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Recensione "Mr. Darcy, Vampyre" di Amanda Grange
Creato il 31 agosto 2011 da Alessandraz @RedazioneDiarioRECENSIONE Ci siamo, Elisabeth e Darcy hanno coronato il loro sogno d'amore con il fatidico sì, e sono pronti per partire alla volta della loro felicità quando, a causa di una misteriosa lettera, una nube oscura si addensa sulle loro esistenze. Iniziano insieme uno strano viaggio attraverso l’Europa che porterà Elizabeth, dal cui punto di vista è raccontata l'intera vicenda, a scoprire una faccia inedita del mondo merlettato del 1800. Attraverso lettere che Elizabeth scrive alla sorella durante tutto l'arco del libro, la vediamo sfogare dubbi e preoccupazioni sui comportamenti di Darcy e soprattutto sul loro rapporto: un unione che sembra essersi raffreddata proprio dal giorno del loro matrimonio, che da evento di gaudio e gioia nella mente della povera Elisabeth inizia ad assumere un significato distorto e sbagliato, arrivando a farle pensare di aver forse sbagliato a sposare il gentiluomo in questione. Tra domande senza risposta e auto convincimenti, i coniugi Darcy attraversano l'Europa passando per Parigi con le sue atmosfere maliziose e leggere, per i magnifici paesaggi di montagna delle Alpi, giungendo anche alla città romantica per eccellenza ovvero Venezia. In tutte queste tappe i neo sposini sono sempre accolti da amici di vecchia data di Darcy e quindi Elisabeth, volente o nolente, riesce ad avere squarci di un passato che si rivela sempre più oscuro, antico ma sempre più presente e pressante, e che inesorabilmente li sta inseguendo.
I personaggi di Elisabeth e Darcy sono ben ripresi dal romanzo originale, Orgoglio e Pregiudizio: Elisabeth è forte e indipendente nonostante sia una compagna fedele e devota al marito, è intraprendente e curiosa anche se non oltrepassa mai la privacy di Darcy curiosando a sproposito. La scrittrice riporta poi il forte legame che lega a doppio filo Lizzie e la sorella Jane attraverso le onnipresenti lettere che Elisabeth le manda durante tutto l'arco del libro confidandole tutti i suoi dubbi e rivelando il suo lato fragile e insicuro e svelandoci i meccanismi psicologici del personaggio, essendo il libro narrato in terza persona ma dal punto di vista di Lizzie. Del Mr. Darcy di Orgoglio e Pregiudizio possiamo trovarne gran parte in questo sequel, riservato e a volte freddo, burbero e distaccato, fino ad essere dolce e gentile come pochi rivelandosi a noi infine come uomo tormentato dalla paura di ferire (sia sentimentalmente che fisicamente) la donna che ama alla follia. Nonostante non sia narrato dal suo punto di vista il suo personaggio è abbastanza caratterizzato, e si riesce a sentire il suo tormento attraverso i suoi gesti e parole nei confronti di Elisabeth. Nonostante possa sembrare un romanzo che vuole cavalcare il successo post-Twilight, Mr. Darcy, Vampyre ne condivide in piccola parte la struttura della storia, essendo il fulcro centrale del libro il rapporto tra i due coniugi e non il tema vampiresco in sé, che verrà svelato alla fine. I fari sono puntati su Elisabeth e le sue reazioni a questo segreto che Darcy cerca ostinatamente di nasconderle, arrivando perfino a non toccarla fisicamente per proteggerla da lui, cosa che scatenerà ancora più curiosità e angustia in lei nei confronti di questa situazione a dir poco strana. Nonostante Amanda Grange riesca a rievocare le atmosfere regency tipiche dei romanzi di Jane Austen, e in special modo di Orgoglio e Pregiudizio, lo stile che prevale è la tipica atmosfera gotica dipinta in modo egregio dalla scrittrice attraverso la descrizione abbastanza minuziosa di edifici, scene, paesaggi (come un bosco tetro, un temporale notturno o un castello sinistro) e gli stati d'animo che vengono innescati nella protagonista e conseguentemente anche nel lettore. Anche se a tratti la narrazione si arresta con un po' di calma piatta per poi accelerare all'improvviso, la lettura è godibile e scorrevole, con molte scene degne di nota per la descrizione di paesaggi e atmosfere caratteristiche, come il carnevale di Venezia o la malizia dei soiree parigini d'alta classe. Nonostante alla fine scada nel clichè della maledizione vinta dall'amore, il romanzo della Grange risulta in linea con l'originale con un what if plausibile e ben articolato, gettando un'ombra soprannaturale (seppur inventata) su questa coppia leggendaria e.. immortale!
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