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Recensione: "La ragazza dell'Est" di Fulvia Degl'Innocenti

Creato il 10 agosto 2011 da Lauragiussani

Titolo: La ragazza dell'Est
Autore: Fulvia Degl'Innocenti
Editore: San Paolo
Data uscita: 12 marzo 2010
Pagine: 200
Prezzo: 14,00 euro
Roberto incontra Lilia sul treno, è così bella da far pensare a un angelo. Ha uno strano accento, è straniera, forse dell'Est. Alla stazione la ragazza così come era apparsa - scompare, lasciando dietro di sé un libro, un biglietto della lotteria e l'impressione di aver lanciato, con i suoi occhi azzurri, una richiesta d'aiuto. Roberto inizia ad indagare e si ritrova di notte per le strade di Milano, dove ci sono ragazze sperdute e lupi neri che le insidiano. È troppo tardi per tornare indietro. Sarà il padre, il grande inviato di guerra così assente dalla vita del figlio, che aiuterà Roberto a salvare Lilia.

RECENSIONE: “Se ti prendi cura di qualcuno poi ti rimane attaccato addosso, nel cuore intendo”(Attenzione: spoiler!)

“La ragazza dell’Est” è un romanzo che punta a portare tematiche importanti anche tra i lettori giovanissimi. Un libro che mescola ragazzini appena quattordicenni alla dura realtà della prostituzione e dello sfruttamento minorile.
Da una parte ci sono alcuni ragazzi, tra cui Roberto, il protagonista. Dall’altra, la vita di Lilia, giovane ragazza moldava che – come molte sue connazionali – lascia il suo Paese sperando in una vita migliore, per poi ritrovarsi invece sulla strada. All’inizio dell’intera vicenda, un incontro in treno.
Sì, perché Roberto è in viaggio verso Milano per raggiungere il padre e passare con lui le vacanze natalizie. Questo, in teoria. Nella pratica, il padre – giornalista inviato – sarà altrove per un reportage, e Roberto resterà ospite di alcuni amici di famiglia per qualche giorno. Ed è sul Freccia Rossa Napoli-Milano che si ritrova a condividere lo scompartimento con una bellissima ragazza bionda. Minuta e gentile, un giubbino bianco e un libro in mano. Un vero e proprio angelo, agli occhi del ragazzo.
I due si scambiano solo poche parole, dopodiché la giovane se ne va, lasciandogli in regalo il libro che stava leggendo. Infilato tra una pagina e l’altra, un biglietto della Lotteria Nazionale.
Questa è la scintilla che innesca il racconto, l’episodio che da il via a tutto. Perché Roberto troverà ad aspettarlo a Milano alcuni amici (tra cui Gianluca, figlio dell’amico del padre), ma la sua testa e i suoi pensieri rimarranno fissi sulla bella sconosciuta. Chi è? Come si chiama?
E mentre la madre si lancia in trite e ritrite raccomandazioni via telefono e il padre continua il suo lavoro all’estero, Roberto e gli altri ragazzi si metteranno alla ricerca della misteriosa giovane, tra le vie di una Milano che la sera riserva tutto un altro mondo. Un mondo di schiavitù e dolore, privo di speranza per decine, centinaia di ragazze.
Nel complesso il racconto si rivela una lettura abbastanza scorrevole, dove la vicenda copre in totale un lasso di tempo piuttosto ristretto: i fatti principali avvengono infatti nel giro di pochi giorni. Il rapporto qualità-prezzo ci sta, chi invece misura il costo di un libro in base al numero di pagine (poco più di un centinaio) avrà sicuramente da ridire.
Leggere questo libro è stato come assaporarlo da due punti di vista totalmente diversi, così come sono nettamente diverse le vite di Roberto e Lilia. Lui è un normale ragazzino, che si scoccia delle raccomandazioni materne e che scherza con gli amici. Lilia è una giovane che ha dovuto imparare presto a vivere da adulta in un mondo crudo e crudele. I capitoli seguono i movimenti e i pensieri di Roberto, fatta eccezione per un breve paragrafo finale, in corsivo, che rivela brevi ma importanti riflessioni di Lilia. E’ come entrare per un istante nella mente della ragazza, e sicuramente sono i momenti che più ho apprezzato nell’intero libro. Capisco il bisogno di sottolineare la differenza tra i due, di evidenziare i diversi modi di vivere, le preoccupazioni, le priorità… Ma in certi punti la narrazione diventa un po’ dispersiva, e si sofferma eccessivamente sul rapporto tra Roberto e gli amichetti, sperperando righe e pagine preziose in conversazioni piuttosto superficiali. Al contrario, i pensieri di Lilia si intrufolano rapidi e veloci nella storia, fendendo il racconto come lame affilate e facendo aprire gli occhi al lettore sulla triste realtà: le percosse, l’umiliazione, la prigionia… e lo squallore dell’intera situazione. Visto che il libro è destinato a un pubblico di adolescenti, ovviamente non si entra nei dettagli più crudi ed espliciti. L’autrice affronta il tema in modo singolare ed intelligente, senza soffermarsi sui fatti ma entrando invece ad analizzare le ferite – non tanto fisiche quanto morali – delle vittime.
L’autrice ha calcato un po’ la mano sulle coincidenze, sicuramente, poiché la ricerca di Lilia assume toni davvero inverosimili. Stesso discorso per quanto riguarda il finale della vicenda. Purtroppo le cose sono ben più complesse, e la buona volontà di un ragazzino di quattordici anni non basta a risolvere tutto in quattro e quattr’otto. Ciò nonostante, possiamo interpretarlo come un messaggio di speranza, la parola “fine” che vorremmo sempre poter mettere, ma che credo succeda una volta ogni chissà quante.
In conclusione, tre stelline piene. Diciamo pure abbondanti. Se dovete fare un regalo a un adolescente e non volete stare sui soliti titoli privi di spessore… Beh, questo romanzo fa al caso vostro. Ben dosato, né troppo pesante né troppo spensierato.

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