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Recensione "La quinta costellazione del cuore" di Monika Peetz

Creato il 29 febbraio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Petra Titolo: La quinta costellazione del cuore
Titolo originale: 
Die Dienstagsfrauen

Autrice: Monika Peetz
Editore: Garzanti
Collana: Narratori Moderni
Pagine: 304
Prezzo: € 16,40
Trama
Che succede se ti rendi conto di essere all'oscuro su tanti aspetti, troppi aspetti della vita di una persona che hai amato profondamente? Judith ha perso suo marito Arne e, trovando un suo diario nell'armadio, vuole ripercorrere i suoi passi verso il santuario di Santiago de Compostela, come per immedesimarsi in lui e portare a compimento un percorso che la morte ha deciso di interrompere. Judith fortunatamente non è sola: il gruppo di amiche del martedì che la accompagna da quindici anni ha deciso di fare la strada insieme a lei, donne molto diverse fra loro, ma talmente unite che non possono lasciarla sola ad affrontare questo tentativo di dire addio all'amato Arne dopo sei mesi dalla sua scomparsa. Eppure qualcosa non quadra, i dettagli che riempiono il piccolo libricino nero vergato dalla scrittura di suo marito non corrispondono a quello che le donne trovano lungo la strada. Possibile che il sobrio e dolce Arne abbia mentito? E perché poi? Il mistero si infittisce e questo viaggio corale diventa un indagine e contemporaneamente un arduo percorso alla scoperta di se stessi.

Il passaparola dei librai e dei lettori ha reso questo libro un fenomeno editoriale che ripercorre le tradizioni europee antiche, che ha la trama intrigante di un giallo e che è anche la storia di donne diverse e legate da un'amicizia inossidabile: tutti ingredienti vincenti e avvincenti. La scrittura veloce e appassionante di Monika Peetz la si può gustare in anteprima con un breve brano iniziale scaricabile gratis in E-pub.

Booktrailer
RECENSIONE
Il cammino della verità contiene sempre una giusta dose di scoperta, d’ironia e di dolore. 
La quinta costellazione del cuore, fortunato romanzo d’esordio di Monica Peetz, è una perfetta sceneggiatura per un film corale, un on the road del corpo che vale come promemoria per l’anima; il nodo che interrompe il passo della vita col quale ognuno, prima o poi, è costretto a sciogliere per poterne vivere il seguito. 

Pablo Picasso "Les Demoiselles d'Avignon" (1907)

Le cinque donne protagoniste non potrebbero essere più diverse, per background sociale e per carattere. Caroline, l’avvocato: decisa, attenta ai dettagli, forte del controllo di ogni situazione, perfetta per profilo caratteriale e capacità. Judith, la vedova: fragile e, a suo modo, egoista nella sua costante esasperazione del dolore e dei valori morali, perennemente impegnata a dare l’esempio di quale sia la cosa migliore da fare o da dire. Kiki, la designer: sfuggente e fatalista, alla ricerca della sua ultima possibilità di successo nel lavoro, sorda al suono naturale della creatività, che pure possiede in stato latente. Eva, la casalinga: il ritratto della moglie e madre impeccabile, organizzata, indispensabile per la sopravvivenza della famiglia, altruista al punto di dimenticare se stessa. Estelle, la grande dame: viziata, insofferente, eppure, ironica e, forse per questo, dotata di una saggezza inaspettata, tagliente e diretta quanto basta da sentirsi pienamente divaTrovare un modo per chiudere in cerchio tanta diversità non è solo arduo, ma quasi impossibile... a meno che, non entri in gioco il destino. Ed il destino s’intromette nella vita delle cinque donne sotto le spoglie di un corso di francese, poi di cene dopo corso ed appuntamenti al martedì del mese, intorno al solito tavolo de Le Jardin, il ristorantino francese a due passi dall’Institute Francais.
Ma è la causa del mancato ritrovo dell’ultimo di questi appuntamenti a unire le cinque anime in un destino comune, la morte precoce del marito di Judith ed il desiderio espresso di lei alle amiche del martedì di terminare il cammino che Arne non è riuscito a compiere.
Inizia qui la prova d’Amicizia, nel pellegrinaggio verso una meta comune, un pellegrinaggio spirituale del quale nessuna comprende il pieno significato, seguendo le parole di un diario di viaggio che non avrebbe dovuto restare incostudito, poiché contiene qualcosa che Arne non avrebbe voluto svelare, ma di cui si è rammentato troppo tardi.
La storia finisce per corrispondere ai giorni di cammino, dieci lunghi giorni a contatto con la fatica, le mancanze, la compagnia forzata delle une con le altre e, prova ben più ardua, di ognuna con se stessa. Credenti o non credenti, il cammino diviene una valida scusa per forzare l’animo a rivolgersi le domande giuste, per riflettere e focalizzare le cose importanti, quelle che nella quotidianità si confondono e vengono soffocate dalla moltitudine delle cose sciocche, ora espulse in sudore. Le cinque donne si trovano a confrontarsi davvero per la prima volta, costrette dalle circostanze del viaggio, dalle difficoltà del momento, imparano a conoscere i limiti delle altre, non volendo ammettere i propri, si scontrano e si ritrovano, si alleano e si distaccano, in pochi intensi giorni di convivenza come nell’arco di un’intera vita, per poi sorprendersi parte della stessa ombra, nelle diverse condizioni d’animo che si riassumono nella medesima solitudine.


Il segreto tra le pagine del diario di Arne non è che un termine di paragone con il mistero che ognuna delle cinque, consapevole o meno, contiene; ed a loro toccherà svelarne l’origine e comprenderne le conseguenze. Non è il credere in qualcosa, né il suo contrario a sciogliere il nodo che ognuna ha in seno. La terapia consiste nella semplice, arcaica azione del camminare, il suo potere curativo è così potente da rendere trascurabile ogni effetto collaterale e necessaria la presa di coscienza della realtà.


La Peetz ha scritto un buon romanzo che è anche un manuale d’uso per della vita, un prestito gratuito della chiave di lettura di noi stessi, se solo si ha il coraggio di metterci in discussione. Lo stile è fresco, diretto, esattamente come una sceneggiatura pronta per le riprese; il ritmo è quello dei pensieri di ciascuna, la storia rimbalza da una mente all’altra come una pallina da flipper, in brevi, esemplari dialoghi emotivi legati dal filo sottile di una trama affollata di capitoli. Caroline, Judith, Kiki, Eva ed Estelle sono così delineate, così reali da convincerci di conoscerle da tempo, o di poterle incontrare di persona semplicemente accomodandoci al solito tavolo, quel martedì del mese, nel piccolo ristorante francese chiamato Le Jardin

Il grande freddo (1983) di Lawrence Kasdan

La Peetz inizia con un raduno di casalinghe disperate, continua con l’on the road familiare di Little Miss Sunshine e termina con il confronto esistenziale de “Il Grande Freddo”, tre direzioni diverse che si chiudono nella perfezione di un triangolo equilatero, così come le personalità delle cinque donne completano il cerchio che quel triangolo contiene. L'Autrice Monika Peetz ha studiato germanistica, scienze delle comunicazioni e filosofia all’università di Monaco di Baviera. Dopo alcune collaborazioni nel campo della pubblicità e dell’editoria, ha lavorato come drammaturga sia per la tv sia per il teatro. Ha scritto diverse sceneggiature per il cinema e la televisione. La quinta costellazione del cuore è il suo primo romanzo e sta seriamente pensando di scrivere un seguito.

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