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Recensione "Scomparsa" di Chevy Stevens

Creato il 10 ottobre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Quando il dolore sfibra la trama di un’anima che grida in silenzio i propri tormenti. Quando il riscatto è troppo alto da pagare, e il suo sapore è tanto amaro quanto una libertà spezzata in due.
Autore: Chevy Stevens
Titolo: Scomparsa Pagine: 368 Data pubblicazione: 23/09/2011 Prezzo in libreria: € 18,60 Trama: Il giorno in cui viene rapita, Annie O’Sullivan, una giovane agente immobiliare, ha tre obiettivi da raggiungere: vendere una casa, dimenticare un recente litigio con la madre ed essere pronta in tempo per una cena romantica con il suo ragazzo. Quando arriva il suo ultimo cliente Annie s’illude per un attimo che sarà il suo giorno fortunato. Non sarà così. Sarà l’inizio di un incubo. Alternato alle sedute di psicoterapia durante le quali Annie narra il dramma della sua prigionia durata un anno, gli abusi psicologici e le violenze fisiche subiti, la dolcezza con la quale arriva a guardare il suo aguzzino, c’è il resoconto degli eventi successivi alla fuga: la lotta per riprendersi la propria identità e le indagini della polizia per scoprire chi abbia architettato il sequestro di cui è stata vittima. Ma la verità non sempre rende liberi. Pubblicato da St. Martins’ Press negli Stati Uniti, per 20 settimane nella bestseller list del New York Times e con un picco di 250.000 copie in Germania, il thriller d’esordio di Chevy Stevens è stato eletto dalla la Kirkus Reviews e dall’Associazione dei librai americani, uno dei dieci migliori thriller del 2010. I diritti di traduzione sono stati acquisiti in 23 Paesi.
RECENSIONE Chevy Stevens, autrice del thriller mozzafiato dal titolo Scomparsa, riesce con maestria innata e trascinante a dar voce ad una protagonista dai tratti indimenticabili. Sembra quasi di sentire la voce di Annie nello scorrere delle pagine mai ferme ad un punto morto della trama, ma veloci come lampi nel buio che ha avvolto l’esistenza della protagonista, inghiottendola senza più volerla restituire alla luce. Una luce che Annie, tuttavia, non cesserà mai di voler ritrovare, quasi incapace di perdere quella speranza di cui in molti, al suo posto, avrebbero dimenticato persino l’esistenza. È davvero singolare l’intero procedere del romanzo che, nonostante sia raccontato unicamente dalla protagonista, non permette al lettore di stancarsi, riuscendo a mantenere un ritmo spasmodico e senza sbavature. La presunta presenza della psicologa ,che ascolta il terribile racconto di Annie, è sempre resa presente attraverso ciò che la giovane donna dice, quasi in risposta a delle domande mute che il lettore riesce facilmente a dedurre.
Una giostra di odio e compassione, di terrore e illusione, nonché il veleno di una perdita tragicamente vissuta, ruoterà nella mente di una donna costretta ad attraversare l’inferno per riafferrare la sua vita passata, ed Annie descrive con una disarmante schiettezza ogni fiamma che ha dovuto sopportare sulla propria pelle, nella propria carne, fin dentro l’anima irrimediabilmente consunta dalle torture subite, fisiche e non.
“Ho fatto molte cose lassù in montagna, molte cose che non avrei voluto fare e molte cose di cui non mi sarei mai creduta capace. Ma quella volta? Quando mi chiedo a come abbia fatto a diventare lo zombie che sono, come abbia potuto smarrirmi così, ripenso sempre a quel momento: il momento in cui misi da parte l’anima per fare posto alla ragione”.
La mente contorta e malata del serial killer con cui Annie dovrà vivere per un anno intero, costretta a subirne le violenze sessuali, le manie irrefrenabili, gli sbalzi di umore dal finale spesso tragico, è delineata dalla penna di Chevy Stevens con sapiente drammaticità, avvicinandola in maniera incredibile ad ogni ascoltatore, e riuscendo spesso a rendere il volto di un mostro quasi umano, toccato anch’egli da un sordido destino che l’aveva (forse?) reso ciò che era diventato: un rabbioso psicopatico incapace di approcciarsi al sesso femminile senza rivedere nel viso e nel nome di ogni donna, la madre adottiva. Il limitato universo di regole a cui il Pazzo (così Annie lo chiamerà sempre nel corso del romanzo) si attiene senza alcuna speranza di eccezione, si stringe in una morsa morbosa che distruggerà la vita della vittima riducendola a quei famosi cocci di un vaso irrimediabilmente andato in frantumi. Persino dopo la liberazione, Annie risentirà inevitabilmente di ogni istante di prigionia vissuto, trascinandosi a forza all’interno di una voragine dalla quale farà di tutto per uscire, seppure costretta a ricucire tutte le ferite, anche e soprattutto le più profonde. Impensabile credere che la sua vita sarebbe potuta tornare quella di un tempo: Annie vedrà infatti scivolar via i diversi rapporti che la legavano a chi le stava accanto, fino ad una resa dei conti del tutto inaspettata e capace di dare all’intero esordio della Stevens un ancor più marcato tocco di talento inventivo e letterario.
Non solo un romanzo, bensì una storia che si avvicina con passo sicuro ad una realtà troppo spesso esistente attorno a noi tutti, e che racconta ad alta voce le paure, la solitudine, la rabbia, lo sconforto e la voglia di ricominciare di coloro i quali vengono chiamati superstiti di un martirio simile a quello vissuto dalla protagonista di Scomparsa. Se è vero che una conquista implica necessariamente una rinuncia, il caso descritto in questo eccezionale thriller ne è il perfetto esempio simbolico: perché una libertà ottenuta nel dolore, non è mai da considerarsi realmente tale, piuttosto una persistente determinazione a non perire lungo il cammino. Un laccio invisibile che lega il nostro animo allo stendardo della speranza in un futuro migliore.
“Ho letto su molti libri che siamo noi gli artefici del nostro destino; che la vita è così come noi la vediamo. Che dovremmo viaggiare con una bolla intorno alla testa piena di pensieri felici, così che possa sembrarci tutto rose e fiori. No. Mi dispiace, ma non è così. Puoi anche essere la persona più felice del mondo: le disgrazie continueranno ad accadere. Ti colpiscono e ti abbattono proprio perché sei stato così idiota da credere che fosse tutto rose e fiori”. 
L'AUTRICE:
Chevy Stevens è lo pseudonimo di Rene Unischewski. Trentasette anni, canadese, vive nell'Isola di Vancouver. Il suo secondo romanzo, il thriller Never Knowing uscirà negli Stati Uniti a luglio 2011.

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