Titolo: Mai come ieri
Autore: Stefano Marino
Editore: Ciesse
Genere: Thriller
ISBN: 9788897277156
Anno: 2011
Pagine: 266
Prezzo: 18,50€
La trama
Il paesino di Corvegna, nella provincia torinese è scosso dalla scomparsa di tre adolescenti. Assieme ai giovani, è sparito anche il parroco del paese, un uomo ritenuto da molti più mondano che devoto. Va da sé che le malelingue si scatenano.
Michele Revelli è un giornalista e scrittore dal passato turbolento che è ritornato al paese natale assieme alla figlia dopo essere stato coinvolto in alcune vicende giudiziarie ed essersi separato dalla moglie. Per puro caso, si imbatte nel cadavere di uno dei tre giovani scomparsi. Da lì, grazie all’aiuto di un amico poliziotto, comincia la sua indagine sulle sparizioni di Corvegna. Scoprirà ben presto che niente è come sembra.
Recensione
L’ultimo romanzo che ho letto e che trattava un tema simile, giovani vittime, coinvolgimento di un prete, possibile pedofilia, era un’inenarrabile schifezza di cui è meglio che non parli. Serve solo per dire che, con questo libro, pensavo di correre il rischio di ritrovarmi di fronte a qualcosa di simile – cioè un romanzo privo di alcun valore e strabordante di luoghi comuni. Per fortuna mi sbagliavo.
In un intelligente sovversione di quello che il lettore si aspetta una volta letta la sinossi e i primi capitoli, in cui il “caso” viene esposto al nostro investigatore improvvisato, Stefano Marino riesce a non scadere nel banale e nello stesso tempo a ricreare un nuovo alone di mistero attorno alla scomparsa del prete e dei ragazzi. A questo aggiungiamo anche che il romanzo non rinuncia a trattare (in maniera a mio avviso non inedita ma convincente) un tema importante come il pregiudizio razziale.
A bilanciare questi aspetti c’è però la forzatura con cui, nel finale, viene risolto il mistero che è stato la colonna portante della storia per duecento pagine. In un thriller che si rispetti la soluzione dell’enigma è la parte più importante di tutta la storia. Un autore di thriller può fare tutta la critica sociale che vuole, ma non può e non deve permettersi il lusso di risolvere frettolosamente il caso intorno a cui si costruisce la storia, perché è lo svelamento dell’enigma che appaga il lettore, non i fronzoli con cui si è ornata o meno la trama. Qui ho trovato la risoluzione troppo arrabattata, assolutamente anticlimatica.
Per il resto, lo stile è pulito e quasi mai pesante, nemmeno nei momenti in cui si affronta l’introspezione dei personaggi (tranne quando l’autore si dimentica dell’esistenza dei paragrafi e costringe il lettore a leggere wall of text impressionanti). Il protagonista, seppure non del tutto simpatetico, ne esce fuori ben caratterizzato e ha una storia di background che ne illustra le motivazioni e le rende credibili.
È un buon esordio. Avrebbe potuto essere meglio, ma considerato il livello di ciò che leggo (e recensisco) di solito non posso proprio lamentarmi.