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Recensione, LE STANZE BUIE di Francesca Diotallevi

Creato il 07 maggio 2014 da Leggiamo
Eccolo qui, il romanzo che mi serviva e che vi assicuro, serve a ogni lettore.
Le Stanze Buie di Francesca Diotallevi
| Mursia, 09/2013 | pag. 400 | € 22,00 |
Recensione, LE STANZE BUIE di Francesca DiotalleviTorino 1864. Un impeccabile maggiordomo di città viene catapultato nelle Langhe: per volere testamentario di un lontano zio, suo protettore, dovrà occuparsi della servitù nella villa dei conti Flores. Il protagonista si scontra così con il mondo provinciale, completamente diverso da quello dorato e sfavillante dell'alta società torinese, e con le abitudini dei nuovi padroni e dei loro dipendenti. Nella casa ci sono un conte burbero, una donna eccentrica e anti-conformista, ma anche sola e infelice, un cameriere dalla doppia faccia e una vecchia che sa molte cose, ma soprattutto c'è una stanza chiusa da anni nella quale non si può assolutamente entrare. A partire da questo e da altri misteri il maggiordomo si troverà, suo malgrado, a scavare nel passato della famiglia per scoprire segreti inconfessati celati da molto tempo e destinati a cambiare per sempre la sua vita.

Voto:  Recensione, LE STANZE BUIE di Francesca DiotalleviRecensione, LE STANZE BUIE di Francesca DiotalleviRecensione, LE STANZE BUIE di Francesca DiotalleviRecensione, LE STANZE BUIE di Francesca DiotalleviRecensione, LE STANZE BUIE di Francesca Diotallevi
L'edizione che ho de Le Stanze Buie inizia con una dedica dell'autrice:
A Silvia de "il piacere della lettura"sperando si riveli una... piacevole lettura.con affetto Francesca
No Francesca, non è stata una piacevole lettura. È stata una lettura poetica, suggestiva, incalzante e bellissima. Per certi versi anche inaspettata, perché nonostante fossi praticamente sicura che Le Stanze Buie mi sarebbe piaciuto, non sapevo fino a che punto. Non sapevo quali corde avrebbe toccato e non sapevo che le avrebbe anche spezzate.
Era da tanto che non mi commuovevo così per un libro, e sono sincera, mi mancava. Leggendo tanto - e da tanto - ci sono volte in cui mi sento quasi anestetizzata, mi sembra che le emozioni - quelle vere - siano sempre più difficili da trovare tra le pagine di un romanzo. Poi scopro che non è così, che forse, molto semplicemente, capita che inciampi in titoli "sbagliati". Ma storie come questa sono effettivamente difficili da trovare. Storie dal sapore dei tempi passati, storie che hanno il respiro dei grandi e intramontabili classici senza però possederne la pesantezza dello stile.
Francesca scrive benissimo. Il suo libro sembra nato al lume di una vecchia lampada ad olio, da un consumato pennino intriso d'inchiostro, mentre parole arricchite da sbuffi e volute prendono forma su un foglio stropicciato.
Ho iniziato a leggere sapendo pochissimo della storia, quasi niente; mi capita sovente di non soffermarmi nemmeno sulle trame riportate nei risvolti di copertina, perché a volte rivelano troppo, altre volte raccontano bugie.
La trama de Le Stanze Buie invece è veritiera, ma a mio avviso non rende giustizia al libro. Oddio, potrebbe anche essere un pregio, perché il lettore si troverà del tutto impreparato quando le emozioni lo investiranno. O almeno per me è stato così. Non ho comunque dovuto aspettare molto, sono bastate poche righe per venire catapultata alla fine del 1800, per sentirmi parte delle Langhe, per trovarmi a camminare nei lunghi corridoi di Villa Flores insieme a Vittorio Fubini, il nuovo maggiordomo sradicato dalla città a causa di una scomoda eredità.
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