Approfitto però di pochi minuti di relax per pubblicare questa recensione che non poteva più aspettare e per augurare a tutti una felice Pasqua!
Oddio, forse il libro in questione non è proprio adatto all'occasione, ma il mio tempismo è proverbiale!
Schiava Per Vendetta di Ann Owen
| auto pubblicato | pag. 463 | € 2,99 |
Londra, 1851. Guy Spencer, quarto conte di Ashbourne, odia profondamente Jane Hartwell, la ragazza con la quale ha condiviso l’infanzia. E quando i problemi economici della famiglia Hartwell spingono Jane a chiedere il suo aiuto, Guy le propone un patto ignobile: lui salverà suo padre dalla prigione, in cambio lei diventerà la sua schiava sessuale per sei mesi.
Costretta a sottomettersi a ogni suo desiderio, in una sconvolgente alternanza di estasi e umiliazione, Jane si sente sempre più confusa.
È proprio odio quello che prova per il suo crudele padrone?E Guy, perché si sta vendicando di lei? Cos’è accaduto tra loro anni prima, da spingerlo a cercare una tale scioccante rivalsa?
Voto:
Stiamo per parlare di un romance erotico. Anzi di un romance BDSM per l'esattezza e se per caso state già pensando a 50 Sfumature di Grigio vi consiglio di togliervelo subito dalla testa.
Per farla breve...
- Se tutti gli altri libri di questo genere avrebbero fatto sbadigliare Tinto Brass questo lo farebbe arrossire.
- Se tutti gli altri libri di questo genere si potrebbero paragonare a una fiction con Garko e la Arcuri, questo meriterebbe un Donatello.
- Se tutti gli altri libri di questo genere mi sono sempre sembrati fasulli, questo è dannatamente credibile.
Sì, credibile. Per un semplice motivo. Il rapporto dominatore/sottomessa è una realtà complessa che non si può riassumere con un paio di manette di peluche rosa e per quanto non sia un'esperta del settore ho trovato tra queste pagine quello che finora nessuno aveva avuto il coraggio di raccontare. Una realtà sviscerata in ogni singola sfumatura, un amore malato, una storia capace di alternare soddisfazione e insoddisfazione, piacere e degrado e che diventa per i due protagonisti l'aria che respirano, l'acqua che li disseta, il cibo che li sfama. Tutto quello che apparentemente è condannabile per loro è giusto.
Tutto inizia per i motivi più sbagliati.
Guy Spencer, quarto conte di Ashbourne, è un uomo facile da odiare, e da quel gran bastardo che è, approfitta della caduta in miseria della sorellastra Jane per proporle un patto. Lui pagherà tutte le cambiali che pesano sulla sua famiglia, lei sarà la sua schiava per sei mesi.
Ma quello a cui sottopone Jane sarà in realtà un vero e proprio addestramento che prevede un solo fine: renderla totalmente dipendente da lui. Guy vuole svuotarla, privarla di ogni forma di dignità, e non importa quali mezzi dovrà usare, perché tanto la desidera quanto la odia.
E anche Jane lo odia. Odia tutto quelle che la costringe a fare, ma ama il ragazzo che conosceva e che sognava di sposare, quel ragazzo che la evitava in continuazione, ma che lei tormentava incessantemente. Poi tutto è cambiato. In un attimo. Jane non sa cosa spinga Guy a essere un insieme imprescindibile di crudeltà e dolcezza, ma poco alla volta si rende conto che la sua vicinanza e il gioco a cui sta prendendo parte è troppo pericoloso, la sta portando all'autodistruzione, perché per una sua parola gentile sarebbe disposta a tutto. Guy è il padrone della sua anima e a lei va bene così.
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