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Recensione "Muses" di Francesco Falconi

Creato il 24 giugno 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Recensione "Muses" di Francesco Falconi

Pubblicato da roberta maciocci Cari lettori, 
a seguire qualche riflessione sull’ultima “fatica” di Francesco, autore ed amico del nostro blog. Di questo romanzo una cosa è certa: la sua Musa ha fatto il suo dovere nell’ispirarlo, e ve ne accorgerete leggendo Muses, come vi consigliamo di fare.
Titolo: Muses Autore: Francesco Falconi Editore: Mondadori Pagine: 489 Prezzo: 17
Trama Quando scappa da Roma  diretta a Londra, coperta di tatuaggi e piercing, Alice sente che la sua vita potrebbe cambiare per sempre. Ha appena scoperto di essere stata adottata, ma per lei questa  notizia è quasi un sollievo. Cresciuta con un padre violento e una madre incapace di esprimere il proprio affetto, ora Alice deve scoprire le sue radici e l’eredità che le ha lasciato la sua vera famiglia. Decisa, risoluta, ribelle, è una violinista esperta ed è dotata di una voce straordinaria. Ed è proprio questa voce a guidarla verso la verità: le antiche nove Muse, le dee ispiratrici degli esseri umani, non si sono mai estinte. Camminano ancora tra noi. I loro poteri si sono evoluti. E Alice è una di loro. La più potente. La più indifesa. La più desiderata da chi vorrebbe sfruttarne gli sconfinati poteri per guidare gli uomini, forzarli se necessario, fino alle conseguenze più estreme. Ma un dono così può scatenare l’inferno. E sta per accadere.

RECENSIONE Innanzi tutto vi rimando ad una breve intervista che troverete alla fine dell'articolo, molto easy, fatta in occasione della presentazione del libro a Roma, il 3 giugno ultimo scorso, con la compartecipazione della collega di penna di Francesco Falconi Licia Troisi. Ma veniamo al dunque: per Muses, diciamo subito che si tratta urban-fantasy al 100%. Come si evince dalla trama, la protagonista è una ragazza che ben poco avrebbe di mitologico all’apparenza: un tipo dark – si dice ancora così? – con alle spalle una seppur ancor breve vita fatta di eccessi (droga, prostituzione, famiglia disadattata) e una passione per la musica che la porta a raggiungere  Londra,  destinazione mito per eccellenza di aspiranti giovani musicisti. Arriverà a toccare il fondo, la nostra Alice (e questo non vi spiego come, leggetelo da voi e gustatevi l’esperienza), poi un evento inaspettato le aprirà gli occhi sulle sue origini che sono tutt’altro che di basso profilo come la società, i pregiudizi e l’ambiente devastato nel quale ha mosso i primi passi potrebbero far intendere. Ma non voglio spogliare, anzi, “spoilerare” il plot del romanzo. Mi interessa, e credo possa destare interesse rispetto alla sua originalità mettervi in guardia su particolari intrinsechi di Muses, particolari che ne fanno una lettura lontana da altre “simil-harrypotteristico-zombiesche-vampireggianti”: definizione mia personale di un genre non canonizzato ma facilmente riscontrabile in tanti prodotti in circolazione. 


Non vi aspettate ambientazioni pseudo-gotiche e/o vittorianeggianti: in alcuni casi ben si sposano con le trame dei romanzi fantastici, mentre in altri sono un “copia/incolla” di libri fatti in serie. In questo caso, le location, Roma e Londra nella fattispecie, non saranno quelle stereotipate quando si parli di eventi e personaggi che agiscono nella realtà ma dotati di poteri sovrannaturali. Della serie: scordatevi Castel S. Angelo stile sceneggiato italiano anni ’70, con spettro incorporato nel caso della capitale italiana, e gargoils e manieri infestati per quanto riguarda la città albionica. Le Muse, nella loro versione aggiornata, quelle tratteggiate dal libro, sono ben calate nella realtà urbana, lontano dai fasti e dalle vestigia del passato che rappresentano: la periferia di Roma, con i propri disagi la “gioventù bruciata” e la Londra underground fanno da sfondo a vicende che da storie di ordinaria ordinarietà e degrado si trasformano in una armonia terrestre/sovrannaturale e mitologica uguale a quella che la musica di Alice è capace di ricreare
Armonia? Si tratta di armonia in senso metaforicamente musicale, di convivenza di note diverse, spesso controtempo, perché alla fine del libro, come sottolineato da recensori, intervistatori e lettori con modalità diverse, ben poca armonia in senso di quiete e di equilibrio si raggiungerà. Non parliamo però di sensazione di fiato sospeso, che è definizione trita e ritrita: calati in una realtà profondamente quotidiana e spesso scomoda, la convivenza stessa tra la realtà di per sé e creature mitiche e mitologiche non può, se ben espressa, che creare scompiglio ed avvincere il lettore. Certo, se ben orchestrata, questa convivenza: attraverso uno stile diretto, un linguaggio che potrebbe essere quello di qualsiasi ragazza/o contemporaneo, le riflessioni e le emozioni di Alice – narratrice in prima persona – l’autore ce le presenta come se indossassimo una steadycam e vivessimo l’azione, gli scontri, i sentimenti, all’interno ed all’esterno del pensiero della protagonista. 
Muse tecnologiche, al contempo ispiratrici e web-dipendenti, figure maschili devastate e devastanti – il padre adottivo di Alice – o salvifiche (scoprirete chi), con in prima linea una Musa rock. Ed è previsto anche un seguito, non potrebbe essere altrimenti, dato l’epilogo: The Show Must Go On mi sembra piuttosto appropriata come definizione. Cosa ne dite? Se non questa recensione, le Muses vi hanno fornito l’ispirazione di leggere questo libro?   
L’AUTORE Francesco Falconi è nato a Grosseto nel 1976. Da sempre amante del fantasy, dal 2006 ad oggi ha pubblicato tredici libri. Vive a Roma. Della scrittura dice “Non è un mestiere. Non è un hobby, né una passione. E’ un’esigenza di cui non si può fare a meno”.

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