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Recensione La Frode

Creato il 17 marzo 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

La Frode è il secondo film del regista newyorkese Nicholas Jarecki, presentato lo scorso anno al Sundance Film Festival e che vede protagonisti Richard Gere, Susan Sarandon e Letitia Casta.
Robert Miller (Richard Gere) è un magnate stimato e rispettato da tutti che conduce la vita barcamenandosi tra gli affari, i doveri di padre e marito modello e le attenzioni alla sua giovane amante francese (un’incantevole Letitia Casta). Una firma che non arriva lo preoccupa al punto tale da non riuscire più a gestire le innumerevoli pressioni che lo soffocano. Un colpo di sonno durante un viaggio notturno con la sua amante mette tutto in discussione. La giovane donna muore e lui decide di scappare per non incorrere nel pericolo che la sua famiglia e più di tutto i suoi affari vengano affetti da quella scappatella.
Mentre le indagini della polizia (l’agente è interpretato da Tim Roth) sull’identità dell’uomo al volante proseguono, la figlia (Brit Marling) scopre che il padre aveva precedentemente truccato i conti dell’azienda. Nonostante tutte le avversità, grazie ai suoi soldi, al suo carisma ed il suo potere Robert riuscirà indenne dalle due possibili incriminazioni – frode e omicidio – almeno nella sfera pubblica. In quella privata dovrà invece fare i conti con l’indignazione della figlia e della moglie, che accettano di mentire in nome del profitto e dell’onorabilità della loro famiglia ma che conoscendo la verità, torcono il viso in segno di disappunto verso un uomo che intimamente reputano un mostro.
Il titolo originale del film è Arbitrage, che in termini economici e finanziari si riferisce all’acquisto di un titolo/un azienda per rivederlo/a immediatamente su un altro mercato traendo profitto dalla differenza di prezzo. Si tratta dunque della possibilità di profitto a costo e rischio zero. E’ la manovra di cui si servirà il tycoon Robert Miller per evitare un probabile tracollo finanziario.
La Frode non è un capolavoro né un film memorabile bensì un thriller old style che mescola un possibile scandalo finanziario ed un intrigo privato. Oltre che una critica al capitalismo, il film si scaglia contro il sistema giudiziario americano che, di pari passo a quello sanitario, salva da sempre il miglior offerente a discapito di chi non ha i mezzi per potersi difendere né tantomeno curare. La trama è alquanto banale e prevedibile. Le ombre del capitalismo, l’onnipotenza scaturita dal potere e dal denaro e l’apparenza come verità assoluta sono gli elementi chiave di un film che si lascia vedere ma che non emoziona nel suo continuo tentativo di instaurare un equilibrio tra tensione e suspense. Tuttavia, considerato che si tratta di una produzione indipendente e di un film girato in un solo mese, non possono essere negati gli sforzi di un regista non espertissimo che gira bene e scrive una sceneggiatura solida ed efficace pur non aggiungendo niente di nuovo al genere.
Un ottimo cast per un film che racconta materie e vicende già trattati da cineasti americani di ben altro spessore da Scorsese ad Oliver Stone, da Brian De Palma a Francis Ford Coppola. Richard Gere e Susan Sarandon pur visibilmente invecchiati non perdono un minimo del loro smalto e con la loro classe contribuiscono ad innalzare il livello qualitativo di un film di cui altrimenti non avremmo probabilmente sentito parlare. Non ha avuto una grande accoglienza da parte del pubblico in America sebbene la critica lo abbia apprezzato in particolar modo.
Il regista, fratello del ben più noto Andrew Jarecki (Love & Secrets, 2010, con Ryan Gosling e Kirsten Dunst) si era già fatto notare in precedenza come documentarista. Nel 2005 ha diretto The Outsider, un documentario andato in onda sulla rete Showtime che vanta la straordinaria partecipazione di Woody Allen e Robert Downey Jr. Ha poi prodotto e co-sceneggiato assieme a Bret Easton Ellis, l’adattamento cinematografico del libro di quest’ultimo, The Informers – Vite oltre il limite con protagonisti Kim Basinger, Mickey Rourke e Winona Ryder. Nel 2008 è stata la volta del documentario sulla storia del controverso pugile Tyson che si è aggiudicato un premio special dalla giuria del festival di Cannes e ricevette numerosi riconoscimenti e un caldo apprezzamento da parte della critica.
In Italia l’uscita è prevista per il 14 Marzo 2013.

di Rossella Maiuccaro


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