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Recensione "Miss S" di Cathleen Schine

Creato il 20 novembre 2012 da Lalenene @Irene_Marziali
Recensione Non sempre possiamo fare recensioni ottime vero? E' nostro compito anche render noto ciò che non ci è piaciuto. Vi presento quindi la mia recensione di "Miss S" dell'americana Cathleen Schine -collaboratrice di testate quali il New Yorker ed il New York Times nonché romanziera di successo - edito in Italia da Mondadori.
Trama
Su una piccola isola sperduta al largo del Maine, c'è una splendida dimora ottocentesca trasformata in residenza per artisti dall'ultimo discendente della famiglia Treekape, Dick. È qui che, dopo una lunga e ansiosa attesa da parte del padrone di casa e dei suoi sette ospiti, il potentissimo, odiosissimo, temutissimo critico letterario e conduttore televisivo Gene Gill, detto G.G., fa finalmente la sua comparsa in una nebbiosa alba di settembre. Ma non come tutti si aspettano, bensì cadavere, avvolto dalle alghe e lambito dalle onde dell'oceano. E non si tratta di una morte accidentale: G.G. è stato assassinato. Ma da chi? E perché? Certo, l'uomo non godeva di grande simpatia da parte dei presenti, ma da lì a ucciderlo... Subito il giovane detective Oakwood giunge sul posto, e aiutato in modo singolare dall'ospite più eccentrica e anziana del gruppo, la famosa scrittrice di gialli Violet Shawn Dunston, all'anagrafe Miss Skattergoods, cerca di risolvere il mistero.
Recensione

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Cathleen Schine

Cathleen Schine è una scrittrice di romanzi statunitense nota a livello internazionale e generalmente apprezzata da critica e pubblico. Sebbene sia una di quelle macchine-da-stampa-viventi che sfornano almeno un paio di romanzetti l'anno, è stata proprio la sua fama ad indurmi a comprare e leggere questo suo penultimo libro nonché primo tentativo giallo. Direi che era meglio se fosse rimasta fedele al proprio genere narrativo consueto, senza avventurarsi in sentieri che non la vedono brillare. Anzi, potrei affermare - con una certa cattiveria e secondo un mio personalissimo giudizio - che non farebbe nemmeno la luce di un lumino se non fosse per la celebrità che si è guadagnata grazie ai suoi romanzi rosa, d'ambientazione storica o moderna che siano. La Schine, infatti, non ha affatto problemi con la creazione di un'ambientazione realistica e convincente; neanche sul realismo della variegata galleria di personaggi c'è niente da dire, sebbene scricchioli un po' parlando della loro originalità. La trama regge abbastanza e, sebbene non sia la cosa fondamentale di base di un giallo, anche l'idea del raduno di intellettuali è carina - salvo poi avere nel mezzo una ceramista??? - anche se non del tutto innovativa. La suspense del racconto è sufficiente a farlo essere un giallo decente per buona parte della lettura, tale da creare il desiderio di arrivare in fondo. Il problema poi è quando si arriva in fondo.
Almeno per quanto mi riguarda, la fine è stata decisamente deludente - e se mettiamo in conto le aspettative, lo è stato il libro per intero. Sia l'intreccio che il finale sembrano tirati via, come scritti di fretta per arrivare alla conclusione e dare la bozza all'editore. Naturalmente potrebbe averci riflettutto per settimane e settimane, tuttavia questa è l'impressione che ha dato a me lettrice.  Non posso dire se in questo il libro sia diverso dal resto dell'opera di Cathleen Schine, tuttavia non ho neppure apprezzato particolarmente il suo stile di scrittura - almeno quello che ne emerge leggendo un testo solo, questo - corretto e non scontato ma sussultorio e altalenante, che da vita ad una lettura spezzettata ed a singhiozzi che a me non piace.  Voto: 5 -
Aspetto come sempre le vostre opinioni, concordanti o discordanti che siano con la mia!

Con affetto,
Irene

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