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[Recensione] Le magie di Omnia. Trilogia di Fabio Cicolani

Creato il 23 maggio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Le magie di Omnia. Trilogia di Fabio Cicolani

Titolo: Le magie di Omnia
Autore: Fabio Cicolani
Editore: La Corte Editore
ISBN: 9788896325155
Anno: 2013
Lingua: italiana
Numero pagine: p. 560
Prezzo: € 19,90
Genere: Fantasy

Voto: [Recensione] Le magie di Omnia. Trilogia di Fabio Cicolani

 

Trama: Un Libro è la chiave che spalanca le porte verso mondi immaginari. Lo sa bene Fabio Cicolani che ha scritto il primo volume delle “Magie di Omnia” credendo di mettere su carta i suoi sogni fantastici. Ma accade che il cattivo di questi sogni, Lycaon, un pericoloso Oscuromante del pianeta magico di Omnia, riesca a venire in possesso del romanzo che narra la storia della sua sconfitta. In questo modo Lycaon è in tempo per cambiare tutto, perché quello che c’è scritto nel libro non è ancora accaduto. E dal momento in cui inizierà a leggere del suo destino nero su bianco, il libro muterà radicalmente, cambiando le sorti di tutti i protagonisti. Ma il Destino porterà Omnia a soccombere, devastato da Signa, una perfida tiranna diventata L’Imperatrice della Luce. Saranno giorni oscuri per gli abitanti di Omnia e per gli eroi che tenteranno di liberarla e che si vedranno costretti a stringere alleanze inaspettate, a ricorrere a tutto il proprio coraggio, a sperare che Fabio Cicolani scriva ancora di Omnia. Perché, paradossalmente, potrebbe essere l’unica speranza per salvare il loro mondo. Come se non bastasse, nell’ombra delle storie dei protagonisti, si muove anche una figura misteriosa, che come un virus si insinua nei giochi di buoni e cattivi, mettendo a rischio i legami più profondi e riportando a galla pericolosi retroscena da un passato che neanche l’autore avrebbe voluto svelare.

Recensione:

1. Il signore del destino

…se Voldemort avesse potuto leggere in anticipo la saga di Harry Potter, sarebbe stato sconfitto comunque? Oppure anche i Signori Oscuri imparano dai propri errori? E Frodo? Sarebbe riuscito a distruggere l’anello se Sauron fosse stato a conoscenza della trilogia di Tolkien? Ovvio che se la perfida Strega dell’Est avesse letto, nero su bianco, che le sarebbe piombata una casetta di legno in testa, si sarebbe spostata. Pensò [Brando Malvisi] che, meglio di una seconda possibilità, c’è solo quella precedente la prima, l’occasione zero, per così dire…

Questo è il nucleo della prima storia, nella quale Lycaon si atteggia a padrone dell’altrui e del proprio destino. Dell’altrui perché, implacabile, abbatte qualsiasi nemico che ostacoli il suo cammino; del proprio perché ha tra le mani il romanzo che lo riguarda. È la prima volta che si possono aggiustare le cose con il senno di poi, tanto inutile a posteriori quanto necessario per trarre il dovuto insegnamento di quello che è stato. “Del senno di poi ne son piene le fosse”, scriveva Manzoni. Ebbene Lycaon si pone sullo stesso piano del lettore, legge e giudica le stesse righe che scorrono davanti ai nostri occhi. Con la differenza che può rimediare, correre ai ripari, farsi persino co-autore. Quando chiude il libro e riprende i panni del personaggio che è, cambia le carte in tavola e risolve le circostanze a suo favore. Sa per certo che verrà sconfitto da quattro ragazzi: Viola e Bianca (terrestri), Alfa e Omega (omniani). Le prova tutte. Non basta la terribile Chimera? Detto fatto: manderà loro contro la fumosa Lucubra. Non servirà nemmeno questo? Allora…

Quella che pareva un’opportunità più unica che rara si rivela un universo di illusioni. Se Voldemort avesse letto la saga della Rowling, qualcosa ci dice che sarebbe stato sconfitto ugualmente, magari in altro modo. Se Sauron avesse letto la saga di Tolkien, Tolkien stesso gli avrebbe tolto l’anello, in un modo o nell’altro (e Frodo, magari, non avrebbe perso un dito).

Il romanzo su cui tanto indugia Lycaon assume, riga dopo riga, la potenza di un oracolo. E l’oracolo, si sa, non dice tutto. Sapremo solo nel secondo episodio – L’imperatrice della Luce – quale rapporto vi sia tra Lycaon e Viola. E solo al terzo conosceremo una nuova figura inquietante, spuntata dal passato. Se ne fosse stato al corrente, avremmo avuto davanti un’ulteriore infinità di variabili e incognite insondabili. Insomma: il senno del poi serve fino a un certo punto perché tornano a valere, prepotenti, i se e i ma. E Lycaon se ne rende conto drammaticamente. La situazione è destinata a sfuggirgli di mano, come è sfuggita di mano a Crono, a Laio – padre di Edipo – , a Macbeth… continuate voi l’elenco:

Il libro iniziò a vibrare e si illuminò. Il Lupo lo voltò e vide che le parole della quarta di copertina si mescolavano e poi si diluivano come disciolte dalla pioggia. Cambiavano! Le frasi che anticipavano la trama del libro stavano cambiando!

Chi sta giocando con le possibilità? Di imprevisto in imprevisto, l’esito è sempre lo stesso: Lycaon, succube della paura del futuro, alla fine verrà sconfitto. O almeno questo ci viene lasciato credere.

2. L’imperatrice della luce

In questo secondo capitolo si definisce il rapporto di Fabio Cicolani con l’universo di Omnia. Se Lycaon alternava i ruoli di personaggio, lettore e co-autore, Fabio Cicolani è anche personaggio (non un semplice cameo) della saga. Si trova proiettato, direi oltre l’intenzione e per il gioco di eventi imprevedibili, in un gioco più grande di lui:

Poi le visioni divennero sempre più insistenti, logiche, fatti che accadevano nella mia testa e che sembravano volermi raccontare qualcosa. Finché, di colpo, si interruppero. Crescendo, continuavo a rivivere nei sogni quelle vicende fantastiche che nella mia testa presero la forma di un racconto. La storia di Lycaon, un potente Oscuromante Lupo di Omnia che veniva sconfitto da due gemelli omniani, Alfa e Omega, e due ragazzine terrestri, Bianca e Viola. Custodii quella storia dentro di me, come fosse solo mia, per anni. Poi un giorno ho aperto una pagina bianca di Word e ho iniziato a scrivere quello che avevo visto. Il resto è storia, anzi, è la storia che avete letto finora.

Atena, un personaggio di quel mondo e cugina di Alfa e Omega, gli si rivolge per mettere mano a un nuovo racconto, stavolta su commissione. Deve salvare Omnia, sconvolto dalla tirannia dell’Imperatrice della luce. Il Destino, a quanto pare, si esprime nella penna di Fabio Cicolani, chiamato a riportare ordine a un improvviso caos.

È immaginabile mettere in bocca a un oracolo le proprie parole, affinché le situazioni prendano una piega piuttosto che l’altra? Perché stavolta i fatti gli sono raccontati da altri, scrive quasi sotto dettatura.

Il gruppo, composto da Viola e Bianca, Alfa e Omega, al quale si aggiunge Atena e inaspettatamente Lycaon (e Fabio Cicolani tra le righe) dovrà muoversi compatto contro una nemica comune, Signa, e allentare le occasioni di tensione.

Fabio Cicolani conclude il secondo romanzo come ci si aspetta. Di battaglia in battaglia, di colpo di scena in colpo di scena, la minaccia paventata da Atena sembra dissolversi. C’è solo un problema: l’autore è uno dei suoi personaggi, è nelle mani di una subdola macchinazione orchestrata da qualcun altro. È stato preso in contropiede. La situazione si è ribaltata: Signa è diventata il vero autore, Cicolani si ritrova catapultato nel mondo di Omnia.

3. I giorni delle tenebre

Gradualmente si fa strada la consapevolezza che il destino non è in mano a un oracolo, a un individuo soltanto, che non bastano piani e sotterfugi per incanalare gli eventi verso certi sviluppi. La responsabilità di Fabio Cicolani è rilevante ma non diviene mai ragione sufficiente. Se esiste un piano, uno schema del tutto, ha la sostanza di un algoritmo non formulabile, costituito dalle parole del romanzo oltre che da un’ insondabile incognita. Le incognite sono diverse: una figura misteriosa e inquietante che giunge da un passato dimenticato, destinata a rimettere in gioco tutta la storia; la Resistenza che le tenterà tutte pur di uscire dalle tenebre e dal caos, escogitando metodi ingegnosi e impensabili.

In questo terzo episodio emergono nuovi elementi, segreti inconfessabili, antefatti che arricchiscono il racconto, rendendolo complesso e articolato.

Signa non potrà prevedere ogni cosa, né coprirsi le spalle completamente. Qualcosa ci dice subito che non sarà sufficiente arginare il pericolo di sensitivi e veggenti, o progettare di eliminare l’autore, salvaguardando così il futuro della propria tirannide. Da che mondo è mondo, nessuno può ritenersi al sicuro dai colpi di coda dell’insondabile. Si tratta di una lezione ancora da apprendere: né Lycaon, né Cicolani erano signori del destino, né lo saranno Signa o Sinthanos. Non può esserlo un oracolo (l’autore), come un individuo soltanto. Il destino assume i contorni di personaggi che costituiscono un gruppo via via più coeso, disposto a mettere in secondo piano individualismi, colpi di testa e di mano. In esso faranno ingresso membri affidabili e inaffidabili, ciascuno pronto tuttavia a dare il proprio contributo, secondo le proprie capacità, inseguendo un filo rosso sottile e invisibile, il nervo della storia.

L’unico che verrà messo da parte e alle strette sarà lo stesso Fabio Cicolani:

Tutti che mi puntavano il dito contro per aver raccontato una certa cosa, o aver svelato questo o quel segreto nel modo sbagliato, o aver commesso errori grossolani sull’applicazione delle regole, in questo caso omniane…

Da quando ero apparso nella biblioteca della Katopoli, Alfa, Omega, Viola, Sin e perfino due che neanche conoscevo non avevano smesso di urlarmi contro e rimproverarmi per quello che avevo scritto. Mi sentivo come a una riunione di redazione di fronte a editore, editor e correttore di bozze a due giorni dalla scadenza e a dover rendere conto della prima stesura del romanzo scritta in preda ai fumi dell’alcool. 

Si tratta, a bene vedere, di una scena chiave. A conti fatti gli omniani, che ben poco hanno da perdere, appaiono forti e determinati, di fatto rinvigoriti e temprati dagli stenti e in grado, finalmente, di decidere da sé. Non sarà un libro, o un eroe calato da chissà dove a sciogliere l’intreccio. Fabio Cicolani da autore, a personaggio della saga, diviene testimone, indossa i panni di un semplice cronista e in tale veste riprende in mano gli eventi, accompagnandoci al loro compimento.


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