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Recensione: "Inquietudine d'amore" di Yukio Mishima

Creato il 26 gennaio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Carissimi lettori, 
oggi voglio parlarvi e raccomandarvi la lettura di qualcosa che è meno di un libro, perché composta solo da una trentina di pagine in formato carte da gioco, ma anche molto più di un libro, per la forza visiva delle immagini che trasmette e per il suo messaggio.
Si tratta di un dramma in atto unico, quindi destinato alla rappresentazione teatrale, scritto dal maestro scrittore e drammaturgo giapponese Yukio Mishima, forse l'esponente della letteratura giapponese più conosciuto in Occidente. Grazie alle sue opere in cui affronta la dicotomia tra i valori del Giappone tradizionale e l'aridità del mito Occidentale che all'epoca stava allungando i suoi tentacoli nella sua amata Patria, e ancor più forse per il suo ultimo ed estremo atto di protesta contro la modernizzazione e l'occidentalizzazione del Giappone e la conseguente perdita dei suoi valori tradizionali: il rituale di seppuku pubblico davanti alle televisioni nazionali nel 1970.  Anche la storia raccontata in Ai no Fuan, surreale ed inquietante,  per quanto breve riesce a intrecciare i temi tanto cari all'autore di amore e morte. Ambientata all'interno di un magazzino vicino al porto nel 1949, è incentrata sull'incontro tra il giovane delinquente Shigeru e la sua altrettanto giovane ragazza Michiko, alla vigilia di un forzato, doloroso e definitivo addio. Un'unica location, un unico dialogo, tre protagonisti immaturi e fragili davanti a una realtà più grande di loro...
"QUI sono possibili la lettura on line e il download legale del libro"
RECENSIONEHo letto questo breve dramma in atto unico molte più volte di quante abbia potuto segnarmi e ogni volta a distanza di anni tra una e l'altra mi ritrovo a tremare per la profondità che Mishima riesce a infondere nelle parole e nei gesti dei tre sfortunati protagonisti.

Un magazzino desolato e abbandonato, illuminato solo da una candela e dai raggi della luna... Il giovane Shigeru di soli diciassette anni vi si nasconde in attesa di fuggire con la nave di contrabbandieri che salperà la mattina all'alba, perché ha ucciso. Non intenzionalmente, ma ha ucciso. E' raggiunto inaspettatamente da Michiko, che appena tornata dalla gita scolastica ha saputo di lui ed è corsa a cercarlo... Questa notte dovranno dirsi addio. Si rincorrono frasi sciocche e spaventate, minacce e dichiarazioni d'amore, di due amanti troppo giovani e sprovveduti che non sanno come esprimere il loro amore e il loro dolore, che non sono pronti a quell'addio definitivo.


Ma quando l'affetto vince ogni indecisione e supera i tentennamenti dell'immaturità, si trasforma in passione e Shigeru e Michiko si ritrovano avvinghiati decisi a concedersi l'uno all'altra per la prima volta. Ma qualcuno interrompe il loro atto d'amore, uno strano essere vestito da marinaio con il viso di un feto di circa quattro mesi: il loro feto di quattro mesi, il loro bambino...
Il dialogo che segue è capace di spezzare il cuore, di far sprofondare nel mare dei perché e dei se, di commuovere e di far inorridire. Più potente e forse più efficace di un trattato di bioetica o di lunghe digressioni sul valore della vita e sul diritto alla vita. Ma non servirà a separare i due giovani, che nella disperazione dell'imminente separazione chiuderanno gli occhi davanti al futuro che è stato loro appena rivelato e sceglieranno di vivere il loro unico rapporto sessuale.
Il finale sconvolgente, con il feto che rientra in scena e, a luci ormai spente e sipario calato, spara ai suoi due genitori che lo hanno appena concepito, lascia senza fiato e con la testa piena di domande e riflessioni...

"Mia madre mi ucciderà. Fra quattro mesi, in un caldo giorno d'estate. E' una cosa già decisa. Nessuno può cambiarla... Io non conosco la luce del sole né il profumo dell'aria. Io conosco soltanto il gusto e l'odore del sangue. Mia nonna istigherà mia madre a uccidermi. E' il destino. Verrà una strana vecchia. Mia madre giacerà sdraiata e mi farà uccidere da un'altra persona. Per questo motivo non diventerò mai un marinaio, né qualcos'altro."
Un piccolo capolavoro!
L'AUTORE:Hiraoka Kimitake nacque a Tokio nel 1925; figlio di un ufficiale del governo giapponese che ostacolava la sua passione per l'arte e le lettere, pubblicò le sue opere con lo pseudonimo di Yukio Mishima. La sua seconda opera, Confessioni di una maschera (1949 - in Italia pubblicato da Feltrinelli), in parte autobiografica, gli conferì subito fama e successo anche all'estero. Popolarità che si consolidò con opere come La voce delle onde (1954 - in Italia pubblicato da Feltrinelli), Il padiglione d'oro (1956 - in Italia pubblicato da Feltrinelli), Lezioni spirituali per giovani samurai (1968-69 - in Italia pubblicato da Feltrinelli e SE), il più commerciale Musica (in Italia pubblicato da Feltrinelli) e soprattutto la tetralogia Il mare della fertilità (1965-1971 - in Italia i quattro volumi sono stati pubblicati da Bompiani). Mishima è morto suicida nel 1970, con un rituale di seppuku pubblico davanti alle televiosni nazionali, come ultimo ed estremo atto di protesta contro la modernizzazione e l'occidentalizzazione del Giappone e la conseguente perdita dei suoi valori tradizionali.

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