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Recensione "Joyland" di Stephen King

Creato il 23 luglio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Andrea Marzella

Cari lettori, il libro di cui vi sto per parlare mi ha reso particolarmente sentimentale e voglio cominciare questa recensione con un ricordo della mia infanzia. Uno dei ricordi più belli delle scuole elementari è la piccola biblioteca da cui dovevamo scegliere la lettura della settimana — o del mese, non c'era una regola fissa. Era tutto molto spartano: la biblioteca altro non era che un armadio di ferro, grigio e serio, ma che, una volta aperte le ante, rivelava un cuore caldo di colori vispi e odore di carta. Ancora oggi, quando vado in biblioteca, mi piace passare nel settore dei ragazzi per ritrovare quelle vecchie edizioni che il tempo ha reso ancora più simpatiche. Sono piccole gioie che ogni lettore conosce, giusto? Proprio da questa consapevolezza sembra nascere l'idea di Joyland, l'ultimo romanzo di Stephen King.
Autore: Stephen King
Titolo: Joyland
Traduzione: Giovanni Arduino
Casa editrice: Sperling &Kupfer
Pagine: 352
Prezzo: € 19,90
Data di uscita: 4 giugno 2013
Trama: estate 1973, Heaven's Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo di personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw, che gli affitta una stanza, ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in bolletta come lui e ben presto inseparabili amici; dall'ultranovantenne proprietario del parco al burbero responsabile del Castello del Brivido. Ma Dev scopre anche che il luogo nasconde un terribile segreto: nel castello, infatti, è rimasto il fantasma di una ragazza uccisa macabramente quattro anni prima.

RECENSIONE Quando abbiamo letto che Stephen King non avrebbe pubblicato in e-book il suo ultimo romanzo, ci è venuto un colpo. Ma come, proprio lui, il pioniere delle pubblicazioni digitali, quello che già pubblicava in formato elettronico quando noi, qui in Italia, a malapena cominciavamo a imparare come accendere un computer. Proprio lui, cari lettori. Una volta letto il libro in questione, ho capito perché: Joyland è un tributo ai cari vecchi libri, ai paperback con le copertine segnate dal tempo, con gli angoli smussati, con le pagine ingiallite e... ok, ci do un taglio, tanto avete capito che sto parlando dei cari vecchi libracci. Joyland è pura Operazione Nostalgia, a cominciare da un incipit perfetto, di cui vi riporto una parte:

È stato l'autunno più bello della mia vita; continuo a sostenerlo anche quarant'anni dopo. E, allo stesso tempo, non mi sono mai sentito così infelice. La gente pensa che il primo amore sia tanto dolce, e lo diventi ancora di più quando il legame si spezza. Conoscerete almeno un migliaio di canzoni pop e country sull'argomento, con qualche povero scemo dal cuore infranto. Ma quella prima ferita è la più dolorosa, la più lenta a guarire e lascia una cicatrice orribile. Che ci sarà di dolce...


Questo è il sentimento di cui è intriso il romanzo, nonostante si tratti di una ghost story con un giallo da risolvere. Il punto è che Stephen King è talmente bravo a calarci nell'atmosfera degli anni '70 che ce ne frega da qua a là dell'identità dell'assassino e del fantasma. Per carità, non fraintendiamoci, il giallo è fatto bene e tutti i meccanismi scattano al momento giusto con una buona dose di elementi sovrannaturali, ma al centro del racconto c'è un mondo scomparso, esattamente come nel lavoro precedente di King, 22/11/'63. Se 22/11/'63 è una specie di requiem per l'America degli anni '50, ubriaca di american dream, Joyland ci porta in un'America già smaliziata, in cui sono evidenti le crepe della rivoluzione sociale in corso ma in cui è ancora presente un certo romanticismo analogico. Le telefonate filtrate da madri-cerberi, le meraviglie del sistema interbibliotecario, le cartoline delle vacanze: dettagli su cui King insiste per dipingere un'epoca in cui l'avvento del digitale era poco più di un miraggio. Lo stesso Joyland, il parco di divertimenti in cui il romanzo è ambientato, è un dinosauro che sta andando estinguendosi, soppiantato dai grandi parchi a tema supportati dall'uso massiccio del marketing: una metafora per dire che c'è stato un momento in cui l'industria del divertimento non aveva bisogno di adottare astruse politiche aziendali per vendere, bastavano l'intuizione e il sudore.

Con la ferma decisione di non distribuire  inizialmente  Joyland in formato digitale, King svela il vero obiettivo di questo romanzo solo all'apparenza innocente: farci fermare un secondo a riflettere se la direzione che ha preso l'industria dell'intrattenimento, editoria compresa, è quella giusta, oppure, senza rendercene conto, sta perdendo qualcosa per strada, fosse anche il semplice piacere del lettore di andare in libreria a comprare i libri, e leggerli con la carta. Non credo che in Italia questo aspetto reazionario sia così dirompente, visto che le vendite del digitale rispetto al cartaceo sono ancora basse, ma negli Stati Uniti, dove le librerie chiudono anche per effetto delle vendite degli e-book, costringere i propri lettori a rivolgersi a un libraio è un atto che ha un grande valore simbolico sul piano sentimentale, più che su quello economico; come tributo, Joyland infatti non risolleverà le sorti delle librerie e, anzi, paradossalmente ne decreterà la morte, relegandole a un passato prossimo che sembra già appartenere alla leggenda, esattamente come il luna park e le attrazioni divorate dalla ruggine. Alla fine del giro, Stephen King sembra stare sempre un passo avanti: come quindici anni fa si lanciava spavaldo nelle pubblicazioni digitali, ora si dimostra già pronto a dare l'estremo saluto ai libri cartacei attraverso un libro, coinvolgendo tutti i lettori in una veglia in cui, pare, saranno versate parecchie lacrime in ricordo di quei libri che più invecchiano e più sono simpatici.


L'AUTORE
Stephen King è uno dei più grandi autori contemporanei di horror. Attivo dagli anni '70, i suoi romanzi sono stati spesso portati sia sul piccolo che sul grande schermo. Attualmente è trasmessa "Under The Dome", serie TV tratta dal suo romanzo The Dome. A settembre uscirà negli Stati Uniti il suo prossimo lavoro, Doctor Sleep, seguito di Shining.


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