Recensione "La fantasia dello scarafaggio" di Edward Punch
Pubblicato da Valentina Bettio
Titolo: La fantasia dello scarafaggio
Autore: Edward Punch
Casa editrice: Mamma
Collana: Criminal Tango
Pagine: 300
Data di pubblicazione: 01 Marzo 2012
Prezzo: € 9,80
Trama: Londra. Morti inspiegabili
sconvolgono il Regno Unito e l’Europa. Bambine angelo vestite di bianco si
schiantano al suolo dall’alto dei ponti dei palazzi. Incubo dei genitori conservatori
britannici, l’assistente sociale Nor Temple, bellissima e istrionica, è decisa
a risolvere l’enigma e a stanare “lo scarafaggio”. La responsabile Temple,
trascinata da un intuito senza briglie, solca le fantasie livide dell’infanzia
inglese, vittoriane e inquietanti, affiancata in questo e trattenuta dal vice
ispettore capo, John Carver. Esperto in omicidi seriali, l’acutissimo detective
è sorretto da logica spietata e parole affilate come stiletti. Insofferente all’ordine e alla
gerarchia, marine in tacco dodici, Temple si ritrova di fronte a una doppia
sfida: sopportare e fare squadra con l’ispettore Carver, arrogante e misogino,
e fermare la lunga teoria di giovani vittime.RECENSIONE Ci sono libri che ti tengono con il fiato sospeso fino alle ultime battute, gialli irrisolvibili in cui, per quanto la nostra mente cerchi di far combaciare tutti i tasselli del puzzle, la soluzione sembra costantemente fuori portata e poi ci sono Thriller che imbrigliano i pensieri, fanno venire la pelle d’oca e instillano un senso di impazienza mista ad ansia: si vuole conoscere la verità ma, allo stesso tempo, si è consci che potrebbe essere così sconvolgente da non volerne veder rivelati i dettagli. Ecco, La fantasia dello scarafaggio appartiene proprio a quest’ultima categoria. Punch ambienta la propria storia in una Londra cupa e gotica, giocando con le vittoriane atmosfere delle favole di Andersen e con i loro reconditi significati per intessere le fila del suo agghiacciante Psycho-Thriller.
In gran parte d’Europa le “Bambine angelo” continuano a scegliere la via del suicidio, senza un apparente motivo che le accomuni, che dia un senso a questo atto estremo; ma, negli ultimi tempi, sembra proprio che a prendere questa decisione siano sempre giovani angeli londinesi, bellezze bionde con occhi azzurri agli albori della pubertà. Toccherà all’assistente sociale Nor Temple narrarci i fatti e scoprire, grazie all’intuito e alle capacità di analisi comportamentale, il torbido segreto che le giovani condividono.
Questo è uno Psycho-Thriller di tutto rispetto, in cui l’elemento psicologico la fa da padrona – ogni piccolo dettaglio o gesto trova un significato, meglio di Lie to me e dei profiler di Criminal Minds – e guida i progressi nelle indagini. L’intelligente protagonista dimostra subito una grande capacità deduttiva e sarà proprio lei a portare ad una nuova svolta nelle indagini, a dar vita all’idea che il suicidio di queste ragazze non sia dovuto ad una congiunzione tra disagio e volontà di emulare ma ad una causa comune: tutte condividono un’esperienza, nel loro passato, che le ha fatte sentire talmente sporche e “macchiate” da non lasciare, apparentemente, altra scelta. Lo scarafaggio le ha coinvolte tutte in un meccanismo perverso, ma ha lasciato briciole talmente piccole dietro sé che seguire a ritroso la strada che porta alla sua tana è quasi impossibile.
Il romanzo è ben cadenzato e scandito. La vicenda è descritta
dal punto di vista della protagonista delle indagini, Nor, che narra in prima
persona gli eventi, con piccole finestre sui pensieri del misterioso
scarafaggio che aumentano il senso di inquietudine. I personaggi sono in
generale ben delineati anche se, durante il corso della storia, la protagonista
subisce una serie di cambiamenti di atteggiamento fastidiosi e
disorientanti: la decisa e brillante investigatrice/assistente sociale – che
passa le sue giornate a scavare nel torbido e le sue notti a dare la caccia ai
molestatori ed è in grado di stendere omoni grandi e grossi con un colpo ben assestato
là dove non batte il sole – tutto d’un tratto sembra preda dei peggiori
sconvolgimenti ormonali, quasi si trovasse anche lei nella fase puberale,
che inficiano la sua capacità di ragionare lucidamente e di farsi valere.
Alla fine del libro, da dominatrice padrona delle indagini, capace di notare
dettagli che a tutti gli altri sono sfuggiti, diventa obbediente e sottomessa,
in grado di portare alla conclusione delle indagini e alla scoperta di collegamenti
fondamentali quasi per caso, o fortuna che dir si voglia. Il suo
temperamento tutto fuoco svanisce in una mancanza di volontà e in
un’accondiscendenza ad obbedire agli ordini del suo bello che lasciano
veramente a bocca aperta. In compenso, il suo compagno di indagini, l’ispettore
Carver, mantiene costante il suo atteggiamento per tutto il libro –
costantemente ombroso, costantemente manipolatore, costantemente dominante
maschio alfa – per poi mostrare un lato tenero da “dolce agnellino”
nelle ultimissime righe… gli stravolgimenti di carattere sono, insomma,
all’ordine del giorno.
Ovviamente il filo logico che connette gli eventi
risente dei mutamenti di Nor e i fatti diventano via via più nebulosi,
sommersi dalle inopportune divagazioni romantico/sessuali dei suoi pensieri,
rendendo così ancora più difficile intuire l’identità dello scarafaggio ed
aggiungendo un elemento di disorientamento. Ma, come in ogni indagine che si
rispetti, i piccoli indizi raccolti con fatica rivelano finalmente una ragnatela
di connessioni, in cui lo scarafaggio rimarrà definitivamente invischiato.
L’agghiacciante verità che unisce le giovani “Bambine angelo” vi lascerà
esterrefatti e angosciati, una sensazione che sarà difficile scacciare anche
una volta aver chiuso e riposto questo romanzo.
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