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Recensione: “Io che amo solo te” di Luca Bianchini

Creato il 01 luglio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Ossimoro Conosco Luca Bianchini (anche personalmente) da quando ero un’adolescente brufolosa e lui un copywriter trentenne che aveva pubblicato un romanzo carino per Mondadori (Instant Love): ci siamo incontrati per caso a un concorso letterario sponsorizzato dai mezzi pubblici torinesi, in cui lui faceva parte della giuria e io dei partecipanti.

Da allora ho seguito la sua parabola creativa: l’ho visto diventare il biografo di Eros Ramazzotti (i proventi di quel libro gli permisero di lasciare il lavoro per dedicarsi completamente alla scrittura), nonché presentare il programma radiofonico “Colazione da Tiffany” e amministrare un blog molto seguito su Vanity FairMa soprattutto l’ho visto maturare dal punto di vista letterario: il romanzetto disimpegnato sul menage à trois che l’ha lanciato è ormai molto lontano, anche se molte delle sue tematiche d’elezione sono rimaste le stesse.

Io che amo solo te, che prende in prestito il titolo della bellissima canzone di Sergio Endrigo, è il primo romanzo di Bianchini ambientato al sud e precisamente in Puglia, a Polignano a Mare, in una settimana spazzata dal maestrale. Una settimana in cui ha luogo un evento mitico: il matrimonio in pompa magna di due ragazzi i cui genitori si sono amati per tutta la vita, senza mai potersi sposare.

Un libro che unisce una leggerezza propria del sentire “bianchiniano” con una riflessione a tutto tondo sulla natura dell’amore e soprattutto sulla mai scontata dialettica “amore-matrimonio” in un percorso adombrato soltanto dal finale, davvero un po’ troppo consolatorio per un romanzo così deliziosamente chiaroscurato.
Recensione: “Io che amo solo te” di Luca Bianchini
Autore: Luca Bianchini Titolo: Io che amo solo te Editore: Mondadori Collana: Scrittori italiani e stranieri Pagine: 262 Prezzo: 16 euro Trama: Ninella ha cinquant'anni e un grande amore, don Mimi, con cui non si è potuta sposare. Ma il destino le fa un regalo inaspettato: sua figlia si fidanza proprio con il figlio dell'uomo che ha sempre sognato, e i due ragazzi decidono di convolare a nozze. Il matrimonio di Chiara e Damiano si trasforma così in un vero e proprio evento per Polignano a Mare, paese bianco e arroccato in uno degli angoli più magici della Puglia. Gli occhi dei 287 invitati non saranno però puntati sugli sposi, ma sui loro genitori. Ninella è la sarta più bella del paese, e da quando è rimasta vedova sta sempre in casa a cucire, cucinare e guardare il mare. In realtà è un vulcano solo temporaneamente spento. Don Mimi, dietro i baffi e i silenzi, nasconde l'inquieto desiderio di riavere quella donna solo per sé. A sorvegliare la situazione c'è sua moglie, la futura suocera di Chiara, che a Polignano chiamano la "First Lady". E lei a controllare e a gestire una festa di matrimonio preparata da mesi e che tutti vogliono indimenticabile: dal bouquet "semicascante" della sposa al gran buffet di antipasti, dall'assegnazione dei posti alle bomboniere - passando per l'Ave Maria -, nulla è lasciato al caso. Ma è un attimo e la situazione può precipitare nel caos, grazie a un susseguirsi di colpi di scena e a una serie di personaggi esilaranti.
RECENSIONE Il torinesissimo Luca Bianchini, l’anno scorso a quest’epoca, è capitato in Puglia per un giro di presentazioni del suo ultimo romanzo e, complice un dolce “rapimento” da parte di una famiglia pugliese, si è trovato a partecipare a 18 matrimoni nel giro di un’estate. Le storie che ha sentito raccontare tra una portata e l’altra sono state l’ispirazione per questo romanzo corale, che ha scritto mentre ancora si trovava nella suggestiva cornice della costa pugliese.
Recensione: “Io che amo solo te” di Luca Bianchini
Il risultato è un racconto che prende il lettore in un vortice di preparativi matrimoniali, coinvolgendolo in tutte le piccole e grandi storie di cui sono protagonisti i personaggi di questo romanzo: ci sono Ninella e Don Mimì, con il loro grande amore in sospeso da 30 anni; ci sono Chiara e Damiano, i futuri sposi, che a pochi giorni dalle nozze sembrano davvero lontani anni luce dal “per sempre felici e contenti”; c’è la sorella della sposa, l’adolescente Nunzia detta Nancy, che lotta per perdere chili e verginità, nella speranza di non perdere il titolo di “Pippa Middleton di Polignano”; c’è il fratello dello sposo, il bellissimo Orlando, che arriva alle nozze con una finta fidanzata per nascondere la sua omosessualità; c’è il make-up artist, che si finge gay per trovare ingaggi; c’è la zia Dora, che mangia sushi, va dall’estetista e da quando vive in Veneto chiama i suoi parenti “voi meridionali”; c’è Vito Photographer, che attenta alla virtù della sposa che dovrebbe limitarsi a fotografare sulle scogliere; c’è Matilde, la moglie di Don Mimì, che difende con le unghie e con i denti il suo posto in famiglia e in paese, dove la chiamano “la first lady”, e spadroneggia sui posti a sedere e sull’ampiezza della scollatura della sposa. Il tutto in un caotico (ma metodico) crescendo, che arriva al culmine di una festa nuziale che fa tanto “Il mio grosso grasso matrimonio greco” con sala ricevimento in stile New Orleans, cantanti neomelodici, trenini, 300 invitati, decine di portate e soprattutto la resa dei conti finali, che vedrà ogni nodo, a modo suo, giungere al pettine. Luca Bianchini imbastisce un romanzo intrigante obbligando letteralmente il lettore a voltare pagina; ed è bello che ci riesca raccontando un evento topico, qualcosa che al giorno d’oggi non va più di moda come un tempo, né nella realtà né nella fiction. La luce in cui sono riportati i suoi personaggi pugliesi è sempre in bilico oltre l’ironia, che spesso sfocia nella satira. Tuttavia non sono d’accordo con quelle recensioni che ritengono i protagonisti ridotti a caricature; non c’è alcun dubbio sul fatto che si tratti di personaggi tridimensionali, piuttosto sono forse i sentimenti a risultare, alla fine, più superficiali di quanto le premesse potessero far supporre. Ma sono dell’idea che demitizzare i grandi amori sia, in questo periodo storico, un alto scopo che la letteratura fa bene a prefiggersi.
Nota stonata solo il finale, un po’ troppo lieto e poco in linea con le ambigue premesse: in questo, il precedente “Siamo solo amici” aveva dato il meglio della penna di Bianchini, battendo di qualche misura quest’ultimo. Pollice bene in alto, invece, per la copertina: penso che non ci sia più niente di romanticamente contraddittorio di due peperoncini abbracciati. 
In definitiva un romanzo avvincente, divertente, che sa di mare e di spaghetti allo scoglio, che fa venire voglia di andare in Puglia, di fare festa, e di domandarsi quali siano gli scheletri nell’armadio di ogni festa.
Decisamente consigliato, soprattutto per portare un po’ di spuma di mare nell’estate di chi al mare non ci andrà.
Recensione: “Io che amo solo te” di Luca Bianchini
L’AUTORE Luca Bianchini (Torino, 1970) per Mondadori ha pubblicato i romanzi Instant Love (2003), Ti seguo ogni notte (2004), Se domani farà bel tempo (2007) e Siamo solo amici (2010). Nel 2005 ha scritto la biografia di Eros Ramazzotti Eros - Lo giuroDal 2007 conduce "Colazione da Tiffany" su Radio2. Collabora con Repubblica e Vanity Fair, per cui tiene anche un seguitissimo blog: Pop Up. Ha intervistato gli Abba, "Harry Potter" e Michael Stipe, e ne è molto orgoglioso.

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