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Recensione | Poldark 1×06 “The road to hell is paved with good intentions”

Creato il 13 aprile 2015 da Parolepelate

Recensione | Poldark 1×06 “The road to hell is paved with good intentions”La strada per l’inferno, la discesa verso un mondo di tribolazioni, è sempre un cammino facile da affrontare, e soprattutto, non ci si rende conto della meta che si sta raggiungendo, finché non si arriva proprio lì.
In questo episodio di Poldark la discesa è costante, è tutto un rotolare a valle, oltrepassare le crepe nel suolo e sentire il calore degli inferi sulla pelle.

E’ l’inferno stesso che accoglie i peccatori a braccia aperte e ce li presenta in fila indiana, uno ad uno, come in attesa di essere assegnati al proprio girone, mentre noi fungiamo da Dante di turno, e ci limitiamo ad osservare.

C’è la neo-sposa infedele. Del “non desiderare ciò che è di altri” decisamente se ne infischia, ed anzi, cerca la tentazione e la provocazione di proposito, con ogni mezzo. Non ha a cuore il gossip perché se ne sente superiore, e pensa solo al proprio tornaconto, calpestando il cuore spezzato di suo marito.

Una descrizione simile a quella di un’altra peccatrice, non trovate?
Io direi di si.

Elizabeth non è assai diversa da Keren. Seppure  apprezziamo il fatto che a sue spese abbia compreso i propri errori (ed abbia quasi raggiunto la metà del suo personale cammino di formazione per capire che, oggettivamente, non è tutto oro quel che riluce), ci suona comunque falso il suo “buon samaritanismo” estremo.
Per lei il tornaconto monetario è relativo (un po’ meno per sua madre), e comunque sia non intende lasciarsi andare a frivole mode o dare importanza al denaro – certochenò. No, lei no. Ha solo sguazzato nell’agio fin dalla nascita, e tutto ad un tratto, diventa paladina della giustizia, mostrandoci anche quella versione campagnola di se che veramente stride coi suoi sguardi languidi ed il suo voler scappare da una gabbia che, per sua stessa colpa, si è costruita attorno.

Recensione | Poldark 1×06 “The road to hell is paved with good intentions”
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E’ cristiano perdonare, e dunque dovrebbe cercare di farlo lei con Francis, così come noi con lei. E’ altrettanto difficile però applicare tale principio, soprattutto se la sua presunta buona fede ci rimane dura da digerire. Potremmo forse parlare per antipatia personale, eppure è quella coscienza di sapere che in realtà, seppure abbia capito (ci fidiamo), Elizabeth non è pentita fino in fondo, anzi, vorrebbe aver tenuto una porta aperta per se, e forse cercherà di farlo – o darà l’impressione a Ross che la sua porta sia in qualche modo ancora socchiusa per lui (ed in questo episodio ne abbiamo prove molto molto tangibili). Certamente, non è una bella cosa da fare soprattutto ora che lui ha una sua famiglia, e lei dovrebbe pensare a sostenere di più la propria. E’ una cosa spesso comune a molti meccanismi femminili, anche voler avere ciò che non si possiede a discapito di altre donne, dunque NO, non riesco a farmi andar giù Elizabeth neppure questa volta, e per lei vedo una discesa assieme a Keren, a braccetto.

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Anche Verity, nonostante la purezza del nome, ha i suoi meriti e le sue colpe. Per lei c’è il cammino del menzognero, nel quale è scortata anche da Demelza, seppure  i fini delle due siano più ingenuamente terreni.

Verity è fragile e cristallina, ma è anche piuttosto passiva e non riesce a rompere i canoni sociali per gridare alla sua indipendenza. Nonostante ciò, nel suo piccolo – e soprattutto con qualche aiutino –  tenta e prova per l’autoaffermazione, lottando. Non le importa del gossip e neppure di farsi vedere in giro con l’abbronzato Blamey.

Solo con Ross sarà sincera, soprattutto quando sarà il momento di farlo ragionare e dirgliene quattro sulla sua condizione e sulle conseguenze che le sue azioni potrebbero avere sulla sua famiglia.

Una famiglia che, a causa della insostenibile situazione a Boadmin, la morte di Jim e la povertà imperante per quel della Cornovaglia rurale, viene leggermente trascurata.
Ross è un tenebroso paladino…dei mulini a vento. S’infervora per le cause (giustissime) del momento e per la giustizia che vorrebbe avere, ma che è ben conscio di non poter ottenere, proprio perché il gioco della società in cui vive è più grande di lui, più rischioso e più pericoloso.

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Vorrebbe essere un uomo migliore di quel che è ma ha le sue debolezze e le sue inquietudini, e seppur cerchi di rimanere a galla, per lui è sempre un attimo ricadere giù nel baratro, fin troppo facilmente. E neppure Demelza potrà aiutarlo stavolta.

Demelza, nel cammino menzognero con Verity, sta forse imparando che essere lady è anche l’arte di saper mentire, e tessere trame che gli uomini non devono sapere. Del resto, ci viene spiegato dalla più vecchia dei Poldark qual è il vero problema di quella famiglia.

Recensione | Poldark 1×06 “The road to hell is paved with good intentions”
Recensione | Poldark 1×06 “The road to hell is paved with good intentions”

Si dice donna e si dice danno, ma spesso il danno è collaterale, ed è creato proprio dalla disattenzione dell’uomo o dalle sue reazioni. Demelza, quindi, si trova a fronteggiare muri altissimi, dietro ai quali si ritrova ad ascoltare la vita di suo marito, ed è così che innalza anche i suoi divenendo sempre meno selvaggia e sempre più donnina di società.
Non temiamo che corrompa del tutto la sua natura, ma come recitato già dal titolo di questa critica/recensione, perdere di vista i veri obiettivi della vita e lasciarsi trasportare dalla marea è un attimo.

Recensione | Poldark 1×06 “The road to hell is paved with good intentions”

Lo sanno bene i Warleggan che dell’inferno sono gli uscieri. Accolgono le anime per conto di Lucifero, e abbindolano i nuovi venuti con imbrogli, promesse e false speranze. Sguazzano nella pece come fosse un bagno rilassante alle erbe, e nascondono le corna sotto parrucche incipriate, lasciando ai loro tirapiedi fare il lavoro sporco e tirare le redini di questo carrozzone in viaggio…o meglio, in discesa, verso la rovina.

Per tornare a respirare e a guardare al cielo e, perché no, farci anche una risata, infine, devo dire di aver apprezzato alcuni giochi di simmetrie proposti abilmentedagli autori.

La danza di Demelza e quella di Ross con Elizabeth di qualche episodio fa. Sono certamente circostanze diverse, eppure abbiamo visto come in ogni caso i due – ed è importante sottolinearlo – non abbiano mai danzato insieme fin’ora agli occhi della società. Demelza è stata intrattenuta da altri, ammirata, spettegolata e criticata, ma non ha mai avuto l’onore di ballare con suo marito. E suo marito, del resto, in pubblico ha solo ballato con Elizabeth fin’ora, con sguardi languidi che avremmo voluto vedere tra i coniugi, ed anzi, avremmo gradito fosse stato per Demelza una spalla ed un sostegno in questo suo debutto tra la ‘Cornovaglia bene’, invece di mostrarsi vulnerabile e dedito al bicchiere.

La mietitura, però, è stato il momento top, forse l’unico momento veramente comico dell’episodio.
Francis stesso si presenta definendosi “non come una bella visione”, soprattutto se paragonato alla mietitura shirtless che tanto ha fatto discutere, ed anche perché la sua rovina è una pseudo rimonta per suo cugino, nel cuore di sua moglie come nella società.

(*cliccate sul faccino beone di Francis per una sorpresa “campestre”)

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Non si può non apprezzare Francis per la sua lucida idiozia ma anche per la sua schiettezza.
Francis è infatti l’unico che, nonostante tutto, è coerente con se’ stesso, ed abbiamo (ho) imparato ad amarlo puntata dopo puntata.
Non finge, ormai non cerca nemmeno di essere salvato e sa benissimo che è in un tunnel senza uscita. Visto che è lì però, cerca di arredarlo, e senza un minimo di gusto o nozioni per farlo.
Francis si mostra senza maschere, al contrario degli altri personaggi, per la sua umanità. Lo vediamo soffrire per le vesciche sulla mano date dal duro lavoro al quale non è abituato, così come lo vediamo sfatto come tutti noi dopo la quarta pinta o il secondo scotch.

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E’ per questo che ho voluto lasciarlo per ultimo, e metterlo ancora in attesa prima di scendere verso l’inferno.
Voi direte “Ma guarda ti sbagli, lui c’è già dentro” …e invece no! Francis è arrivato sì in scivolata ma ha avuto un ottimo rimbalzo ed ora guarda tutti da una roccia in alto affacciata sui gironi, pulendosi di dosso la melma.
No, non dico che sia salvo, ma è in un limbo, in una fase di stallo, e se per qualche motivo almeno per lui ci sia un momento di pace, mentre agli altri tocca scannarsi, beh ben venga!
Del resto, se non c’è riposo per i dannati, “no rest for the wicked”, concediamogliene almeno un po’, almeno prima del prossimo(?) cataclisma in arrivo.

Se non avete lasciato allora che il sonno vi prendesse e siete riusciti a leggere fino a qua questa luuuuunga recensione, non posso far altro che ringraziarvi e, in attesa delle vostre opinioni qui sotto nei commenti, vi rinnovo l’appuntamento per la prossima settimana!

-Notforyourears

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