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Recensione, LA SCHIUMA DEI GIORNI di Boris Vian

Creato il 09 settembre 2013 da Leggiamo
Mai letto qualcosa di così folle, assurdo, dolce, cinico, cattivo e tenero allo stesso tempo.
Mai letto un libro con dialoghi così elementari, una sintassi ridotta al minimo e un senso tanto profondo e pieno di sfacettature. Mai letto Vian prima d'ora...
L' É c u m e  d e s  J o u r s
| Marcos Y Marcos, 2005 | Pag. 268 | € 14,50 |
Recensione, LA SCHIUMA DEI GIORNI di Boris VianColin è un giovane parigino ricco e annoiato. Passa il tempo dedicandosi a ricette inverosimili, strimpellando bizzarri strumenti di sua invenzione, bighellonando con Chick - il suo migliore amico - un ingegnere spiantato e sperperone che ha uno strano pallino: collezionare le opere di Jean-Sol Partre. Poi, nella vita del signorino entra, in modo esplosivo, l'amore. L'incontro con la bella Chloé è un colpo di fulmine: decidono di sposarsi nel giro di pochi giorni. Al ritorno dal viaggio di nozze, Chloè si ammala. Nei suoi polmoni si annida un male terribile, fatica a respirare. Mentre il tempo va sempre più veloce, e l'appartamento dove vivono, inizialmente di dimensioni faraoniche, si fa sempre più stretto...
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Anche se Vian non avrebbe di certo voluto che il giudizio di un suo libro
fosse affidato al numero delle stelline. E in fondo avrebbe avuto ragione.
 R e c e n s i o n e

Difficile, difficilissimo parlare de La Schiuma dei Giorni, per farlo forse sarebbe meglio parlare del suo creatore, l'eclettico Boris Vian definito su wikipedia scrittore, paroliere, drammaturgo, poeta, trombettista e traduttore francese. In breve Vian nasce in Francia nel 1920 e muore a soli 39 anni al cinema, durante la trasposizione poprio di un suo libro (quando si dice destino...): "Sputerò sulle Vostre Tombe". Esistenza strana la sua, costellata dalla voglia di vivere e dalla smania di abbracciare tutte le arti che il modo aveva da offrire. Il suo libro rispecchia alla perfezione quest'amore spasmodico per tutto ciò che lo circondava essendo per l'appunto un misto di parole, drammi, poesia e musica. Ma è anche altro. La Schiuma dei Giorni è surrealismo estremo, allegro cinismo, macabra allegria, follia esistenziale e quelle di Vian sono visioni pirotecniche in un mondo impossibile.
Eppure in questa sorta di opera in cui sembra convivere il genio di Buñuel e il pennello di Dalì, dove l'amore è il fulcro dell'esistenza dell'individuo che tramite il sogno e la follia supera le convenzioni sociali per sentirsi libero dagli schemi, c'è una favola vecchia come il mondo. Quella di lui e lei che si amano e vorrebbero stare insieme per tutta la vita. Quella di lei che si ammala. Quella di lui che cerca in tutti i modi di salvarla. Sembra una storia struggente e strappalacrime, e lo è, ma è soprattutto un sogno, una favola, un disegno, uno spartito musicale.  
Vian ambienta la sua storia in una città annoiata e atipica, dove l'uomo non lavora perché farlo sarebbe degradante e dove la superficialità e i vizi regnano padroni.
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