Titolo: S-Ex
Autore: Claudia Riconda
Editore: Absolutely Free Editore
ISBN: 9788868580117
Num. Pagine: 440
Prezzo: 13.00€
Lo potete trovare QUI.
Voto:
Trama:
Il bacio più lungo della storia del cinema, quello fra Ingrid Bergman e Cary Grant in “Notorius – L’amante perduta”, durava due minuti e trenta secondi. Questo bacio dura sette anni e 429 pagine. Non siamo in un thriller, ma c’è un’amante perduta anche qui. Un bacio che si frammenta in quattro sequenze, raccontato attraverso un pastiche che salta dalla prosa alla poesia, mischiando dialoghi veri e immaginari, la musica di Mozart e quella di Tom Jones, spericolate operazioni di alta finanza e altrettanto spericolate geometrie sentimentali. Tra giochi di parole e deliri erotici, l’io protagonista di “S-EX” lascerà ai lettori il compito di rintracciare, nel vortice dei suoi calembours, la risposta alla domanda che Jeanette Winterson non ha mai smesso di farci: perché è la perdita la misura dell’amore?
Recensione:
Dopo diverse peripezie e improperi lanciati alle varie caselle di mail e relativi allegati, finalmente sono riuscita a leggere questo libro – roba da scriverci su un paralibro.
Partiamo subito col dire che S-Ex non è un romanzo, non nel senso puro del termine, né una raccolta di racconti né una miscellanea. È l’aprirsi di un cuore.
È l’autobiografia (mi stanno perseguitando negli ultimi tempi, avete notato?) di un amore intricato, finito male e ancora non annullato, che persiste e si rinnova con una violenza draconiana, e ciò che si legge tra queste pagine è uno sfogo sottoforma di vocaboli che attraverso vie dirette e indirette cerca di darci un’idea delle emozioni che prova l’autrice.
Se ve lo state chiedendo: no, non è la solita lagna melodrammatica autocentrata e vittimista, bensì una serie di frammenti. Frammenti di ricordi, di rimpianti, di lacrime non versate (e talvolta versate), di sensazioni, e di oggetti. Avevo già avuto occasione di leggere qualche opera della Riconda, e con un certo sollievo ho potuto notare che il suo stile nel tempo non è cambiato di molto.
Fresco, scattante, fulmineo, punteggiato di citazioni (e se non le cogliete non temete, c’è un piccolo elenco alla fine) e ricamato con la giusta dose di ironia che di tanto in tanto diventa sarcasmo, e di quelli affilati, ma sempre autoinflitto.
Uno dei commenti che mi sono gironzolati spesso in testa nel giungere alla fine è stato “Quanto coraggio ci è voluto per scrivere così apertamente di un amore?”. Perché l’amore, soprattutto quando non è felice, diventa un taglio che non si rimargina. Ho trovato questo libro ardito. Di valore apotropaico, forse liberatorio, forse voleva essere una perla di speranza, forse un modo per far sfogare un dolore latente nel tentativo di anestetizzarlo. Non è facile mettere in pubblica piazza i propri sentimenti, e lo è ancor meno prendendosi le proprie responsabilità, raccontando gli eventi dolorosi, i momenti che prima avevano accelerato la respirazione e che ora la mozzano. Non lasciatevi ingannare dal numero di pagine, perché S-Ex si legge in poco, si legge passo dopo passo, pezzo dopo pezzo, formando un puzzle che potrebbe essere il ritratto di chiunque ha vissuto un amore poi naufragato.
È tenero, grazioso, triste, inconcludente, inconcludente come la sofferenza che in un circolo vizioso ritorna a pungolare e tormentare impedendo al tempo di scorrere mentre invece le lancette vanno, e vanno ancora.
Cosa posso dire? A me è piaciuto, per l’argomento e perché scritto bene, con una struttura comoda e stillante che concede di prendersi pause per riflettere. Io lo consiglio. Se non altro perché potreste averlo scritto anche voi.