ho occasione oggi, grazie alla collaborazione con la casa editrice Delos Books, di sperimentare per la prima volta nella mia vita un'esperienza piuttosto singolare ed emozionante, ovvero recensire un libro che ho avuto piacere e onore di tradurre personalmente.
Il romanzo horror Il Primo Giorno di Rhiannon Frater mi ha incuriosito, terrorizzato e commosso allo stesso tempo, rendendo il lavoro piacevole e scorrevole, anche solo per il desiderio di "leggere come va a finire". Naturalmente, come in tutte le saghe che si rispettino, il primo volume della trilogia L'Era del Mondo Morto costituisce una sorta di "base di partenza" della storia e lascia il lettore con una serie di innumerevoli domande che frullano nella testa, e con una voglia pazzesca di leggere gli altri romanzi della serie. Una cosa però posso garantirvi: quest'autrice ha l'inchiostro (che sia digitale o meno, poco importa) che le scorre nelle vene al posto del sangue, e il successo che ha avuto negli USA è del tutto meritato. Ci aspettiamo quindi che corriate a comprare Il Primo Giorno e che ci scriviate i vostri commenti. Nel frattempo, ecco la mia recensione. Enjoy!!!
Titolo: Il primo giorno
Editore: Delos Books Collana: Odissea Zombie n°2 Traduzione: Germana Maciocci Pagine: 360 Prezzo: 14,90 Euro
Uscita: Ottobre 2011 Trama: Mentre è in fuga da un’orda di famelici Non Morti per salvarsi la pelle, Katie si imbatte nella drammatica ritirata di Jenni dall’attacco dei suoi familiari, intenti a volerle strappare ogni arto del corpo. Unite per necessità, nelle oscurità di un mondo sull’orlo dell’abisso, le ragazze si rifugiano tra le colline del Texas dove scoprono un gruppo di sopravvissuti isolati in una roccaforte di fortuna. Nel fortilizio i superstiti lottano per la sopravvivenza, sfidando giorno dopo giorno le probabilità di spuntarla sull’orda di zombie. Katie e Jenni sanno che la realtà non sarà mai più la stessa; ciò nonostante la vita continua. Nuove amicizie, nuovi amori e nuove famiglie crescono dalle ceneri dell’orrore e della tragedia. La gente guarisce. E sopravvive.
RECENSIONE
Sono stata ispirata da un'immagine forte, che è entrata nella mente un giorno che ero al lavoro. Vidi una giovane mamma in piedi sulla veranda di casa che fissava con lo sguardo delle piccole dita sotto la porta. In quel momento immaginai che le dita appartenessero a suo figlio zombie di due anni intrappolato all'interno della casa. Durante la pausa scrissi la scena su un foglio di carta più velocemente che potevo e la pubblicai su un forum online. Quella scena oggi è l'inizio de Il Primo Giorno. (Rhiannon Frater)Texas, presente/futuro prossimo. Le vite di Jenni e Katie si incrociano un giorno per un caso fortuito e decidono di fuggire insieme, lottando senza tregua per la sopravvivenza, mentre il mondo che fino a qualche momento prima era stato loro familiare viene stravolto all’improvviso da un’invasione di famelici morti viventi. Quella che a una prima analisi banale sembra essere un’epidemia terrificante ma circoscritta si rivela in realtà, mano a mano che il viaggio delle due donne procede, una catastrofe di carattere mondiale, una strage atipica nella quale non ci sono vittime nel senso comune del termine ma zombi che divorano i vivi, contagiandoli, creando altri zombi, in una spirale infinita dell’orrore che non può che definirsi più che raccapricciante.
Come nei romanzi di Stephen King, al quale l’autrice è stata a mio avviso più che giustamente paragonata, ci troviamo davanti all’orrore più tradizionale che si avvia e prende piede nella routine quotidiana, rendendolo in tal modo ancor più inconcepibile ma allo stesso tempo paradossalmente plausibile, profondamente umano, mostruosamente logico mentre irrompe e si diffonde nella vita delle due protagoniste e dei vari personaggi che quest’ultime incrociano durante la loro fuga disperata. Jenni è una giovane casalinga che ha visto marito e due figli piccoli trasformarsi sotto i suoi occhi, rischiando di diventare lei stessa uno zombie. Da tempo programmava la fuga da un compagno violento che aveva ormai reso la vita familiare un inferno. Viene salvata per miracolo da Katie, che passa per puro caso di fronte a casa sua e la vede fuori dalla porta, ancora in camicia da notte, che fissa sotto shock la sua famiglia che cerca di raggiungerla e divorarla. Tale visione l’accompagna durante tutto il viaggio verso una possibile salvezza, e dimora in lei come un tarlo, facendola sentire combattuta tra il dolore per la perdita dei suoi bambini e i profondi sensi di colpa che scaturiscono dal sollievo che la donna prova, per la prima volta nella sua vita, sentendosi libera, non più oppressa da un marito o da un padre maschilista e prepotente. L’istinto di andare avanti e sopravvivere è forte in lei grazie anche alla speranza di riuscire a salvare da quello spaventoso destino almeno il figliastro, in vacanza in un camping sulle montagne del Texas.
Katie, nonostante la giovane età, è un procuratore di successo, abituata a ragionare con il cuore ma è contemporaneamente dotata di una mente logica e ferma. A differenza di Jenni, la sua famiglia, soprattutto il padre, l’ha sempre sostenuta, anche quando ha deciso di sposarsi con un’altra donna. Ed è proprio l’amata moglie che, uno dei primi contagiati, assale Katie quel terribile primo giorno: l’immagine di lei trasformata infesta ormai le poche ore di sonno che Katie riesce a concedersi, e il rimpianto di non essere riuscita a proteggerla e a portarla via con sé. La foto che fa da sfondo al suo cellulare, che la raffigura dolce e sorridente, stride con il ricordo del mostro che ha cercato di morderla, ulteriore conferma che, non bastasse il declino totale che ormai la circonda, il “suo” mondo è ormai alla fine, e niente potrà più essere come prima. Lei e Jenni si affidano istintivamente l’una all’altra, con un moto di simpatia che va al di là della situazione di emergenza contingente, e la protezione di Katie porta Jenni a tirare fuori il lato più forte e sicuro del suo carattere, un lato che lei non sapeva neanche di possedere, mentre la dolcezza e l’apparenza indifesa di Jenni singolarmente consola e stimola Katie ad andare avanti e a cercare una via d’uscita, per quanto sembri impossibile, alla loro situazione apocalittica.
Anche se "Il Primo Giorno" è ambientato in Texas (dove sono nata e vivo ora), la storia è davvero universale. I due personaggi centrali, Jenni e Katie, non solo formano un'amicizia veloce l'una con l'altra, ma sono entrambe donne forti e pronte a lottare pur di salvare i loro cari dagli zombie affamati. Più tardi, si uniscono ad altre persone nella costruzione di una comunità in mezzo al mondo dei morti viventi, per cominciare a creare una nuova famiglia con altri sopravvissuti. Il romanzo è una veloce storia piena di orrori, scene gore, azione e humor nero. (Rhiannon Frater)Durante la fuga le due donne incrociano le loro vite con molteplici tipologie di persone che reagiscono al dramma in modi differenti. C’è chi rinuncia e si arrende all’orrore, anche solo perché non riesce a sopportare la perdita dei propri cari o perché, ormai contagiato, sceglie consapevolmente di non perpetrarne la diffusione e di salvare i propri simili, finché è ancora in grado di poter scegliere. Altri, come Jenni e Katie, sebbene siano ben consci della pericolosità e dell’irrevocabilità del loro presente e del loro futuro, scelgono di lottare e di adattarsi, com’è nella natura più profonda di ogni essere umano.
E in questo nuovo mondo in cui ogni regola naturale deve essere riscritta, le due donne trovano rifugio in una piccola comunità che ha deciso di barricarsi in una sorta di fortino improvvisato senza accettare passivamente la conquista da parte dei morti viventi, e di combattere all’insegna della vita e della solidarietà. La drammaticità del racconto della Frater è anche nella sua intelligente e accurata descrizione dell’altra faccia della medaglia di una situazione in cui un gruppo di persone si trova, in uno spazio limitato, a dover scegliere cosa è bene e cosa è male, in uno scenario che già di per sé confonde facilmente le idee: Homo Homini Lupus.
Alla ricerca disperata di un equilibrio tra ciò che era e ciò che è, Katie e Jenni lottano con i loro nuovi compagni con tutte le loro forze, per non far morire definitivamente un mondo ormai del tutto fuori di sesto, in una battaglia senza fine che drammaticamente non vede, non può vedere né vincitori né vinti - anche gli umani ormai zombie sono pur sempre delle vittime di qualcosa o qualcuno che ancora non ha un nome. Come già scritto nella premessa a questa recensione, questo primo volume della saga de L’Era del Mondo Morto ci lancia senza paracadute in un mondo improbabile ma affatto impossibile, se consideriamo anche solo tutti gli esperimenti che si dice vengano sostenuti ufficiosamente nei laboratori delle grandi potenze mondiali, e con abilità spinge verso la lettura dei volumi successivi per il desiderio di vedere “come andrà a finire”, o meglio, come andrà ad iniziare la nuova Era narrata da Rhiannon Frater.
Per i più curiosi: potete leggere QUI un estratto del libro... l'agghiacciante inizio della storia di Jenni e Kate. L'AUTRICE:
Rhiannon Frater vive e lavora ad Austin, in Texas, con il marito. Rhiannon ama leggere, guardare film, divertirsi con i videogiochi e trascorrere intere giornate con gli amici quando non è occupata al computer a scrivere le sue storie. In passato ha collaborato a The Edge Magazine e Reloaded Monthly. Come autrice indipendente ha pubblicato gli Urban Fantasy The Tale of the Vampire Bride e Pretty When She Dies, quest’ultimo opzionato per un film cinematografico, e la trilogia As the World Dies: A Zombie Epic, con la quale si è aggiudicata per due volte il Dead Letter Award. Le sue zombie novel sono diventate in poco tempo un vero e proprio caso letterario, di recente passate nelle mani della Tor Books per un rilancio editoriale internazionale e della Fox Law Group per un possibile adattamento cinematografico o televisivo. Il suo blog è rhiannonfrater.blogspot.com. Il sito della saga èhttp://astheworlddies.com/