Titolo: L’altra famiglia
Autore: Joanna Trollope
Editore: Mondadori
Traduttore: Raffaella Brignardello
ISBN: 9788852029851
Num. Pagine: 343
Prezzo: 9,90€
Voto:
Trama:
Richard l’amava, di questo Chrissie è sempre stata sicura. Per lei ha lasciato il figlio Scott e Margaret, la prima moglie. È con lei, con Chrissie, che ha diviso oltre vent’anni di felice convivenza, la nascita di tre figlie amatissime, la vita professionale, senza più farsi vivo con “l’altra famiglia”. Perché allora non ha mai divorziato da Margaret? Margaret conosceva Richie come nessun altro, gli è stata accanto fin dai tempi della scuola, nei poveri sobborghi di Newcastle, gli ha dato un figlio, lo ha supportato nei difficili esordi come musicista, ha assistito ai suoi primi successi. Perché allora lui l’ha lasciata per una donna molto più giovane? Perché non si è più fatto vivo? Quando Richard muore per un attacco di cuore improvviso, le domande delle due donne sembrano destinate a rimanere senza risposte. Ma quando all’apertura del testamento si scopre che Richard ha lasciato il suo prezioso pianoforte e i diritti sulle canzoni di maggior successo a Margaret, lo scenario cambia. Sentimenti come l’amore, la fedeltà, il senso di abbandono e perdita assumono significati nuovi. E, per la prima volta, le due famiglie sono costrette a incontrarsi.
Recensione:
Un libro che definirei sottotono, discreto, estremamente riflessivo, adatto alle persone che amano l’introspezione.
Il romanzo si apre con un avvenimento che fa parte delle nostre esistenze da sempre ma che ogni volta riesce a sconvolgere: la morte di un padre, di un marito, di un artista. Richard muore e Chrissie, la donna più giovane che da lui ha avuto tre figlie, si ritrova improvvisamente a dover affrontare una realtà priva del suo uomo e delle sue cose, un dolore imprevisto e devastante che la lascia spaesata, in cui deve ritrovare se stessa e allo stesso tempo abituarsi alle reazioni differenti delle figlie che elaborano il lutto in maniera diversa.
Senza contare che sopraggiunge l’altra famiglia, quella precedente, la moglie di Richard – da cui lui non aveva mai divorziato – e il figlio ormai adulto, suonatore di pianoforte e con una vita piuttosto piatta, scandita dalla routine di tutti i giorni.
Gli atteggiamenti e i pensieri di tutti i protagonisti vengono stravolti e ridimensionati, i loro sentimenti tra le pagine vengono affrontati con delicatezza ma approfonditamente, i dettagli, le piccole manie, i loro caratteri si delineano con chiarezza attraverso le parole, le azioni e gli occhi degli altri, in un caleidoscopio che racconta con mano esperta come e cosa cambi in loro con l’evolversi degli eventi.
Vengono affrontati – capitolo dopo capitolo senza mai concentrare troppo in troppo poco – temi come l’affermazione di se stessi, il senso di tradimento dei morti e dei sopravvissuti, l’attaccamento ai propri cari in tutte le sue sfaccettature, da quelle più gradevoli a quelle più spinose. E la libertà di pensiero, le relazioni e l’indipendenza, il desiderio di seguire una strada difficile ma sognata da sempre, e il coraggio di percorrerla grazie ad aiuti inaspettati. È un libro che ho apprezzato perché il cambiamento, fonte di angosce, di paure, di destabilizzazione, viene assorbito, assimilato e trasformato in un nuovo inizio, senza grandi scossoni, senza passaggi intermedi poco credibili, ma con automatismo, con un perfetto realismo e una spruzzata d’ottimismo.
L’altra famiglia è un bel romanzo, ben scritto e con un significato che di certo non cambia la vita ma fa capire che non bisogna mai bloccarsi nei propri schemi mentali, che occorre prendersi il proprio tempo per prendere atto delle avversità e non lascarsi sopraffare, ma adoperandole come sprono per maturare e diventare più forti.
È un libro che consiglio a chi non ha paura dell’introspezione, a chi ama l’analisi psicologica dei personaggi e i diari di vita. Non troverete grandi colpi di scena, né particolare talento descrittivo, ma è interessante, dolce e amaro a modo suo, contemplativo. Che lascia con un sorriso.