Incentrato su un tema delicato e poco dibattuto in Italia (l’interruzione terapeutica di gravidanza), con uno stile essenziale e senza nessun moralismo, fa luce sulle oscurità più profonde dell’animo umano in materia di maternità, di identità, di perdita e riconquista di sé.
![Recensione “Nessuno sa di noi” di Simona Sparaco (candidata Premio Strega 2013) Recensione “Nessuno sa di noi” di Simona Sparaco (candidata Premio Strega 2013)](http://m2.paperblog.com/i/174/1741884/recensione-nessuno-sa-di-noi-di-simona-sparac-L-4cK4HX.jpeg)
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RECENSIONE In questo periodo storico i recessi dell’utero materno sono di grande attualità, per nostra fortuna: stanno crollando i tabù e tanti valevoli romanzi stanno facendo conquistare gli onori della cronaca a scelte scomode, mute, che fino a poco tempo fa erano retaggio esclusivo dell’intimo femminile. E così è arrivato il bellissimo “Le difettose” di Eleonora Mazzoni (che raccontava il calvario della fecondazione assistita), di cui Nessuno sa di noi potrebbe tranquillamente essere l’ideale seguito.
La protagonista, Luce, è una giornalista che di mestiere consola le lettrici dalle colonne di una rubrica sentimentale su una rivista femminile: i contenuti di queste lettere (che vengono pubblicate all’inizio di ogni capitolo), mi ricordano tanto “Cuori allo specchio”, la storica rubrica di Massimo Gramellini sul settimanale Specchio.
Adesso, però, è Luce ad aver bisogno di conforto. Come la protagonista de Le difettose anche lei ha subìto bombardamenti di ormoni e sessioni di rapporti sessuali ad hoc con lo storico compagno Pietro, inseguendo il sogno della maternità. Ora il bambino tanto atteso (già presente nei loro cuori con il nome di Lorenzo) sta arrivando, anche se non è quello che si sarebbero aspettati: al settimo mese una sconcertante rivelazione li metterà davanti a un terribile bivio. Una decisione traumatica, di cui la seconda parte del romanzo racconterà gli strascichi. La splendente Luce è ormai spenta (la sua rubrica è abbandonata), il granitico Pietro è distante e neanche una vacanza ai Caraibi può ricompattarli. Ma forse il riscatto si nasconde dietro all’accettazione della nuova sé, dietro alla lettura dei tanti pareri delle anonime madri mancate trovati nell’oceano del web, in un viaggio a ritroso, che è per Luce una sorta di compenso per una vita spesa a illuminare quella degli altri con le proprie parole.![Recensione “Nessuno sa di noi” di Simona Sparaco (candidata Premio Strega 2013) Recensione “Nessuno sa di noi” di Simona Sparaco (candidata Premio Strega 2013)](http://m2.paperblog.com/i/174/1741884/recensione-nessuno-sa-di-noi-di-simona-sparac-L-1QPQ_k.jpeg)
Nessuno sa di noi è un romanzo ricco e complesso, la cui parte più riuscita è sicuramente la seconda, anche se ad alcuni lettori potrà sembrare la meno incalzante: la sua struttura non è perfettamente orchestrata, ci sono molti flashback (la cui funzione è di costituire un cambiamento di ambientazione, il più delle volte raccontando momenti topici dell’infanzia di Luce), non tutti pertinenti. Eppure alcuni sottointrecci sono decisamente riusciti come la sofferenza silenziosa e sconosciuta di Pietro, l’imperfetta madre di Luce (che chiede sempre soldi e la critica perché non è sposata), la drammatica situazione della nonna - simile a quella di tante nostre nonne - un involucro bisognoso di cure, completamente avulso dal mondo. Ma il messaggio più potente, che riscatta questo libro dai suoi perdonabili difettucci di struttura, è la proprietà salvifica della lettura, che rinfranca e fa sentire chi legge meno solo.
Un’altra nota positiva è la volontà di non impartire lezioni: la scelta della protagonista è sua e basta, va metabolizzata, ma non è l’unica via, come dimostrano le tante testimonianze di altre donne sul web (anch’esse citate nel romanzo).
Onore alla Giunti, che in clima di austerity ha un occhio di riguardo per i nostri portafogli e tiene bassi i prezzi dei propri libri, anche di quelli di alta qualità e sicuro richiamo. In definitiva, un romanzo potente, efficace, diretto, che salta a piedi uniti su un nervo scoperto: lo fa in un modo non del tutto perfetto, ma funziona e arriva dritto allo scopo. Snellito di qualche lungaggine di troppo, poteva uscirne un capolavoro.Nella sua necessaria globalità, è un libro che meriterebbe lo Strega. Specie a fronte di tante altre vittorie raggiunte da romanzi ben meno sentiti (e ben più noiosi).
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