Magazine Cultura

Recensione "Reflections" di Francesca Gonzato Quirolpe

Creato il 07 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario

"Davanti a una tale evidenza, la sintesi fu immediata: di qualunque cosa si trattasse, noi due ci appartenevamo. Io ero lei, lei era me. Io ero la sua Mirror, lei era la mia Lover."
Titolo: Reflections Autrice: Francesca gonzato Editore: Pendragons Pagine: 315 Prezzo: 16,00 Data di pubblicazione: 26 ottobre 2011 Trama: Rachele è una ragazza fragile e insicura, incapace di vivere con pienezza e coraggio le proprie emozioni. Non sa di essere una “mirror” e non immagina che in una dimensione parallela, identica e opposta alla sua, viva il suo doppio, una “lover”, guerriera orgogliosa e tenace identica a lei fisicamente, se non fosse per la pelle di un bellissimo color lilla, e per le protesi da combattimento generate dal suo corpo. Quando Rachele, tra mille paure, inizia a vivere una travolgente storia d’amore con l’affascinante Tommaso, infrange la legge che governa i mondi dei “lovers” e dei “mirrors”. Ci penserà la magnifica creatura venuta dall’altro universo a svelarle come funzionano le emozioni umane, attraversando, per farlo, lo spazio immenso che le divide. I misteri dell’induzione d’amore sono strettamente regolati da battaglie senza esclusione di colpi, ma anche il più rigido dogma può essere sconfitto dalla forza dei sentimenti: sarà questa la sfida di Rachele, il suo biglietto di viaggio verso una vita pienamente vissuta.
RECENSIONE In questa sua prima opera la Gonzato mostra di possedere doti che difficilmente ho riscontrato in altri romanzi di esordienti: una chiarezza di linguaggio e pensiero,una padronanza della narrazione, che non sfugge quasi mai al suo controllo, e un equilibrio inaspettato, unalucida consapevolezza della psiche umana e dei suoi meccanismi. Consapevolezza che non dimostra solo nelle delicate, ma più scontate, fasi dell’innamoramento, della mortificazione, del riconoscimento, dovute all’amore, ma soprattutto nelle descrizioni di piccole e apparentemente insignificanti reazioni dell’animo, difensive o propositive, che descrive con una chiarezza incredibile, quando invece rimangono prive di forma e persino di nome a coloro stessi che le vivono.
In parte anche per questo timbro profondamente introspettivo, ma soprattutto per molti altri fattori che ora elencherò, mi sento in dovere di fare una debita premessa. Nonostante l’idea che sembra proporre la trama in quarta di copertina e nonostante l’etichetta che l’editore ha tenuto in modo particolare a coniare e a sottolineare, fatico a classificare questo romanzo come romantasy*. Piuttosto troverei corretto parlare, mi si perdoni il personale neologismo, di psico-romance. Perché l’alter ego della protagonista umana Rachele, il suo Lover, quello che si autodefinisce induttore d’amore, quello che lotta al suo posto per l’amore, appare più come un riflesso allegorico-simbolico dell’amore umano, una personificazione del lato dell’uomo che ama, o ancora meglio, un’identificazione psicologica di esso, piuttosto che come un personaggio fantasy.
Il romanzo infatti intreccia il cammino verso l’amore di due giovani donne, quasi identiche nell’aspetto e strettamente legate da un rapporto di reciproca dipendenza: Rachele Lanzi, la Mirror, è un’umana bellissima ma appesantita da insicurezze e fragilità che la spingono a hiudersi a riccio nei confronti del mondo e dell’amore; mentre IMVRL1989IX02XF è la sua Lover, fiera e tenace, che combatte ripetutamente contro altre Lovers per conquistare l’amore per se stessa e per Rachele, acquisendo nuove capacità marziali grazie ai riflessi positivi inviati dalla sua Mirror. Rachele, detta Lilly, si innamora del dolce e bellissimo Tommaso Mantegna, ma anni di mortificazioni e insicurezze le impediscono di credere lui possa amarla e la spingono a rinunciare a lui ancor prima di fare un qualsiasi tentativo. RL, a sua volta, affronta in una arena dei veri duelli gladiatori per conquistare il Lover IMVTM1986IV25YF, cui porre il sigillo del vero amore, ma perde inesorabilmente a causa dello scarso apporto di poteri da parte di Rachele.
La Lover, nonostante la pelle color lavanda, le pterofibre alle caviglie e le ali, non appare come una figura fantastica che vive in una realtà parallela a quella della protagonista Lilly, ma risulta più come la sua controparte psichica, la personificazione di quella parte dell’anima di Lilly che ha a che fare con l’amore, e non un personaggio in sé. Ogni discorso, ogni riflessione delle due protagoniste e ogni parallelismo tra le due figure, mi hanno confermato questa interpretazione psicologica, mentre davvero poco o nulla è andato a sostegno dell’interpretazione fantastica. Lo stesso mondo “fantastico” dei Lovers rimane indeterminato: è tutto solo da immaginare. L’autrice ne disegna solo una bozza di cui i pochi elementi appaiono poco nitidi: il cartellone sul quale compaiono i “trofei” in palio (altri Lovers) e gli sfidanti che intendono duellare per vincere tale premio, l’arena dei duelli, il Bosco della Costanza dove i giovani Fighters si allenano (i Lovers che ancora non si sono congiunti con l’amore della vita), la Scogliera della Consapevolezza dove i Fighters vanno a tuffarsi nel vuoto per testare o godere delle loro splendide ali. L’unico brano che pare rendere reale l’esistenza di due mondi paralleli e strettamente interdipendenti è quello dell’incontro tra le due protagoniste nella nostra realtà umana, voluto dalla Lover indignata dalla scarsa autostima e dalla mancanza di spirito battagliero in amore della sua Mirror. Ma in realtà, anche questo episodio può essere letto come un confronto a cuore aperto, una chiacchierata a carte scoperte della protagonista con la parte più profonda e intima di se stessa. E quindi, ancora una volta, come un’esperienza psicologica, cui viene data una forma attraverso la personificazione del moto dell’animo, e non soprannaturale o fantastica.
Questi elementi mi hanno ricordato, ma è un collegamento probabilmente indebito rispetto alle intenzioni dell'autrice, che nella prima adolescenza lessi un libro intitolato Piedi di cerva sulle alte vette, di Hannah Hurnard nel quale si raccontava di Timorosa e del suo cammino verso il suo Pastore, accompagnata o osteggiata lungo la strada dalle figure di Grazia, Dubbio, Conforto, Tristezza, Sofferenza. La forza del libro risiedeva proprio nell’antropomorfizzazione di queste realtà, nella loro personificazione che permetteva all’autrice di sfruttare la capacità comunicativa dell’allegoria, la capacità cioè di farsi comprendere immediatamente e profondamente, eppure nella semplicità. L’autrice, sulle note dei meravigliosi e poetici passi del Cantico dei Cantici, faceva danzare un’anima in un viaggio mistico verso Dio. E se questo libro intendeva essere una sorta di manuale del cammino verso la comunione totale con Dio, il romanzo di Francesca Gonzato pare essere un manuale d’amore per giovani cuori che si affacciano per la prima volta alla finestra della realtà caotica, destabilizzante, eccitante e pericolosa dell’amore, in se stesso e con e per un altro essere umano.
E infatti, la storia che l’autrice ci racconta è davvero capace di insegnare qualcosa alle anime più fragili o a quelle che non lo erano ma lo sono diventate perché piegate dalla vita. Leggendola, viene voglia di lottare per il grande amore e soprattutto di credere possa esistere il grande amore. Ma più di tutto, viene voglia di credere in se stessi e di mettersi in gioco nella vita e negli affetti a testa alta.
L’unica pecca del libro è stranamente contenuta nel suo maggior pregio: la capacità di analisi psicologica della Gonzato, se da una parte stupisce piacevolmente e magari illumina qualche angolo del nostro cuore rimasto sconosciuto a noi stessi, prende anche troppa parte nella narrazione, occupando pagine e pagine con introspezione, autoanalisi, o semplice racconto di quanto le due protagoniste hanno dentro. In questo modo talvolta si appropria di eccessivi spazi, rubandoli all'azione e ai fatti (che a volte sanno dire più di grandi discorsi e profondi pensieri),  e rallentando e appesantendo così il ritmo della narrazione. Con l’ulteriore rischio di perdere un po’ in emozione. Rimangono comunque indiscutibili le doti sopra citate e la capacità di sapere raccontare il cuore delle persone, che sono premesse e promesse di un talento del quale non vedo l’ora di poter leggere le nuove creazioni e i miglioramenti. E dato che l’autrice mi ha detto di aver già pronto il sequel di Reflections, sono certa non dovrò attendere molto!
*termine che intende indicare un’opera di commistione tra romance e fantasy, che non rientrerebbe a pieno titolo in categorie come urban fantasy o paranormal romance. L'AUTRICE: Francesca Gonzato Quirolpe vive a Schio, in provincia di Vicenza, con il marito e i loro due figli. Laureata in Economia e Commercio, dirige l’azienda di famiglia. Reflections è il suo primo romanzo. 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines