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Cari lettori,oggi vi propongo la recensione di un libro che ho letto un po' di tempo fa, e di cui non avevo ancora espresso il mio parere. Si tratta di Leggendo Turgenev, romanzo scritto dal narratore e drammaturgo William Trevor; le cui scelte stilistiche sono sempre particolari, preferendo romanzi che siano caratterizzati dalla presenza di personaggi appartenenti alla medio-borghesia.
Titolo: Leggendo Turgenev
Autore: William Trevor
Editore: Guanda
Traduttore: Laura Pignatti
Data di pubblicazione: 5 luglio 2012Prezzo: 17,00 EuroPagine: 248 pp.ISBN: 978-88-6088-860-0Sinossi: Pur di sfuggire alla modesta fattoria in cui è nata e cresciuta e coronare il sogno di vivere in città, spinta dall’illusione del benessere e dell’affrancamento sociale, l’ingenua Mary Louise accetta di sposare il poco attraente Elmer, più vecchio di lei e desideroso di trovare moglie solo per dare un erede all’attività di famiglia. Si trova dunque intrappolata in un matrimonio senza amore, tormentata per giunta dalle cognate nubili che non le perdonano di aver turbato la loro esistenza rigida e abitudinaria, tesa a conservare un’apparenza di rispettabilità, e si rintana in un mondo tutto suo, al confine tra realtà e immaginazione, in compagnia del cugino invalido Robert. Tra i due nasce un amore romantico, mai consumato e per questo più intenso, a cui Mary Louise consacrerà la propria vita, trovando finalmente le parole per esprimere i propri sentimenti nei romanzi russi che Robert le legge in un cimitero di campagna abbandonato. Ma nell’ambiente chiuso e conformista che la circonda basta un minimo scarto dalla norma per veder segnato il proprio destino.
Recensione: Se dal punto di vista stilistico, il romanzo scritto da William Trevor, Leggendo Turgenev, sia ben strutturato; non si può dire altrettando per quanto riguarda i contenuti che, talvolta, non sono ben sviluppati. Sebbene le abilità scrittorie di Trevor siano evidenti, tuttavia — almeno per quanto riguarda la sua ultima pubblicazione — il ritmo, non sempre incalzante, è causa di una lettura spesso lenta e poco fluida. Faccio questa breve premessa poiché — per i motivi che ho appena elencato — Leggendo Turgenev è un romanzo che, sebbene mi abbia trasmesso qualcosa, non è stato totalmente in grado di coinvolgermi a livello emotivo: un aspetto, questo, che considero indubbiamente importante. A una prima lettura, ho avuto come l'impressione che l'autore abbia scritto una storia che può, facilmente, inserirsi nel filone del nonsense. Il linguaggio, infatti, sembra quasi onirico; un po' alla James Joyce di Finnegans Wake e i romanzi di Ivan Sergeevič Turgenev, autore e drammaturgo russo, da cui è tratto il titolo dell'opera. Da quest'ultimo, infatti, William Trevor trae spunto; in particolare per quanto riguarda i romanzi che culminano nella follia. Ne è un esempio Padre e figli, uno dei più importanti dell'autore e considerato un capolavoro della narrativa del XIX secolo.Al pari di Turgenev, anche William Trevor cerca di analizzare i rapporti interpersonali della famiglia piccolo-borghese. L'attenzione, perciò, si sposta sul versante eminentemente sentimentale e psicologico. Protagonista del romanzo è una giovane donna, Mary Louise; della quale ritroviamo un'attenta analisi psicologica. L'obiettivo dell'autore è, pertanto, quello di far emergere le caratteristiche di tale personaggio, dalla psicologia complessa. Il lettore, dunque, noterà la differenza tra quest'analisi e gli altri personaggi secondari.I temi trattati da Trevor non sono dei più semplici: tra rapporti familiari complessi; e il lento e inesorabile declino dell'uomo che cerca di aggrapparsi — con tutte le sue forze — a una realtà che egli stesso a scelto, e che non corrisponde ai suoi desideri più reconditi.L'intrecciarsi tra i desideri nascosti, e il sogno costituiscono il leitmotiv dell'opera che, più che basarsi sulla realtà — e quotidianità —, cerca di analizzare la vita di Mary Louise e la sua incessante ricerca dell'amore incondizionato; privo, perciò, di tutti quei problemi che potrebbero derivare anche dalle gelosie familiari.Il linguaggio, come detto, sembra quasi onirico e, mediante la voce del narratore esterno e onniscente, viene descritta la vita della protagonista: sospesa tra una realtà difficile — derivante dai problemi interpersonali — e il sogno, incessante, di vivere a seconda delle proprie inclinazioni. Del resto, è la donna ad avere piena coscienza di sé e degli errori giovanili che, inevitabilmente, l'hanno portata a desiderare il meglio per se stessa. Come già detto, nonostante le tematiche siano profonde, tuttavia non mi sembra che siano state sviluppate al meglio. Insomma, non definirei il romanzo di Trevor una 'fiaba', quanto piuttosto un romanzo in cui la protagonista non ottiene sviluppi; scivolando nel degrado personale. Inoltre, l'autore avrebbe poututo evitare di rendere "incompleta" la stesura dell'opera; preferendo anche un ritmo veloce che, forse, avrebbe facilitato la lettura. Vero è che si tratta pur sempre dello stile di un narratore e drammaturgo che preferisce storie complesse — con protagonista il mondo della piccola borghesia —, ma il suo modo di narrare è così ricecercato, che non mi sento di consigliare la lettura del romanzo a tutti; piuttosto a coloro che prediligono le storie un po' sospese tra realtà e finzione, con tutte le scelte stilistiche che esse comportano.
(A cura di Maila Tritto)
L'AUTORE: William Trevor è nato a Mitchelstown, nei pressi di Cork; dopo aver trascorso l'adolescenza nella provincia irlandese, ha frequentato il Trinity College di Dublino. Da molti anni vive in Inghilterra. Narratore e drammaturgo, è autore di numerosi romanzi che ne hanno fatto uno dei maggiori scrittori di lingua inglese. Tra i suoi libri, Il viaggio di Felicia, Giochi da ragazzi, Marionette del destino, Notizie dall'Irlanda, Morte d'estate, Gli scapoli delle colline, La storia di Lucy Gault, Regole d'amore, Uomini d'Irlanda e L'amore, un'estate, pubblicati in Italia da Guanda.
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