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Recensione "Le cattive ragazze non muoiono mai" di Katie Alender

Creato il 23 marzo 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori, come promesso nell’anteprima del 15 marzo, eccovi la recensione l’edizione italiana del primo libro di Katie Alexander, autrice esordiente americana di letteratura per ragazzi. Potete leggere un estratto: QUI Titolo originale: Bad Girls Don’t Die Autore: Katie Alender Editore: Newton & Compton Collana: Nuova narrativa Newton Pagine: 336 Prezzo: € 12,90 Uscita: 31 marzo 2011 Trama: Alexis è schiva, solitaria, odia le ragazze ricche e viziate della sua scuola e ha un rapporto pessimo con la madre, troppo presa dai suoi problemi per curarsi di lei. Ha una sorella, Kasey, di tredici anni, che è ossessionata dalle bambole e sembra vivere in un mondo tutto suo. Alexis ha un’unica passione, la fotografia, e passa gran parte del tempo nella sua camera oscura, fino a quando in casa non cominciano a succedere strane cose. A volte una luce inquietante avvolge le stanze, e le porte sembrano aprirsi da sole. Anche gli elettrodomestici si accendono all’improvviso e il condizionatore sta congelando la casa senza che nessuno riesca a spegnerlo. E Kasey è cambiata. I suoi occhi blu sembrano diversi, quasi verdi. Parla in modo strano, dice di non ricordare più ciò che è accaduto soltanto poco tempo prima e solleva gli oggetti con una forza che non può appartenere a una ragazzina. Ma soprattutto, sta diventando sempre più cattiva… E se quella creatura non fosse più la sorellina di Alexis? BOOKTRAILER RECENSIONE Come anticipato nell’anteprima, la lettura, piacevolissima, di questo libro è stata portata avanti preferibilmente durante il giorno, non solo per una particolare sensibilità all’argomento trattato, ma anche per la mia scarsa resistenza alla lettura serale – spesso la stanchezza non mi aiuta ad apprezzare, e a volte neanche a capire, quello che leggo, senza considerare lo spiacevole inconveniente che a volte mi capita di “svenire” letteralmente nel mio letto o sul divano, libro in mano, senza offesa per qualsiasi autore. Una cosa che posso però assicurarvi, anche in veste di lettrice “adulta” e “infestata” da due bimbi che urlano e mi saltano addosso mentre leggo (e spesso si divertono a togliere i segnalibri, suscitando l’ilarità incontrollata di mio marito), anche quindi in completa assenza di un ambiente consono alla lettura, ho trovato questo libro per ragazzi coinvolgente e suggestivo. Uno degli aspetti più interessanti è la normalità della vita delle due sorelle Warren, che ce le rende più verosimili, e che, anche per questo, possono provocare una forte empatia nel lettore: entrambe attraversano problematiche adolescenziali che prima o poi abbiamo passiamo tutti; la più grande, Alexis, quindici anni, è ad un livello di ribellione che definirei “maturo”: i suoi capelli sono rosa ed è solita chiamare segretamente il suo gruppo di amici “Squadra della Morte” (un nome, un programma), ma dopo poche righe di narrazione in prima persona si capisce subito che abbiamo a che fare con una ragazza sveglia e capace, appassionata di fotografia, che non ama gli stereotipi e non è affatto insensibile nei confronti del prossimo, come vorrebbe far credere, compresa la sua “acerrima nemica” Megan, capitano delle cheerleader, che scoprirà insieme a lei un segreto drammatico riguardo la morte di sua madre quando lei era piccolissima e soprattutto si rivelerà sua preziosa amica e complice per sconfiggere il fantasma che tormenta la sua sorellina. Quest’ultima, Kasey, di due anni più piccola di Alexis, è nella fase più complicata, di passaggio, tra l’infanzia e l’adolescenza. Si sente sola e trascurata dalla madre che lavora fuori casa fino a tardi, e che confida un po’ troppo nell’aiuto della figlia maggiore per badare alla più piccola, mentre, per quanto affezionata ad Alexis, quest’ultima avrebbe bisogno di un po’ di attenzioni in più da parte degli adulti importanti della sua vita. La sua solitudine, che avverte sempre di più mano a mano che Alexis cresce e coltiva interessi diversi dai suoi, la porta a passare sempre più tempo con la sua collezione di bambole, amiche per lei affidabili perché sempre presenti e disposte ad ascoltarla, e di cui è così gelosa a tal punto da far dubitare Alexis sulla normalità di tale passione, tramutatasi presto in ossessione.
“Kasey aveva bambole di pezza, bambole di porcellana, bambole parlanti, bambole che facevano la pipì, bambole che piangevano, bambole con costumi elaborati e bambole spogliate fino alle mutande (come la nuova poverina, qualunque fosse). Alcune erano così vecchie e usate che le loro guance morbide e lisce erano del tutto consumate. Alcune erano nuove. Alcune erano semi-pelate. Altre erano immacolate. Ma facevano tutte venire la pelle d’oca. Era l’unica caratteristica che avevano in comune. Morivo dalla voglia di fotografarne alcune, ma era una cosa impensabile. Impossibile.”
Un altro personaggio giovane e solitario del romanzo è Carter, che sembrerebbe ad una prima analisi di Alexis il tipico ragazzino perbene e senza problemi, ma che si rivela invece sensibile e disinteressato, anche lui con un tragico trascorso. Racconta alla sua amica:
“«Mia madre tornò a casa in anticipo da una conferenza e mi trovò», disse. «Abbiamo dovuto rifare le piastrelle del bagno perché le macchie di sangue non venivano via». Senza pensarci, strinsi a me il suo braccio”
La storia ha inizio dal momento in cui Alexis inizia a rendersi conto del comportamento singolare di Kasey, che da ragazzina timida e riservata inizia a dare cenni di aggressività con le compagne di scuola e anche con lei. Il suo attaccamento alle bambole diventa sempre più forte, e spesso la sente parlare con loro facendo riferimento ad una in particolare: Un libro quindi che potrebbe essere definito un “classico” del genere, scritto con stile brillante e cinematografico – è facile immaginarsi situazioni e ambientazioni grazie all’abile penna dell’autrice, che non appesantisce la storia dilungandosi in descrizioni dettagliate di fatti e personaggi, ma preferisce far parlare la sua Alexis, mostrandoci il mondo come lo vedrebbe una quindicenne qualsiasi, non per forza cresciuta in una cittadina americana (il romanzo è scritto in modo che potrebbe benissimo essere ambientato in qualsiasi altro posto), basandosi sulle sensazioni della narratrice, dotandola della maturità sufficiente per mettere qualsiasi cosa in dubbio, anche se stessa, per risolvere qualsiasi situazione. Una lettura che consiglierei quindi a chi ama i libri horror, adatti anche ai più giovani ma con quel qualcosa in più che fa riflettere anche gli adulti.
“Non so da quanto tempo stessi dormendo quando sentii la voce di mia sorella. «Ora, Arabella», diceva. «Non fare l’egoista. Devi condividere le tue cose». Pausa. «Lo so che ti calza alla perfezione, ma lei è nuova e non ha niente da mettere. Pensate a che cosa ha passato. Non v’importa dei suoi sentimenti?». Altra pausa. Mi premetti le mani contro la testa. «Ma che succede se abbiamo di nuovo compagnia? Sapete che Sar...».Non resistetti. Mi allungai e battei il pugno sulla parete.”
Kasey è molto intelligente e ha buona memoria, ma è trascurata nello svolgere i compiti di scuola e chiede spesso aiuto ai genitori, senza successo, e ad Alexis, che nonostante protesti parecchio e cerchi di farla maturare le da sempre una mano. Ma quando le chiede aiuto per compilare un albero genealogico della loro famiglia, e la sorella le trova tutte le ricerche dei suoi compagni nello zaino di scuola, i sospetti che ci sia qualcosa che non va nella testa di sua sorella si fanno più forti. Se aggiungiamo il fatto che il colore degli occhi ogni tanto le muta dall’azzurro al verde smeraldo, e che il suo atteggiamento si fa più sicuro e prepotente quando questo accade, e un giorno i freni dell’auto della loro mamma vengono manomessi, senza che nessun estraneo sia entrato in garage, Alexis comincia a preoccuparsi sul serio. Il sentimento tenero che sta nascendo tra lei e Carter dovrà essere messo momentaneamente da parte, e lei dovrà scoprire se Kasey sta veramente impazzendo o se la colpa è di quella misteriosa sagoma luminosa che è riuscita a fotografare una notte, fuori dalla loro casa... Una storia in cui i ragazzi sono lasciati a loro stessi, sembrerebbe, nel momento più delicato della crescita, e in cui gli adulti vengono ritratti come troppo presi a fare “altro”, troppo assenti per accorgersi di quello che accade ai loro figli? Potrei dire che è la cosa che mi ha fatto più paura di tutto il resto. Se non consideriamo, naturalmente, la casa. Come in ogni horror che includa una casa maledetta di tutto rispetto, la Alender riesce a descriverla in modo tale da renderla “viva”, pulsante, protagonista come un personaggio vero e proprio del romanzo e dal ruolo ambiguo di complice / nemica delle due sorelle. Una casa vecchia di più di un secolo, silenziosa e palpitante insieme, i cui pavimenti di legno scricchiolano al passaggio dei suoi abitanti, con tanto di cantina e di soffitta, entrambe naturalmente inquietanti e strapiene di oggetti appartenuti agli ex abitanti della casa, opportunamente suggestivi e terrificanti. Le tubature della cantina, ad esempio, sembrano esalare fumi venefici in grado di far sognare, o meglio, provocare un incubo ad Alexis sulla bambina che amava tanto le bambole e aveva abitato lì anni prima, e sulla sua drammatica morte, mentre la soffitta contiene un segreto che aiuterà la ragazza a risolvere il mistero del fantasma entrato in possesso di sua sorella – grazie anche all’aiuto di un’altra “presenza”, stavolta benefica. L'AUTRICE: Katie Alender nata e cresciuta in Florida, ha studiato alla Florida State University Film School. È membro della SCBWI (Società di scrittori e illustratori di libri per ragazzi) e della ITW (Scrittori internazionali di thriller). Attualmente vive a Los Angeles, dove lavora come scrittrice e produttrice televisiva. Il suo sito è http://www.katiealender.com/. Le cattive ragazze non muoiono mai è stato selezionato dalla New York Public Library 2010.

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