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[Recensione] L’ombra del vento – Carlos Ruiz Zafòn

Creato il 13 gennaio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] L’ombra del vento – Carlos Ruiz ZafònTitolo: L’ombra del vento
Autore: Carlos Ruiz Zafòn
Editore: Mondadori
ISBN: 9788804561309
Num. Pagine: 439
Prezzo: 13.00€
Voto: [Recensione] L’ombra del vento – Carlos Ruiz Zafòn

Trama:
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all’oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro “maledetto” che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell’anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.

Recensione:
Questo libro me lo consigliò caldamente una mia compagna di classe, arrivando da me e dicendomi tutta convinta: “Leggilo, scommetto che ti piacerà!”
Scommessa persa.
L’ombra del vento fa parte di quella lista di libri che a parer mio sono sopravvalutati in maniera esagerata, e credo che il motivo sia sostanzialmente la moda, il passaparola che intercorre senza che nemmeno uno ne capisca una cicca di letteratura, e ovviamente quando compra e legge il testo si autoconvince che sia un capolavoro.
Beh, siccome io sono la bastian contrario di turno, dico che questo libro è banalotto.
Sia chiaro: è un romanzo molto ben fatto. Lo stile è scorrevole, che si legge piacevolmente, niente di eccessivamente complesso ma abbastanza impegnativo, è buona narrativa, questo sì. I personaggi sono delineati in maniera accurata e interessante, le descrizioni sono pittoresche ma non pompose, anche la trama e l’intreccio sono ben congeniati da un punto di vista stilistico.
Tutte cose che comunque si possono benissimo riscontrare in centinaia di altri romanzi che però non hanno riscosso altrettanto successo. Questione di marketing.
Al di là della bravura di Zafòn come scrittore, L’ombra del vento è un romanzo che sa di già visto, con alcuni cliché ridondanti che fanno storcere il naso, che fanno perdere il valore alla storia in se stessa.
Un personaggio mistico, leggendario con una storia amara e devastata alle spalle è un presupposto perfetto per rendere la cosa eccitante. Invece la risoluzione di tutto il giallo venutosi a creare è la cosa più squallida che possa esistere.
Il doppio filo di due travagliate – ognuna a modo loro – storie d’amore culminerà in qualcosa che si può indovinare? Ovviamente sì.
E’ prevedibilissimo: il final lieto arriverà spaccando il secondo, spandendo su tutte le vicende quel sapore dolciastro che sa di harmony per ventenni che credono che il principe azzurro sia quello di cui sono sempre state innamorate.
Il romanzo poi si avvale del cerchio mai chiuso: l’epilogo è identico all’inizio, con la differenza di una generazione. Uno stratagemma che alcune volte più risultare una vera chicca, ma che in questo caso è stato solo un modo per stupire i più suggestionabili lettori.
In conclusione, l’ho trovato scontato, ordinario. E’ un romanzo leggibilissimo, una lettura d’evasione che non guasta, di certa qualità, ma se cercate qualcosa che possa appassionare sul serio, che vi aumenti i battiti, che faccia davvero la differenza, questo non è quello che state cercando.


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