Titolo originale: Angelfall (Penryn & the End of Days #1)
Traduzione: Marianna Cozzi Casa editrice: Fanucci Genere: Urban/fantasy, post-apocalittico, Y/A Pagine: 320 Prezzo: €12,00 Data di pubblicazione: 25 luglio 2013 Trama: Un esercito di angeli sterminatori ha attaccato la Terra: dopo poche settimane la violenza dilaga ovunque, insieme alla paura e alla superstizione. Nella Silicon Valley ostaggio delle gang, la diciassettenne Penryn cerca di sopravvivere e proteggere la sua famiglia, fino a quando gli angeli guerrieri non rapiscono sua sorella minore, la più fragile, la più indifesa. L’unico modo per salvarla è affidarsi a un nemico, un angelo che ha perso le ali in combattimento e ora ha bisogno, come Penryn, di raggiungere la roccaforte delle crudeli creature alate a San Francisco. Nel viaggio che li porterà alla città, Penryn e Raf impareranno a contare solo l’una sull’altro, in un deserto in cui regnano la devastazione e il sospetto e in cui il pericolo è dietro ogni angolo.
RECENSIONE Prima di addentrarci nel mondo creato da Susan Ee un avviso ai lettori interessati: se state cercando un Y/A a tinte soprannaturali dove i nostri due eroi di specie diverse si innamorano, lottano contro i loro sentimenti e contro le diversità che li dividono allora questo libro NON fa per voi. Niente scene da batticuore, niente “Mi ami?”, ”No, non posso amarti”, niente confessioni al chiaro di luna o vibranti e sensuali sensazioni alla vista di lui o di lei. In questo libro non troverete niente di tutto ciò, l’unico elemento che identifica il genere di Susan Ee come un Y/A è l’età della protagonista e, forse, un paio di scene che sanno di 'già visto'. Se invece volete qualcosa di diverso, senza romanticume vario e che potrebbe generare qualche incubo di notte beh, allora questa è la lettura adatta!
Fotogramma da film "the road" tratto
dal libro di C. Maccharty
Penryn è una ragazza di 17 anni che si porta sulle spalle un fardello molto pesante, una madre schizofrenica e una sorella di sette anni disabile. Il padre è scomparso da alcuni anni e Penryn ha dovuto badare alla famiglia, peso che diventa ancora più frustrante e impegnativo adesso che la semplice sopravvivenza è l’obiettivo principale. Durante la fuga dalla città, Penryn e la sua famiglia sono testimoni di un attacco da parte di un gruppo di angeli nei confronti di un loro simile. Solo l’intervento della ragazza permetterà a Raf, l’angelo caduto, di salvarsi.
La ritorsione però non si fa aspettare e uno degli angeli carnefici rapisce la sorellina di Penryn che si troverà costretta a cambiare le sue priorità e i suoi piani. Ora il suo obiettivo non è solo sopravvivere, ma trovare la sorella e portarla via da quell’incubo sana e salva. Deciderà di soccorrere l’angelo caduto con l’unico scopo di torturarlo e farsi dire dove tengono la sorella ma, come capita di solito in queste situazioni, i suoi piani non vanno così lisci. L’assoluta indifferenza da parte dell’angelo ai suoi tentativi di tortura e l’attacco da parte di alcuni saccheggiatori obbligheranno i due a coprirsi, loro malgrado, le spalle a vicenda e a giungere ad una specie di accordo: l’angelo aiuterà Penryn ad arrivare alla Roccaforte, centro di comando della sua gente, dove tengono la sorella e, la ragazza, restituirà a Raf le sue ali di modo che, giunti alla Roccaforte, potranno essere riattaccate.
Questo sarà l’inizio di un viaggio che trascinerà il lettore in un vero inferno post-apocalittico più simile alle atmosfere malate di The Road di Mccarthy che a qualsiasi altro Y/A distopico letto finora.
Un viaggio allucinante che diventerà più disturbante passo dopo passo raggiungendo il suo apice sul finale del libro. Una lettura intrigante e mozzafiato resa ancora più incisiva dalla scelta dell’autrice di raccontare l’intera storia solo attraverso il punto di vista della protagonista Penryn. Il lettore si ritrova a vivere la situazione e a comprendere il mondo post-apocalittico in cui si muove Penryn solo attraverso il suo vissuto. Una scelta azzardata, che spesso genera una sorta di confusione nel lettore e, a dirla tutta, anche nella protagonista, che vorrebbe capire maggiormente questo nuovo mondo e assetto, ma che paga perché, chi legge, non può fare a meno di sentirsi coinvolto nella narrazione con il desiderio, frustrante a volte, di saperne di più.Molti sono gli elementi affascinanti di questa storia, in primis la capacità dell’autrice di creare una vera e propria nuova civiltà, con forti rimandi biblici, che pensa e agisce in maniera diversa dalla nostra (apparentemente). Raffe (tradotto in italiano con Raf), per gran parte della narrazione rappresenta un personaggio oscuro, strano, diverso, sebbene molti dei suoi atteggiamenti siano molto umani. È un personaggio che durante il corso della storia si “sbottona” poco e, solo attraverso alcuni dialoghi, il lettore ha la possibilità, come la protagonista, di capire qualcosa in più degli angeli. Civiltà che per molti versi è uno specchio della nostra: trame politiche, omertà, silenzi e pregiudizi che noi stessi vediamo ogni giorno della nostra vita reale. Ed è proprio su questi elementi che si gioca la forza del romanzo che riesce a portare avanti delle riflessioni molto interessanti sull’orrore della guerra, la faccia del nemico, le follie scientifiche/tecnologiche ma anche il desiderio di rivalsa e la difficoltà di scindere le atrocità commesse da un popolo, dal singolo individuo che ci sta di fronte.
Penryn inizialmente odia Raf in quanto angelo. Ne può rimanere incantata per la bellezza ma non può fare a meno di vedere in lui il nemico che ha distrutto il suo mondo eppure, durante il cammino, la vicinanza forzata mostrerà un altro volto delle cose. La civiltà degli angeli è spietata, crudele, da conquistatore domina sugli umani schiavizzandoli e Penryn vorrebbe la loro distruzione e a ben ragione ma, non riesce a pensare la stessa cosa di Raffe, non perché si è innamorata di lui ma perché ha cominciato a conoscerlo, ha letto la sofferenza nei suoi occhi e ha condiviso con lui molti orrori. Stessa cosa accade all’angelo caduto che non può fare a meno di provare rispetto per la forza, la lealtà di Penryn che, in diverse occasioni, è venuta in suo aiuto.
Ogni elemento della storia è perfettamente calibrato e per il lettore è una lenta ed inesorabile discesa verso luoghi agghiaccianti e figure da incubo che sbucano come in un Horror movie. Il lettore vive nella perenne sensazione di essere braccato e, ogni orrore che i due protagonisti incontrano durante il loro cammino, non fa che aumentare questa sensazione claustrofobica che sfocia nelle spettacolari pagine finali che aprono ad uno scenario ancora più inquietante e disturbante. Non meno importanti sono le diverse figure secondarie che costellano la storia rimarcando l’alienità della situazione in cui si trovano. Se io stessi guardando un film, la madre meriterebbe un applauso a scena aperta, raramente mi è capitato di incontrare un personaggio così forte, incisivo e particolare come lei.
Fotogramma dal film "the road"
Tutto di questo libro mi spinge all’attesa della pubblicazione del secondo, che dovrebbe avvenire negli Stati Uniti a novembre. Devo però avvertirvi che la versione italiana presenta un’unica e grossa pecca (esclusa la copertina che non ci azzecca nulla): la traduzione. Generalmente non mi permetto mai di parlare della traduzione perché leggendo solo in italiano non ritengo di avere le competenze per parlarne, ma in questo caso farò un’eccezione.Dall’inizio della lettura ho spesso trovato passaggi poco chiari, frasi apparentemente lasciate a metà, azioni compiute da un soggetto maschile che vengono invece attribuite ad un soggetto femminile. Errori nella consecutio temporum e via di seguito. Quando mi trovo di fronte a situazioni del genere preferisco sempre pensare che le problematiche siano dovute alla traduzione fin troppo letterale del testo, piuttosto che mettere in dubbio a priori la capacità delle traduttrici.
Visti i tempi di crisi che corrono e la consapevolezza che il mondo di chi traduce è fatto da compensi irrisori, dalle tempistiche troppe strette e molto spesso dalla totale mancanza di un editing sulla traduzione, un lavoro che permetterebbe di “aggiustare” molte delle problematiche (per chi fosse interessato ecco due nostri interessanti articoli dedicati al mondo dei traduttori qui e qui), mi aspetto degli errori e come per i refusi, preferisco non farci troppo caso ma, se la traduzione inficia la lettura del libro allora le cose, a mio parere, devo essere dette. In primis per rispetto di chi, leggendo questa recensione, è incuriosito dal libro, ma anche per ricordare alla casa editrice che forse, una politica al risparmio sulle traduzioni, a lungo andare diventa fortemente controproducente e sempre più lettori saranno spinti a non acquistare libri di tale casa editrice o a leggere direttamente in inglese (persino io, che in inglese non sono una cima, durante la lettura de L’angelo caduto ho pensato: "Adesso lo mollo e tento di leggerlo in lingua perché così non posso andare avanti!").
Sottolineo, il problema non è per casuali errori durante la lettura, ma per frasi come questa: “The sun glints off something shiny on the privacy wall the men are building around the latrine.” Che in Italiano viene tradotta con: "Il sole brilla da qualcosa di scintillante sul muro segreto che gli uomini stanno costruendo intorno alla latrina",* vi assicuro che l’ho letta almeno 4 volte cercando di capire cosa significasse. O ancora: "Raffe ducks his head toward me, flashing a smile as though I had just said something funny. He bends his head close enough to mine that I think he’s going to kiss me. Instead, he simply touches his forehead to mine. To the men walking by, Raffe would look like a man being affectionate. But they can’t see his eyes. Despite the smile, Raffe’s expression is one of pain..." ** Nella scena precedente a questa frase, l'angelo caduto ha appena scorto tre guerrieri che potrebbero riconoscerlo e viene tradotta con:
"Raf china la testa verso di me sfoggiando un sorriso come se avessi appena detto qualcosa di divertente. Mi si avvicina talmente tanto che credo mi stia per baciare. Invece mi sfiora semplicemente la fronte con la sua. Pare affezionato a quegli uomini guerrieri. Ma loro non riescono a vederlo negli occhi. Nonostante il sorriso, dall'espressione di Raf traspare dolore..."Oltre a questi, ci sono altri elementi, di cui mi sono accorta proprio con il confronto con l’originale, che hanno fatto emergere le problematiche della traduzione e che mi hanno lasciata perplessa e in alcuni casi infastidita. Il cambiamento di alcuni dei nomi, scelta che francamente non ho capito, ma soprattutto la superficialità di traduzione in alcuni passaggi fondamentali per la comprensione della storia. Come ho detto in precedenza il lettore conosce il mondo e gli angeli solo attraverso gli occhi di Penryn.
Fotogramma tratto dal film
"silent hill"
Consigliarvi questo libro? Assolutamente si, è un libro che vale la pena di avere nella propria libreria, anche se potrebbero passare ere geologiche prima che il secondo volume venga pubblicato in Italia ma, se posso, vi consiglio di leggerlo in lingua, sicuramente lo potrete apprezzare di più. L’ AUTRICE
Susan Ee era un avvocato, prima del successo raggiunto con questo esordio ma preferisce di gran lunga essere una scrittrice perché le permette di lasciare a briglia sciolta la sua fantasia scatenata. I diritti di traduzione dell'Angelo caduto sono già stati venduti in Germania, Polonia, Cina, Grecia, Ungheria, Russia, Thailandia e Turchia. Sito Autrice * "Il sole fa risplendere qualcosa di scintillante che è sul muro di protezione che gli uomini stanno costruendo intorno alla latrina.
** "Raffe china il capo verso di me facendo lampeggiare un sorriso come se avessi appena detto qualcosa di divertente. Avvicina la testa alla mia tanto da farmi credere che stia per baciarmi. Invece mi tocca semplicemente la fronte con la sua. A chi passa, Raffe potrebbe sembrare un uomo affettuoso. Ma loro non possono vedere i suoi occhi. Malgrado il sorriso, l'espressione di Raffe è di dolore...