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Recensione “La città dei ribelli” di Meg Wolitzer

Creato il 25 agosto 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Recensione “La città dei ribelli” di Meg Wolitzer

Pubblicato da Simona Postiglione Carissimi  lettori,
una notizia strepitosa per tutti: trovata la soluzione per uscire dall’empasse in cui ci ha stretto la crisi del nostro Paese! Non mi credete? Coraggio, un po’ di fiducia non guasta! Senza alcun riferimento a fatti e nomi, quante proposte hanno fatto i nostri politicanti senza che il popolo, cioè noi, ne traesse un giovamento definitivo? Appunto! Dunque, ascoltate, si tratta di formare una coalizione tutta italiana e tutta al femminile (ebbene sì, tocca sempre a noi risollevare le sorti): smettiamo di fare l'amore con i nostri uomini! Sì, avete capito bene: facciamo come nella commedia di Aristofane, Lisistrata, in cui le cittadine ateniesi si uniscono in uno sciopero del sesso per protestare contro i loro mariti e contro la guerra! Potrebbe funzionare, ma dobbiamo essere tutte d’accordo! Meg Wolitzer, già autrice de “La stagione delle cattive madri”, sembra credere nel potere che risiede in ogni donna di negarsi per spingere l’uomo, marito, compagno o amante che sia, a capitolare. Le donne di Stellar Plains, raccontate dall’autrice ne “La città dei ribelli”, edito la primavera scorsa da Garzanti, ne sanno qualcosa. Seguitemi!
Recensione “La città dei ribelli” di Meg Wolitzer Titolo: La città dei ribelli Autore: Meg Wolitzer
Editore: Garzanti
Data di uscita: 05 aprile 2012
Pagine: 252
Prezzo: € 16,60
Genere: Narrativa straniera
Trama: La strategia che le donne di Stellar Plains, nel New Jersey, adottano, più o meno consapevolmente, per ritrovare sé stesse e i loro desideri, consiste nello smettere di fare l'amore con i propri uomini. Così sperano di ritrovare la vera felicità. Iniziano a rifiutare qualsiasi contatto con i loro compagni, nessuna vuole essere sfiorata: ogni bacio, ogni carezza vengono accuratamente evitati e, lentamente, un vento freddo inizia a soffiare tra le lenzuola di ogni camera da letto. Fran Heller, la nuova, professoressa di teatro del liceo, è l’icona ispiratrice delle donne di Stellar Plains: spregiudicata, o anticonformista, qualsivoglia, Fran decide di mettere in scena Lisistrata, la commedia di Aristofane in cui le cittadine ateniesi si uniscono in uno sciopero del sesso per protestare contro i loro mariti e contro la guerra. 
RECENSIONE La scrittura di Meg Wolitzer risulta sin dalle prime battute piuttosto decisa e ironica: lo spaccato di vita di una cittadina della provincia americana del New Jersey, con le sue peculiarità, prende vita raccontato con particolare sense of humor, senza quasi mai annoiare il lettore. Pagina dopo pagina si riflette, si sorride, ci si cala senza difficoltà nei panni dei vari personaggi. 
Stellar Plains è solo apparentemente un luogo felice e le coppie che l’autrice prende in esame sono il prototipo di milioni di altre: conducono una vita tranquilla e serena, senza grandi turbamenti a minarne le fondamenta. Tuttavia, è risaputo, l’apparenza inganna: dietro ogni porta di casa si nascondono piccole e grandi frustrazioni che, per ovvi motivi, si tende a non mostrare sulla pubblica piazza. La famiglia del mulino bianco è un bel sogno, ma di fatto esiste solo in pubblicità, soprattutto nella società di oggi, dove i legami che si creano si spezzano con desolante facilità e la cosiddetta famiglia allargata è una realtà che ha sempre maggiore spazio. Le storie d’amore si spengono, spesso lentamente, a causa dell’abitudine: non è facile mantenere vivo il sentimento senza cadere nella trappola della routine, è molto complicato, soprattutto quando una relazione dura da molti anni. Che fare, allora? Cercare di evitare di cadere nella routine, ovvio, ma lo sforzo deve essere comune.
Tra i personaggi, Dory e Robby Lang – insieme dai tempi dell'università, genitori dell’adolescente Willa, entrambi insegnanti presso la scuola di Stellar Plains dicono di amarsi come il primo giorno e, agli occhi dei loro studenti e della comunità, appaiano come una di quelle coppie miracolose che non si fermano, non si lasciano, a cui tutti guardano con ammirazione incredulaAvrebbero potuto andare avanti così per molto tempo, ma una notte di dicembre tutto cambia: uno strano e invisibile incantesimo cala su Dory Lang e da quel momento fare l’amore con suo marito comporterà uno sforzo enorme, tanto che smetterà del tutto di farlo. Stregata dall’incantesimo, Dory si renderà conto che fare l’amore con Robby dopo così tanti anni non era la stessa cosa di quando erano giovani; questa nuova consapevolezza la irriterà, la farà arrabbiare e le farà desiderare di buttare tutto all’aria, tutto ciò che erano stati l’uno per l’altro fino a quel giorno.
L’incantesimo non risparmia nessuna donna in tutta Stellar Plains e, lentamente, lo stesso vento che aveva avvolto Dory s’insinua dentro e fuori le camere da letto, congelando ogni desiderio sessuale: incontriamo così la moglie del preside, afflitta da una sindrome di stanchezza cronica, mentre il marito ha una relazione con la consulente scolastica, amica di Dory. Personaggio che, fino a poco prima, gestiva contemporaneamente e senza scrupoli di sorta più di una relazione di tipo puramente sessuale. Che dire poi di Ruth, fresca sposina, che ha sempre più evidenti problemi di peso? Infine c’è Willa, adolescente con tutte le caratteristiche tipiche dell’età, nel pieno dell’ innamoramento e del primo approccio sessuale.
La città dei ribelli è un romanzo che parla di sesso, nello specifico parla di quello che a un certo punto si smette di fare per scelta, per disgusto o per incantesimo. Il sesso è importante, inutile negarlo, e in molte famiglie conta più di altro; tuttavia, in generale, si registra un certo calo del desiderio, forse perché viviamo in un’epoca sovraccarica di stimoli che lascia poco spazio all’intimità. La passione crolla e le unioni finiscono, così come, pur di non ammettere la delusione e il fallimento, molti matrimoni vanno avanti perché si fatica ad ammettere che la passione è svanita o perché nelle quattro mura di casa ci si sente comunque protetti, al sicuro.
Lo sciopero del sesso delle donne di Stellar Plains  mostra la loro piena consapevolezza di possedere qualcosa, cioè la loro sessualità, che il desiderio degli uomini rende potente come un’arma: pensiamo a Lisistrata, la commedia del greco Aristofane, che narra dello sciopero tra le lenzuola proclamato dalle donne perché cessi la guerra! La storia offre molti esempi di donne che hanno usato il sesso per ammaliare il maschio e ottenere da lui benefici. Dall’altra parte, uomini bramosi di piacere che non hanno saputo opporsi. In questo senso, il presente non è lontano dal passato. L’autrice descrive un quadro piuttosto inquietante, che riflette né più né meno la realtà odierna: ansie e conflitti interiori, piccoli malintesi e ostilità sopite da tempo. Gli uomini di Stellar Plains, come buona parte della categoria, sembrano non accorgersi di quanto accade realmente alle loro donne: assistono impotenti allo sciopero del sesso, lo subiscono, cercano un’alternativa al piacere che gli manca, amante o palliativo che sia, e restano sempre un passo indietro rispetto alle loro compagne. Da parte loro, le donne guardano la realtà in faccia, riprendono in mano il loro destino e combattono la loro personale battaglia per salvare la coppia. Mi sembra un film già visto, un libro già letto, una notizia dell’ultima ora già sentita: noi donne, nel bene e nel male, abbiamo sempre una marcia in più, forse grazie alla resistenza emotiva o alla necessità di cercare sempre delle risposte che ci contraddistingue! Che ne pensate? Tuttavia, come dichiarano alcuni uomini verso la fine del romanzo – quando prendono in mano la situazione e decidono di riscattarsi, riprendendosi ciò che gli è stato tolto, dunque il rapporto d’amore con le proprie compagne, non solo il sesso, è vero – non tutti gli uomini sono guerrafondai, non sono animali violenti che desiderano solo che la loro eccitazione venga soddisfatta, non sono tutti schifosi guerrieri malati si sesso.
I temi trattati da Meg Wolitzer in questo romanzo sono importanti: il rapporto di coppia, la famiglia, la frustrazione legata a una mancanza di realizzazione personale, l’amicizia, l’adolescenza, la tecnologia e i suoi effetti preoccupanti nella vita del singolo che si estranea dalla comunità. Temi affrontati con attenzione e una certa capacità introspettiva, dando loro voce tramite i diversi volti femminili del romanzo. Il rapporto tra adulti e adolescenti, per esempio, e la difficoltà di dialogo che è causa di malumori e interminabili silenzi in questa particolare fase di crescita. Una mancanza di comunicazione nell’era delle telecomunicazioni! Contrapposizione che fa sorridere, ma reale e dolorosa a volte, perché l’era della tecnologia, per molti versi emozionante, vede spesso noi adulti restare un passo indietro rispetto alla nuova generazione. Il nostro modo di relazionarci è cambiato: entriamo e usciamo dalla “casa” di presunti, o tali, amici con facilità estrema, ma il più delle volte non esiste reale confidenza. Tuttavia, non si può negare, Internet e i Social Network sono la scoperta del secolo e offrono grandi opportunità, basta, come suggerisce tra le righe l’autrice, non abusarne e non perdere mai di vista se stessi.
Una lettura piacevole, soprattutto per i numerosi spunti di riflessione che l’autrice offre, anche se alcuni brani descrittivi mi hanno un po’ spazientita, lasciandomi la sensazione che un taglio avrebbe alleggerito la storia. L’espediente fantasioso dell’incantesimo, in contrapposizione con la serietà dei temi trattati, ha una sua originalità: il vento arriva, strega la donna che ne è investita e congela ormoni e sentimenti, salvo liberarli alla fine della commedia messa in scena dagli studenti di Stellar Plains: Lisistrata! L’incantesimo nasce e muore con questa rappresentazione, che porta scompiglio nella cittadina di turno, perché è destinato a ripetersi e, ogni volta, donne e uomini mettono in scena le stesse argomentazioni. Ogni donna si guarderà dentro, si confronterà con ciò che non le piace di sé e di quello che vive, assumendo maggiore consapevolezza del proprio valore. Gli uomini, dal canto loro, dovendo rinunciare a qualcosa di così fondamentale per loro come il sesso, dopo un primo momento di smarrimento, di rabbia e frustrazione, comprenderanno che nulla è dovuto dalle loro compagne e che è necessario il loro impegno costante per alimentare il sentimento e, conseguentemente, il desiderio. Recensione “La città dei ribelli” di Meg Wolitzer L’AUTRICE Meg Wolitzer, autrice di numerosi romanzi, vive a New York City con la sua famiglia. Presso Garzanti ha pubblicato anche La posizione(2006) e La stagione delle cattive madri (2010).
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