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Recensione "La strada in fondo al mare" di Leah Fleming

Creato il 07 giugno 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Recensione "La strada in fondo al mare" di Leah Fleming

Pubblicato da Redazione Cari lettori, cent'anni fa — alla vigilia della fine della Belle Époque, e dello scoppio della Grande Guerra — il Titanic, transatlantico simbolo della ricchezza arrogante dei ceti abbienti e della fame di una vita migliore delle classi più povere, si inabissava nell'Oceano Atlantico; dopo essere andato a sbattere contro un iceberg, causando un'ecatombe umana che colpì un mondo sull'orlo del primo conflitto dell'era contemporanea. E l'avevano definito come «inaffondabile»; mettendo inoltre sopra di esso troppe poche scialuppe, che causarono un'ecatombe tra i passeggeri della terza classe — immigrati europei, soprattutto dall'Italia e dall'Irlanda — in cerca di un futuro nel cosiddetto Nuovo Mondo. Periodicamente, la tragedia del Titanic — simbolo dei limiti della moderna tecnologia, ma anche della spietata divisione in classi della società — torna alla ribalta. Era già successo a fine anni Novanta con l'omonimo film di James Cameron: storia d'amore e cronaca sociale affidata agli allora giovanissimi Leonardo di Caprio e Kate Winslet tornata nelle sale in 3D; succede adesso, proprio quando, ironia della sorte, ci sono gli echi di una tragedia simile e ancora più evitabile, accaduta al largo dell'Isola del Giglio. L'autrice inglese Leah Fleming — un passato come maestra, e ora scrittrice a tempo pieno — ha deciso di partire dal Titanic per raccontare la vicenda del suo La strada in fondo al mare: storia di due diversi destini femminili che si intrecciano su quella nave e sulle gelide acque in cui affonda, per non lasciarsi più. Titolo: La strada in fondo al mare Autore: Leah Fleming Casa editrice: Newton & Compton Genere:Narrativa Pagine: 541 Prezzo: 9,90 euro Data di pubblicazione: 9 febbraio 2012 Trama È il 10 aprile 1912 quando May Smith si imbarca in terza classe sul Titanic, insieme con il marito Joe e la figlia Ellen, decisa a inseguire il sogno americano. In prima classe viaggia Celeste Parkes, che sta tornando negli Stati Uniti dopo una visita alla sua famiglia. Ma la notte del 15 aprile il transatlantico entra in collisione con un iceberg e il destino di tutti i viaggiatori si infrange contro una montagna di ghiaccio. In un attimo si diffonde il panico: i passeggeri della prima classe vengono tratti in salvo sulle poche scialuppe, quelli della terza non possono far altro che tuffarsi nelle gelide acque dell'Atlantico e sperare in un miracolo. May, ormai allo stremo delle forze, viene accolta a bordo di una delle imbarcazioni. La donna è disperata: crede di aver perso la figlia e il marito. Ma proprio in quei concitati minuti il capitano del Titanic, Edward Smith, le affida una neonata avvolta in una coperta. Alle prime luci dell'alba, però, May fa una terribile scoperta...

RECENSIONE Celeste Parkes, inglese sposata infelicemente con uno statunitense, sta tornando negli States dopo aver presenziato al funerale della mamma solo per amore del figlio ancora bambino; mentre May Smith, operaia cresciuta in un villaggio industriale, si imbarca con il marito Joe e la figlioletta Ellen in cerca di un avvenire migliore oltreoceano. Il destino le farà trovare insieme su una scialuppa di salvataggio, dove le verrà messa in braccio una bambina che non è la sua — ma che crescerà come tale —, avviandola poi ad un futuro come artista e ad un amore appassionato e breve durante la Battaglia d'Inghilterra. Intanto, a New York, Angelo Bartolini, operaio edile, aspetta una moglie e una figlia dalla Toscana che non arriveranno; e per anni non si rassegnerà alla loro perdita, seguendo la traccia di una scarpina di pizzo appartenuta alla figlia perduta.


Il Titanic è la partenza per una vicenda dove si parla d'amore e di perdita; di rimpianto e passione; di amicizia e ricordo; di speranza e dolore, attraverso oltre quarant'anni di Storia del Secolo breve — dalla Grande Guerra agli anni del Proibizionismo — dalla Grande depressione alla Seconda guerra mondiale; con personaggi affascinanti, ricchi di umanità, segnati da quella tragedia ma capaci di continuare a vivere, a sognare, a cambiare le loro vite.

Un romanzo che appassiona gli amanti della Storia, soprattutto quella recente (spesso a torto assente da molta narrativa d'evasione); raccontando in una prospettiva femminile tante vicende che si intersecano, rimanendo unite, senza essere comunque melenso e scontato, anche se l'autrice sa destreggiarsi ottimamente nella costruzione di un feuilleton ricco di colpi di scena.

La strada in fondo al mare, titolo posticcio italiano del peraltro non altrettanto convincente The Captain's Daughter (che si riferisce ad una leggenda metropolitana che dà lo spunto alla vicenda) travolge con la forza dei romanzoni ottocenteschi per oltre cinquecento pagine; seguendo una linea di destino e di ritrovamenti, tra mille espedienti e incontri, non dimenticando di parlare di tutte le storie minute che hanno fatto la Storia, concentrandosi in particolare sull'immigrazione — grande protagonista della tragedia del Titanic — largamente praticata anche da vaste fasce della popolazione europea, italiani in testa. 

Di Leah Fleming non è al momento uscito altro in italiano, ma dato il successo de La strada in fondo al mare, con cui la Newton Compton ha dimostrato un'altra volta la sua linea editoriale di proporre libri recenti a un prezzo popolare. Non mancheranno probabilmente altre sue opere; sperando che siano all'altezza di quello che è comunque un libro capace di appassionare, che difficilmente si lascia sul tavolino una volta iniziato.


L’AUTRICE: 
Leah Fleming è nata nella regione del Lancashire, nel nord-ovest dell'Inghilterra. Dopo aver concluso gli studi all'Università di Leeds, negli anni Sessanta, ha lavorato come maestra elementare. Oggi si dedica a tempo pieno alla scrittura e ha all'attivo sei romanzi. I diritti di traduzione di La strada in fondo al mare sono stati acquistati in Francia, Germania, Spagna e Serbia. Elena Romanello

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