti con la storia, la faccenda non migliora. A questo punto forse converrebbe che mi fermassi per evitare spoiler, ma dubito che vi rovinerei comunque la sorpresa. A partire dal 2° capitolo, infatti, vengono introdotti i quattro protagonisti, tutti tra gli 11 e i 13 anni, che arrivano dai quattro diversi regni: vi stupirebbe se dicessi che questi quattro si rivelano i prescelti, accomunati dallo stesso destino e citati in un’antica profezia, secondo la quale dovranno recuperare le quattro chiavi (ovviamente dopo essersi uniti nella “Compagnia dei Cercatori”, che dovrà, ovviamente, viaggiare da sola) e restituire ad Ataf il Potere perduto. Riusciranno nel loro intento? Per adesso non ci è dato saperlo, dato che la narrazione si interrompe proprio quando sembrava appena entrata nel vivo.
Detto chiaro e tondo, se l’intento dell’autrice era impressionare i lettori con una trama originale e vincente, temo proprio che non ci sia riuscita. Non con me, perlomeno: è chiaro che si tratta di un romanzo per lettori molto giovani, considerato anche lo stile assai semplice con cui è scritto… ma insomma, suppongo che desiderare qualcosa di più non sia un crimine.

elementiPer quanto riguarda la trama, dunque, sono rimasta alquanto delusa. Ci sono alcune idee che mi sono piaciute, vi dirò, ma si contano sulle dita di una mano. Una di queste è il Susiq, buffo animaletto amico di Karka, che se chiuso su se stesso assomiglia in tutto e per tutto a un normale sasso: grazie a questa sua caratteristica avrà un ruolo importante nella storia; inoltre trovo che l’autrice sia riuscita a caratterizzarlo proprio bene, pur rimanendo privo di parola.
Una seconda può essere il Bosco dei Sussurri, luogo che i protagonisti dovranno attraversare, e in cui le loro paure più nascoste verranno messe a nudo.
A parte un paio di trovate davvero carine e interessanti, però, non c’è stato quasi nulla in grado di colpirmi in modo particolare.

Parlando di stile, invece, trovo che nel complesso risulti efficace: a parte rari passi, non l’ho mai trovato noioso, e in generale scorre e si lascia leggere con molta facilità. Non che sia eccessivamente superficiale, tutt’altro: si percepisce che c’è molto lavoro dietro a ogni parola, e trovo che il lessico usato sia molto ampio e ben articolato. Tuttavia anche qui ho riscontrato degli aspetti che non andavano, in particolare riguardo alle descrizioni dei personaggi.
Come accennavo sopra, dopo il primo capitolo ne troviamo quattro dedicati a ciascuno dei protagonisti, in cui ci viene introdotta la loro vita e tramite i quali iniziamo a conoscerli. Peccato che la regola sia imbattersi in descrizioni del genere:

Il giovane Esh si alzò prestissimo e sua madre non si sorprese: il ragazzo era il penultimo dei suoi cinque figli, ma era di gran lunga il più irrequieto e ogni giorno si alzava prima del sorgere del sole […] e poi schizzava fuori come se ad attenderlo non ci fossero le solite faccende quotidiane, ma la più grande di tutte le avventure. (pag. 11)

La ragazza [Mayim] era figlia unica ed era la luce degli occhi dei suoi genitori: aveva una grazia e un’eleganza innate e sembrava sempre muoversi al ritmo di una musica silenziosa. (pag. 18)

Karka aveva undici anni ma non era molto alta per la sua età e nemmeno per la statura media del popolo della Terra. […] Rimasta orfana anni prima, viveva nella capitale Rocciantica con una zio che lavorava come diplomatico per il Governatore del regno della Terra. Sebbene dotata della naturale forza straordinaria del suo popolo, Karka sembrava sempre stanca […]. (pag. 21)

A dodici anni Avir era la disperazione dei suoi genitori e lo zimbello dei suoi coetanei.

Era alto, snello e quando correva sembrava che nemmeno il vento potesse stargli dietro, eppure non aveva mai vinto una sola gara. (pag. 29)

Come al solito il raccontato riesce a infilare dappertutto il suo zampino: è senz’altro bravo a descrivere a parole la vita, il carattere e le attitudini dei quattro ragazzi, ma non altrettanto a mostrarcele, a farcele conoscere coi nostri occhi. Questo all’inizio, perlomeno; poi finalmente incontriamo diverse occasioni per analizzare meglio le loro personalità, e a dispetto della prima impressione non proprio brillante posso dire che, alla fine, ho trovato i ragazzi caratterizzati abbastanza bene. Notevole anche la crescita interiore che dovranno affrontare, anche se per ovvi motivi non viene portata a compimento in questo primo capitolo della saga.

ariaIl senso di prevedibilità della storia non mi ha mai lasciato, tuttavia: se dovessi decidere di consigliarlo oppure no, probabilmente suggerirei, anche ai lettori molto giovani, di dedicarsi a romanzi che presentino i medesimi temi qui trattati ma in modo di gran lunga più originale e accattivante. Un merito da riconoscergli è la totale assenza delle creature classiche del fantasy, come elfi, nani e draghi, ma non si può comunque dire, ahimè, che i cliché manchino.

È chiaro che si tratta di un titolo dal carattere perlopiù introduttivo, ed è per questo che confido nei prossimi titoli. Per il momento, però, anche se sono certa che coi prossimi libri la faccenda migliorerà, non me la sento di assegnargli una valutazione più alta di così. Potrebbe andare senz’altro benissimo per un pubblico di lettori ai loro primi incontri con la letteratura fantasy, considerata anche la semplicità dello stile, e di sicuro non si tratta di un brutto libro, ma sono del parere che gli manchi ancora qualcosa per essere apprezzato in toto.

*        *       *

In sintesi…

[Recensione] Il mondo di Yesod – Aria [Recensione] Il mondo di Yesod – Aria

Poche idee interessanti e originali
(Susiq, Bosco dei susurri…) Talvolta descrizioni noiose che non
fanno entrare nella storia.

Stile semplice e scorrevole. Trama molto prevedibile.

Personaggi caratterizzati abbastanza
bene. Inizialmente molto raccontato per de-
scrivere i protagonisti.

Molti tra i peggiori cliché del genere,
quasi niente di nuovo.

Forte senso di déjà vu.

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Una frase significativa…

Il vecchio Zalyan continuò in tono solenne:
“Se nella vostra missione vi farete guidare dalla paura del fallimento, allora senz’altro fallirete. E se sarà il desiderio di gloria e fama a guidarvi, ugual­ mente non avrete successo. Due sole dovranno essere le vostre guide: speranza e fiducia, ma dovre­ te avere la forza di trovarle nei vostri cuori, a ogni passo. Tuttavia” disse guardando intensamente ognuno dei quattro ragazzi, “Nessuno vi obbliga ad accettare questa missione. Il Potere vi ha chiamato, voi siete i prescelti, ma… avete ancora una possibi­ lità per tornare alle vostre case e continuare le vostre esistenze. La profezia dice che riuscirete nella missione a costo della vostra vita: nessuno mai vi potrebbe biasimare se ora decideste di torna­ re a casa. Dopotutto, non siete che ragazzi. Avete tempo fino a domani sera per decidere cosa fare. Inutile dire altro prima di quel momento” concluse lo Zalyan.
E senza aggiungere altro, si girò e uscì dalla Sala delle Adunanze con passo lento.


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