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Recensione "Passione Vintage" di Isabel Wolff

Creato il 02 agosto 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Care lettrici e lettori,
Tempo d'estate, tempo di libri. Stavolta vi parlerò di un  raffinato volume che mi ha commosso e che mi ha lasciato un retrogusto dolceamaro, ma che sicuramente vale la pena di leggere.
Passione Vintage di Isabel Wolff, edizione Leggereditore.
TramaUn cappello di paglia intrecciata è tutto ciò che a Phoebe rimane della sua amica Emma. Ed è da quell’accessorio a lei tanto caro che decide di ripartire. Perché secondo Phoebe ogni oggetto, e ogni capo porta con sé l’anima di chi l’ha creato e di chi l’ha indossato.
Quando Phoebe decide di lasciare il suo incarico nella prestigiosa casa d’aste Sotheby, tutti rimangono di stucco. Perché lasciare un impiego così ambito per aprire una boutique di abiti vintage? Presto un capo che proviene dal passato, e da una piccola cittadina oltreoceano, le aprirà gli occhi e cambierà per sempre la sua vita. Thérèse Bell, un’anziana signora francese, ha una straordinaria collezione di capi vintage. Ma fra gli abiti da sera e i tailleur d’alta moda, Phoebe trova un cappottino blu che non sembra essere mai stato usato, e dal quale Thérèse non vuole separarsi. Le due donne stringono un’amicizia profonda, e presto scoprono che nonostante le differenze d’età e di cultura, un destino comune le unisce. Entrambe, infatti, non riescono a riconciliarsi con il proprio passato. Le settimane scorrono e passo dopo passo, davanti a una tazza calda di tè, Phoebe scopre la storia del cappottino blu. E quando Thérèse le confessa che le mancano pochi giorni di vita, Phoebe decide di aiutarla ad affrontare i fantasmi che la richiamano dall’infanzia, perché soltanto così anche lei potrà dare una svolta alla sua vita, riuscendo forse a innamorarsi e a vivere di nuovo.Una storia commovente, un inno all’amicizia e alle seconde possibilità che la vita riserva. (qui per leggere un estratto)
RECENSIONE Un romanzo amaro, quello della Wolff, in cui non ci sono sconti per i personaggi, ma nello stesso tempo, una storia carica di umanità in cui il passato e il presente si mescolano in un flusso in cui la storia si riscrive e si modifica


Phoebe è a una svolta della sua vita: ha lasciato il suo lavoro prestigioso alla Sotheby's per aprire un negozietto di abiti vintage; ha troncato la relazione con Guy, l'uomo che tutti ritenevano perfetto per lei; prova a superare il dolore per la morte di Emma, la sua migliore amica. Suicida. Forse per causa sua... Phoebe è una donna sola, carica di incertezze, ma sopratutto, appesantita da sensi di colpa  e paure che le tolgono serenità. A parte quello nei confronti di Emma (senso di colpa che rappresenta il fulcro nodale dell'intera vicenda), la protagonista è vittima di una madre poco equilibrata, di uomini che cercano in lei un sostegno che non è in grado di garantire nemmeno a se stessa. In una parola, Phoebe è alla ricerca di un suo posto nel mondo.
La morte di Emma rappresenta il grimaldello che la costringe a cambiare l'assetto della sua esistenza. Lasciare il lavoro presso una delle più prestigiose case d'aste del mondo è una follia, eppure lei sa che è la sua strada e, per la prima volta, sia pure con difficoltà, comprende di saper volare con le proprie ali. 


Gli abiti che vende nel suo piccolo negozio londinese, Village Vintage, rappresentano la chiave di volta di tale cambiamento. All'inizio, Phoebe parla delle emozioni che le suscitano gli abiti antichi, all'idea di mantenere in vita i sogni e le aspettative di coloro che hanno indossato quei capi sartoriali, veri e propri gioielli di alta moda. Ma nello stesso tempo, il lettore percepisce che in lei vi è la volontà, o meglio, il bisogno di custodire attraverso gli oggetti, la memoria di chi non c'è più. Proprio come accade con il favoloso cappello di Emma, o con il cappotto blu della signora Therese Bell.


Quest'ultima è una donna alla fine della vita: poche settimane lasciate da un male senza scampo e un dolore antico che non ha trovato lenimento. Sceglie lei di mettere in vendita gli abiti presso il negozio di Phoebe, prima che estranei ne facciano strame, perché possano "vivere ancora". Ma sopratutto, attraverso la saggezza degli anni e la fucina del dolore per un passato terribile cui non è possibile porre rimedio, aiuterà la protagonista a perdonarsi per il suicidio di Emma.


Attorno a Phoebe ruotano numerosi personaggi: Dan, il giornalista distratto che rappresenta la prospettiva di una vita serena, senza strascichi dolorosi; Guy, l'uomo perfetto, il cui amore è stato disintegrato dalla morte di Emma e che, alla fine, riuscirà a perdonare e perdonarsi; Miles, un uomo d'affari schiavo di Roxy, una figlia prepotente, viziata e un tantino psicotica, che prende tanto senza dare nulla a Phoebe, salvo una (dolorosa) consapevolezza di sé; Annie, più di una commessa e Carla, più di una cliente; la madre di Phoebe, che non riesce a rassegnarsi alla fine del proprio matrimonio e che, faticosamente, fa i conti con il declino della vita; e sopratutto le clienti del Village Vintage, il negozio di Phoebe, in cui le storie si intersecano come delicate tramature di una stoffa pregiata. Per loro, gli abiti vintage sono momenti di riscatto, o di magia, o ancora di ribellione. Storie appena accennate che parlano di emozioni. Abiti come strumenti di una magia impalpabile: la vita.
Un romanzo dedicato alla femminilità e alla forza delle donne, capaci di rinascere anche dopo le prove più dure. Nei tratti e nel ritmo, questo romanzo (malinconico e insieme pregevole, di ottimo livello) mi ha ricordato "Le amiche del venerdì sera" di Kate Jacobs, dove è la passione per il tricot ad unire le esistenze di tante donne. Qui, invece, sono abiti bellissimi e ricercati, veri capolavori senza tempo. 
Un volume delicato ma non sdolcinato, senza cedimenti al compiacimento per il dolore o la sofferenza, con una scrittura semplice e scorrevole. Particolare menzione meritano le ampie descrizioni degli abiti e degli accessori, o la cura con cui la scrittrice delinea modelli e linee sartoriali. Alle spalle c'è di certo uno studio attento e rigoroso della moda e del costume, ma anche una grande passione dell'Autrice per la moda d'antan e per gli angoli meno conosciuti della Londra georgiana. La vita è un sottile equilibrio tra sofferenza e magia, dove la cosa più importante è il perdono, per sé e per gli altri. Perché la vita non aspetta, e spesso è troppo tardi per tornare indietro quando vogliamo porre rimedio agli errori del passato.

L'AUTRICE:
Isabel Wolff è un’autrice molto affermata in Inghilterra e nel mondo. Ha scritto sette romanzi, tutti bestseller di grande successo, tradotti in venti Paesi. È stata spesso paragonata ad autrici del calibro di Marian Keyes e Cecilia Ahern. Passione vintage ha segnato una svolta nella sua carriera ed è in corso di pubblicazione in Germania, Francia, Spagna, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Russia, Serbia, Svezia, Thailandia, Taiwan, Turchia e Vietnam.

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