Recensione “Le Relazioni Pericolose” di Pierre-Ambroise-François de Laclos
Pubblicato da Francesca Rossi “L'amore, l'odio, non avete che da scegliere, dormon tutti sotto lo stesso tetto; potete, sdoppiando la vostra vita, carezzare con una mano e con l'altra colpire”.Cari lettori, oggi vorrei proporvi un romanzo famosissimo, oggetto di numerose trasposizioni cinematografiche, dalla fama scandalosa e ormai diventato un vero e proprio classico che non può mancare nella nostra libreria personale: “Le Relazioni Pericolose” di Pierre Choderlos De Laclos. Stavolta, però, cercherò di darne una lettura un po’ diversa dal solito e mi piacerebbe anche avere la vostra opinione sul romanzo, sapere ciò che vi ha comunicato (o meno).

RECENSIONE “Le Relazioni Pericolose” è uno di quei romanzi che vanno letti almeno una volta nella vita. E’ un capolavoro di intrighi, inganni, crudeltà, seduzione e sottigliezze tanto raffinate quanto diaboliche. E’ una storia incentrata sulla voluttà, l’edonismo e la ricerca, che quasi crea dipendenza, del piacere. Non è, infatti, l’amore a muovere le vicende dei personaggi, bensì il piacere stesso. Il sentimento vince, è vero, ma non sta alla base della narrazione, in quanto sopraggiunge solo in un secondo momento, portando con sé conseguenze nefaste.
“Le Relazioni Pericolose” non è un romanzo giocato sul coinvolgimento emotivo, ma un intreccio di passioni, peccati e trasgressioni che ruotano attorno al fulcro formato dall’alleanza tra il Visconte di Valmont e la Marchesa De Merteuil. Sono loro, infatti, a muovere i fili degli altri personaggi e della storia stessa, almeno fino al momento in cui il gioco diventa cosi pericoloso da sfuggir loro di mano. Hanno grande esperienza di vita, fascino e magnetismo inconfondibili, carattere e un animo impregnato di veleno. Sono cattivi, è vero. Sono spietati e destinati a perdere, eppure un barlume di simpatia c’è anche nei loro confronti. Perché? Forse perché, come si dice spesso, i personaggi negativi sono più “interessanti”? Può darsi, ma credo che ci sia un motivo più profondo: questi due libertini hanno una loro visione della vita. Sbagliata, deviata quanto vogliamo, però non si lasciano vivere. Prendono in mano le redini del loro destino, scelgono, non accettano le convenzioni e le restrizioni della società perbenista, hanno idee e cultura, oltre che intelligenza e scaltrezza. Purtroppo, però, attraversano il loro tempo senza farsi scrupoli. Proprio la mancanza di pietà è una delle pecche di Valmont e Merteuil: vivere, anche sopravvivere, a scapito degli altri e dei loro sentimenti, nella spasmodica ricerca della vittoria, della vendetta e dell’agognato piacere.

Gli altri personaggi, invece, dalla giovane Volanges a Danceny, fino a Madame De Tourvel, sono all’estremo opposto: vittime della società, dei libertini, ma anche dei loro doveri. La loro fine, sebbene possa apparire troppo severa, è edificante e li riabilita totalmente dai “peccati” commessi. Sono loro stessi ad infliggersela: non scelgono, non si impongono come la Merteuil o Valmont. D’altra parte non ne avrebbero né la capacità, né la faccia tosta. Però hanno un cuore, una coscienza che li muove e li riconduce, attraverso il dolore, entro i limiti ben stabiliti dal senso comune. Loro sono “i buoni” che si perdono, ma poi si ritrovano e vincono la loro battaglia espiando senza nascondersi. Sono Madame de Tourvel, Danceny e la giovane Volanges ad essere forti pur apparendo fragili, perché sopportano il peso delle loro colpe.
L’autore vuole dirci, attraverso le loro storie, che solo chi ha il senso della misura e del dovere può vincere. L’inganno non può vincere contro la rettitudine morale, seppur velata di una certa ipocrisia. De Laclos ha scritto un romanzo immortale e universale, poiché affronta le pulsioni, i desideri e i sentimenti umani, uguali a tutte le latitudini. Lo stile avvincente e la struttura epistolare sono totalmente azzeccate, in quanto proiettano i lettori direttamente nella mente dei personaggi, nel magma dei loro pensieri più oscuri. Il Bene ed il Male non si confondono. Choderlos de Laclos analizza e critica in modo acuto la nobiltà corrotta. E’ implacabile nel suo giudizio. Voi, invece, cosa ne pensate? Chi è il vostro personaggio preferito?
