Pubblicato da Grazia Procino
Autore: Pino Masciari Titolo: Organizzare il coraggio Casa Editrice: Addaeditore Pubblicazione: 2010 Prezzo: € 15 Pagine: 270 Trama: Pino Masciari, imprenditore edile calabrese, ha sfidato la malavita organizzata e per questo ha dovuto rinunciare alla propria vita e alla propria libertà. Da solo ha denunciato, combattuto, ricercato la verità fino a far condannare oltre quaranta persone, dalla piccola manovalanza della 'ndrangheta fino ai massimi vertici dell'organizzazione e della cupola politica che spesso si lega alla delinquenza. Dal 1997 Masciari e la sua famiglia rientrano nel Programma speciale di protezione e devono abbandonare la loro casa e la loro terra. Niente più lavoro e affetti, ma una continua serie di spostamenti che sembrano un abbandono continuo e prolungato. In questi anni Masciari diventa testimone di giustizia. Ma attorno a lui trova un muro di gomma che vorrebbe isolarlo. Nonostante la situazione in cui si è costretto a vivere (senza scorte, senza prospettive per il futuro) Masciari andrà sempre a testimoniare facendo nomi e cognomi, non tacendo nulla della sua drammatica esperienza di imprenditore fatto fallire per mano delle famiglie di 'ndrangheta. Ad accorgersi di lui e della sua famiglia sarà però la società civile che interviene numerosa e solidissima, sostituendosi alle scorte e alle carenze dello Stato. Grazie a loro Pino Masciari è ancora vivo e la sua storia ha preso una strada di libertà. Con lui, la moglie Marisa e i due figli. Una famiglia che ha sofferto per la propria scelta di giustizia. Questo libro è la loro storia. Costretti a spostarsi in diversi luoghi, alcune volte privi di scorta, senza i diritti civili e politici, come votare o andare in ospedale per essere curati, i Masciari hanno scontato amaramente la loro onestà e spesso Pino si chiede se ha fatto bene a denunciare, a comportarsi fino in fondo come un fedele servitore dello Stato. Specie quando vede i suoi figli Francesco e Ottavia isolati e non perfettamente inseriti tra i loro coetanei, chiusi in un mondo in cui è difficile penetrare. Il calvario che Pino e la sua famiglia hanno vissuto è dallo scorso anno sulle scene teatrali grazie alla compagnia Sciaraprogetti, con lo spettacolo “Padroni delle nostre vite” che nei prossimi giorni (l'11 settembre) debutta a Berlino presso il Neukollner Oper permettendo anche ad un pubblico più vasto di conoscere la storia di un Uomo che ha avuto il coraggio di abbandonare i suoi affetti e la sua terra per la libertà e l’onestà. Il bravissimo attore Ture Magro da solo sul palcoscenico nudo, provvisto di schermi che proiettano scene della vita di Pino, riesce a calarsi completamente in Pino Masciari, a trasmettere agli spettatori l’energia incoercibile e la determinazione di lottare contro la ‘ndrangheta di un eroe normale, come ama definirsi Pino. La visione dello spettacolo come la lettura del libro-verità di Masciari entrano e rimangono fissi nelle coscienze di ognuno e ci smuovono nel nostro torpore di uomini e donne spesso sonnolenti e poco reattivi rispetto alle violenze e alle intimidazioni che si consumano lontano da noi e dalla nostra vita tranquilla. Uno spettacolo di denuncia civile, quindi, è “Padroni delle nostre vite” che merita di essere visto come di essere conosciuta la storia di Pino Masciari perché ci consente di allungargli la vita di un giorno e ci abitua alla pratica della legalità. La parte sana della società è chiamata ad organizzare il coraggio come i criminali organizzano il sistema malavitoso altrimenti la partita sarà persa per sempre e le mafie non cesseranno mai di esistere.
RECENSIONE "Organizzare il coraggio” è questo il titolo che Pino e Marisa Masciari hanno voluto dare al libro che racchiude la loro vita tribolata di coppia perseguitata dalla ‘ndrangheta da quando, era il 1994, Pino, imprenditore edile calabrese, decise di dire no alle intimidazioni della mafia e di diventare il primo testimone di giustizia italiano.
Il 17 ottobre 1997 Pino fugge di notte dalla sua terra come un criminale e viene sottoposto lui e la sua famiglia, moglie e due bimbi piccoli, al programma di protezione speciale, ma non esistendo la figura del testimone di giustizia (istituita solo nel 2001) si confondeva Pino per un personaggio colluso con le cosche mafiose e poi pentitosi, insomma passava per un pentito. Pino denuncia i malavitosi che gli imponevano il pizzo e non si ferma perché arriva a denunciare i politici e i magistrati collusi con il sistema mafioso. Per la dovizia di dati e di persone denunciate, anche in alto loco, Pino Masciari è considerato il principale testimone di giustizia italiano, ma la sua storia annovera anche la latitanza e l’incuria di uno Stato che spesso non ha garantito l’incolumità della famiglia Masciari, ma quello che è più grave non ha loro consentito una normalità di vita a cui tutti i cittadini di uno Stato civile hanno diritto.