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Recensione Lost in Austen di Emma Cambell Webster
Creato il 01 maggio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiarioRECENSIONE Il 28 gennaio 2013, Pride and Prejudice ha brillantemente “soffiato” sulle sue prime 200 candeline, ancora fresco, intenso, comunicativo come il suo primo giorno di pubblicazione. In questi duecento anni, generazioni di giovani donne e adulte di ogni età hanno sognato tra le sue pagine, sui suoi personaggi immortali, sulla sua intramontabile storia d’amore. L’incredibile quantità di sequel, spin-off e retelling, che ogni anno ingrossa le proprie fila, testimonia la portata di questo romanzo, capace di essere sempre attuale, sempre romantico, sempre struggente, sempre portavoce della ricchezza, del valore e dell’indipendenza dell’animo femminile. Chi, tra coloro che l’hanno amato, non ha letto e riletto, anche più volte, il romanzo sino a sgualcirne le pagine? Chi non ha desiderato almeno una volta vestire i panni dell’arguta e testarda Elizabeth e sognato di incontrare il proprio Mr. Darcy (l’uomo perfetto grazie alla sua imperfezione)? Chi non ha sperato di poter leggere nuove pagine che raccontassero di loro, saltate fuori da chissà quale fortunato baule dimenticato in qualche solaio? Con il gamebook di Emma Campbell Webster si può realizzare qualcuno di questi desideri. Impersonando Elizabeth Bennet, si rivisitano i luoghi e le scene di Orgoglio e Pregiudizio ed è possibile scegliere per lei il nuovo passo da fare nei momenti più cruciali della storia: seguendo la trama originaria (magari con qualche piccola simpatica deviazione), si arriva a conquistare Mr. Darcy, cosa che, nonostante si stia solo reinterpretando un ruolo felicemente toccato a un’altra donna, è difficile non provochi una certa emozione (mio marito mi ha preso in giro per ore dopo avermi visto improvvisamente in evidente visibilio e averne scoperto la causa); ma, animati da spirito avventuroso, si possono preferire percorsi alternativi e incappare così in situazioni inaspettate – e talvolta surreali, come lo sposare Mr Collins o il venir uccise da Miss Bingley – e in incontri con personaggi appartenenti ad altri romanzi della Austen o alla sua vita reale – io ad esempio ho avuto l’onore di collezionare, tra le varie proposte di matrimonio, anche quella di Mr Crawford. Non sempre la direzione da prendere a un bivio dipende dalla propria volontà: a volte, infatti, il tutto è affidato ai ricordi precisi della trama originaria (è sufficiente decidere di andare verso il fiume piuttosto che verso il bosco per trovarsi davvero in guai seri) e altre alle personali conoscenze sull’etichetta e i costumi dell’epoca Regency, che possono decretare in una situazione il successo o un’indimenticabile gaffe. Una volta chiuso il libro, lo si può riaprire e iniziare l’avventura da capo scegliendo percorsi differenti. Io, combattuta tra il voler rivivere la mia storia d’amore preferita e la curiosità per gli altri possibili scenari proposti dall’autrice, ho fatto poche deviazioni dalla trama originaria, ma ho anche spesso curiosato nelle pagine scartate per scoprire cosa mi sarebbe accaduto se le avessi scelte. In un modo o nell’altro si decida di proseguire, il viaggio sarà comunque spassoso. Nonostante questo, il gamebook ha alcuni limiti che ne condizionano la perfetta riuscita. Innanzitutto, i finali alternativi a quello “canonico” sono numerosi e per lo più divertenti, però quasi mai felici; così sembra che quello verso Mr Darcy sia un percorso un po’ obbligato per concludere con successo l’avventura. In secondo luogo, quando si sconfina da Pride and Prejudice, non compaiono solo i personaggi degli altri romanzi austeniani, ma anche il loro contesto, così che si continua a essere Elizabeth, ma in realtà ci si ritrova nei panni delle altre eroine, con improbabili relazioni e conoscenze per il nostro personaggio (come ad esempio un passato amore finito male con Frederick Wentworth o un’amicizia datata con Mr Knightley). Ultima possibile debolezza del gamebook, è il conteggio punti di Intelligenza, Fortuna e Autostima che accompagna l’intera avventura, ma che risulta piuttosto inutile, visto nelle ultime pagine vengono tutti azzerati da eventi impossibili da evitare se si desidera coronare col successo l’impresa. Solo in un caso hanno un vero e determinante ruolo [SPOILER] e stabiliranno – senza possibilità d’intervento da parte del giocatore – se lui e la protagonista diverranno una moglie felice oppure una scrittrice di romanzi… [FINE SPOILER] Così io, a quanto pare, mi sono accaparrata il matrimonio e il marito dei miei sogni grazie alla mia poca intelligenza! Non si può avere tutto! L'AUTRICE Emma Campbell Webster si laurea presso la Oxford University nel 2003, dove si specializa su Jane Austen. Attualmente vive e lavora come autrice e attrice a Los Angeles. Lost in Austen è il suo primo libro.
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