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[Recensione] Non ti addormentare di S. J. Watson

Creato il 14 settembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Non ti addormentare di S. J. Watson Titolo: Non ti addormentare
Autore: S.J. Watson
Editore: Piemme
Genere: Thriller psicologico
ISBN: 9788856617986
Pagine: 420

Trama: Chi ha visto “50 volte il primo bacio” alzi la mano!
Pagliacciate a parte, il principio generatore della storia è simile: Christine Lucas si sveglia ogni mattina senza ricordare né che i vent’anni li ha superati da un pezzo, né che ha una famiglia, né tanto meno suo marito Ben. E’ un’ amnesica, la sua memoria si resetta ogni qualvolta va a dormire e ogni mattina Ben è costretto a raccontarle da capo la loro vita.
Fino a che un giorno qualcosa cambia: con l’aiuto del dottor Nash, Christine decide di scrivere un suo diario personale, con lo scopo di riportare a galla i suoi ricordi perduti in seguito a un grave trauma. Dalla terapia oltre ai miglioramenti emergeranno verità spaventose, le stesse che la porteranno a scrivere sulla prima pagina la frase “Non fidarti di Ben”: la protagonista verrà a conoscenza di un’altra realtà, diversa da quella che le rifila suo marito.
Il suo diario pertanto sarà testimone delle lotte interiori , dei dubbi, delle perplessità, di una donna che cerca di ricominciare, di fare in modo che ogni nuova giornata non equivalga sempre a fare tabula rasa e ripartire da zero.

Recensione: E’ estremamente intenso, ma allo stesso tempo delicato. Concreto, ma intanto hai l’impressione di danzare in bilico sul nulla

Mi sono resa conto di non avere ambizioni. Non posso averne. Tutto ciò che voglio è essere normale. Vivere come chiunque altro, accumulando esperienze, una vita in cui ogni giornata dà forma alla successiva. Voglio crescere, imparare cose, farne tesoro. Lì, in bagno, ho pensato alla mia vecchiaia. Ho cercato di immaginare come sarà. Continuerò a svegliarmi, a settanta, ottant’anni, pensando di essere all’inizio della mia esistenza? Aprirò gli occhi senza sapere che le mie ossa sono vecchie, le mie articolazioni rigide e pesanti? Non riesco a immaginare come potrò reagire quando scoprirò che la mia vita appartiene al passato, che è già accaduta senza che io abbia nulla per dimostrare di averla vissuta. Nessuna miniera di ricordi, nessun patrimonio di esperienze, nessun accumulo di saggezza da trasmettere. E che cosa siamo noi esseri umani, se non la somma dei nostri ricordi?

In un certo senso, una donna che vive così, svegliandosi con un uomo che le dice ogni giorno cosa è successo nella sua vita e cosa no, è ridotta ad essere un funambolo dell’esistenza. Non ha realmente una sua visione ad ampio spettro, non ha la sua versione ed è costretta continuamente ad essere subordinata alle verità altrui. Una persona senza ricordi è inevitabilmente spiazzata e non può nemmeno proteggersi dalle falsità, è costretta a fidarsi di tutti.

Una parte di me si fida di quest’uomo, ma un’altra più consistente mi ripete che potrebbe essere chiunque. Uno sconosciuto.
Sono una donna adulta, ma ho subito un danno. Sarebbe facile per lui portarmi chissà dove, anche se non so cosa potrebbe volermi fare. Sono vulnerabile come una bambina.

Ora non vorrei fare un collage di omini ritagliati per spiegarvi il senso del libro, tappezzando la recensione di frasi qua e là, ma molte volte vale davvero la pena aggiungere degli stralci per far percepire la sensibilità della penna che ha scritto determinate riflessioni. Sono rimasta letteralmente colpita dal linguaggio netto, stringato, dalle frasi con un certo mordente, cattiveria, in netto contrasto con la leggerezza di un’esistenza senza passato, appesa a un filo talmente sottile, che con qualche verità di troppo rischia davvero di spezzarsi. E’ stato come avere a che fare con una lega (poco fattibile,  confesso) tra acciaio ed aria. Sentire la leggerezza, la precarietà dell’esistenza, che s’impone con la violenza di un’incudine. Violenza soprattutto di stile, in cui frasi corte, essenziali, separate spasmodicamente dal punto, la fanno da padrone incontrastate in una storia di ansia, di attesa, di fantasie, di segreti, di traumi e sorprese. E’ come trovarsi in un labirinto in cui ogni cosa che accade è descritta con la freschezza, l’emozione, il brivido del nuovo. Ogni esperienza è sempre la prima, è sempre vissuta con la frenesia di una bambina.

Ho avvertito uno spasmo. Ero contratta come un mollusco: Le sue parole erano taglienti come filo spinato.

E’ una narrazione spigolosa, difficile da affrontare, per certi versi drammatica. Ma vera. Reale, sentita nel profondo. E’ sintomatico del fatto che per scrivere un libro così, si sia dovuto scavare parecchio in sé stessi, negli altri. E’ una di quelle storie che vale la pena leggere. 

Per questo e per tanti motivi conferisco al seguente libro un bel:   [Recensione] Non ti addormentare di S. J. Watson


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