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recensione libro Educazione siberiana

Creato il 25 febbraio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

EDUCAZIONE SIBERIANA

NICOLAI LILIN

EINAUDI

ISBN 978-88-06-20256-9

12,50

 

TRAMA

Gli Urca sono una popolazione di criminali che un tempo viveva nelle foreste siberiane. Sono un popolo pieno di contraddizioni che crede fortemente nei precetti della Chiesa ortodossa ma che al contempo è un popolo estremamente violento. Una popolazione autonoma ed indipendente che ripugna ogni autorità ma possiede un forte senso della comunità. I soldi e i beni materiali non hanno alcun valore se non per il sostentamento della comunità e i malati e i disabili, ossia i cosiddetti “voluti da dio”, i quali vengono protetti ad ogni costo.

Con il regime comunista la popolazione Urca è stata deportata in una regione tra la Russia e l’Ucraina, la Transnistria, che nel 1990 ha proclamato la propria indipendenza ma non è mai stata riconosciuta.

Scontri con i poliziotti , scontri tra bande, molotov, coltelli, pistole questi sono gli elementi in cui i giovani devono crescere. Imparare a diventare dei criminali ma “criminali onesti” in quanto la criminalità deve andare di pari passo con valori molto importanti quali l’amicizia, la lealtà e la condivisione. Popolo che rimane unito in qualsiasi situazione, anche in carcere creano dei gruppi isolati dagli altri.

Sono gli anziani che portano avanti la saggezza raccontandola ai più giovani, a parole oppure parlando dei tatuaggi che hanno segnato ogni fase della loro esistenza.

RECENSIONE

In questo libro Nicolai Lilin vuole raccogliere e raccontare la cultura e le tradizioni di un popolo criminale ma dignitoso; in quanto i “criminali onesti” temendo di venire contaminati dalle istituzioni corrotte proteggono i loro arsenali attraverso le icone; in questi luoghi la giustizia si forma non nei tribunali ma nella quotidianità dei gesti e attraverso i simboli dei tatuaggi. Infatti ogni criminale porta nella sua pelle il racconto della sua vita attraverso i tatuaggi. Nel libro i tatuatori sono equiparati a dei confessori, in quanto è il tatuatore che decide il disegno e il luogo dove verrà posizionato il tatuaggio in base alla storia personale di ognuno.

L’ambientazione del libro è la Transinistria, luogo lontano tra Russia e Ucraina, dove i bambini iniziano da piccoli a convivere con le regole criminali, a combattere dapprima con i coltelli e poi con le pistole, nella speranza di diventare “criminali onesti” , ma anche a rispettare e a difendere a  qualsiasi costo le persone deboli, soprattutto disabili e persone con malattie mentali.

Nicolai Lilin, nato e cresciuto in tale realtà, cerca di farci arrivare attraverso il suo racconto un pezzetto di Transinistria e precisamente il quartiere Fiume Basso, con la sua gerarchia e le sue regole, spesso con contenuti forti ma raccontati con una scrittura semplice e fluente.

Tale libro riesce a far riflettere sulla fugacità delle strutture sociali e su come possa essere relati vo il concetto di giustizia sociale.

Una lettura emozionante che cattura l’attenzione dalla prima all’ultima pagina e fa desiderare di visitare questi luoghi e conoscere meglio la loro cultura.


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