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[Recensione] L’agnello carnivoro – Augustin Gómez-Arcos

Creato il 20 marzo 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] L’agnello carnivoro – Augustin Gómez-ArcosTitolo: L’agnello carnivoro
Autore: Augustin Gómez-Arcos
Editore: L’Ippocampo
ISBN: 9788888585857
Num. Pagine: 384
Prezzo: 13.00€
Voto: [Recensione] L’agnello carnivoro – Augustin Gómez-Arcos

Trama:
All’immagine della Spagna vinta dal franchismo, la casa dove cresce il giovane Ignacio è ermeticamente chiusa. Attraverso l’odio che porta alla madre, attraverso l’amore che porta al fratello maggiore, il ragazzo pian piano scopre il mondo. L’innocente agnello comincia allora a divorare tutto sul suo passaggio, mettendo a nudo gli ingranaggi di una società che si compiace nella propria disfatta, mordendo spietatamente il conformismo e le ipocrisie. Al termine del crudele banchetto, tutti sono morti. I due fratelli possono infine ritrovarsi…

Recensione:
Un libro per chi non ha paura di guardarsi dentro e scoprire che le cose a volte sono più profonde, più ciniche e intense di quanto abbia mai pensato.
L’agnello carnivoro è ambientato in una Spagna borghese che sta vedendo in quegli anni il proprio declino dopo l’ascesa del franchismo, l’ambientazione è lussuosa e minimale in cui gli occhi del protagonista ci mostrano la sua famiglia fatta di frammenti di esseri umani, piccoli dettagli che ci disegnano un mondo tra quattro mura apparentemente dorate ma in cui niente è come sembra.
C’è una madre che veste perle e abiti costosi per sopperire alla delusione di aver avuto un figlio completamente sano; c’è un padre dai baffi scuri che se ne sta sempre rinchiuso nel suo studio a ricevere persone e ascoltare quella voce alla radio; c’è un fratello più grande che fa gli allenamenti nudo ed è lui la causa dell’odore di zolfo; e c’è Ignacio, la voce narrante, che ci mostra tutto con quell’ingenua cattiveria che dovrebbe far accapponare la pelle delle persone bene, ma che in realtà non fa altro che farci vedere le cose con una chiarezza cristallina.
Il romanzo si snoda da la storia della famiglia, le vicissitudini e le stranezze, e la storia d’amore che sembra un prologo e insieme una conseguenza di quella gabbia luminosa, un incesto che ha come contorno fiori gialli e nessuna polemica o scandalo, tutto è così naturale che verrebbe quasi da chiedersi Perché no?
L’agnello carnivoro è un inno alla libertà di essere se stessi senza nemmeno preoccuparsi di mostrarlo al mondo, è una rivincita e insieme una vendetta, è la soddisfazione di sentirsi diversi e andarne fieri, sorpassando le generazioni, sorpassando anche la morte.
Un libro non per tutti, ma per palati fini, per chi sa leggere tra le righe e sa apprezzare un po’ di malignità affilata che lascia con quella gradevole sensazione di aver fatto giustizia.


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