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Recensione Sig Brainwash- L'arte di accontentare (Fedez)

Creato il 31 marzo 2013 da Strippi

Recensione Sig Brainwash- L'arte di accontentare (Fedez)
In questa domenica di pasqua accendo Spotify e decido di dedicare un oretta al nuovo fenomeno musicale del momento: il rapper Federico Leonardo Lucia in arte Fedez.
Il 25 Marzo è uscito il suo nuovo album: Sig Brainwash- l'arte di accontentare; dopo una settimana è gia disco d'oro grazie alle 30 mila copie vendute.
Essendo un essere umano ho i miei pregiudizi ancora prima di ascoltarlo e per sincerità ve li espongo: mi aspetto, come spesso succede sulla scena rap italiana, rime meritevoli ma testi completamente scollegati e non di senso compiuto, ritornelli orecchiabili, musica costruita in ottica ragazzini.
In sostanza un disco mediocre tendente al basso
Vediamo se queste - non certo lusinghiere - idee verranno confermate.
Non è un album per vecchi.
In questo caso la parola "vecchio" ha un duplice significato.
Da una parte difficilmente potrà piacere agli over 30, il linguaggio scurrile e i temi trattati risulteranno probabilmente disturbanti per chi è cresciuto ascoltando una musica che veicolava tutt'altri messaggi e con testi ripetibili anche di fronte ad un minore.
Dall'altra parte intendo anche quei fanatici "puristi" del genere, se siete dei fondamentalisti dell'"old school" e dell' "underground is the way" lasciate perdere, questo disco lo odierete dal primo all'ultimo minuto
Di palo in frasca
Una volta i cantanti all'interno del disco seguivano una precisa scelta sonora, musicalmente i vari pezzi seguivano tutti gli stessi binari almeno come macro-genere.
In questo succede esattamente l'opposto. La contaminazione è di casa e molti brani risultano piacevolmente sorprendenti proprio perché non ce li aspettiamo in un album rap.
Non tutte le contaminazioni escono con il buco (personalmente mi ha delusissimo la canzone con Elio ma forse , amando alla follia il gruppo milanese, avevo aspettative troppo alte) ma solo il fatto di aver rischiato e averci provato è sicuramente una nota al merito
Il potere dell'ironia
L'arma migliore di Fedez è l'ironia.
Probabilmente la lunga militanza nel freestyle ,dove l'applauso  lo ottiene chi lancia la "battuta" più divertente, ha influenzato la sua scrittura.
E' nei testi ironici e di sfottò che il cantante milanese da il meglio di sé ("Faccio Brutto" e "Pensavo fosse amore e invece" su tutti) sopratutto come originalità.
Sono pochi gli artisti del panorama italiano capaci di comporre testi parodistici mantenendo un filo logico e non infilando una serie di rime divertenti ma completamente scollegate tra loro, il riuscirci facendo anche buona musica è un ulteriore stelletta da apporre sul petto.
Le canzoni
Palese la scelta di puntare su ritornelli orecchiabili capaci di creare l'effetto tormentone.
"Cigno nero" - con una bravissima Francesca Michielin- è già destinata ad essere ascoltata da migliaia di ragazzi e ragazze piantate dall'amore della loro adolescenza;
"Si scrive schiavitù si legge libertà" è un altra canzone che associa ad una bella scelta musicale, un testo più che buono e  un ritornello che entra immediatamente in testa.
Come chicche che si discostano da questa scelta e potrebbero rimanere penalizzate dal passaggio radiofonico vi consiglio:
Sembra semplice, un featuring con J Ax dal ritmo lento e avvolgente e poi c'è J Ax;
Santa Madonna, featuring con i Punkreas e ho già detto tutto, ritmo punkeggiante e testo meritevole;
Presa bene (ogni tanto), un  pezzo di cui ho particolarmente amato il testo e il riff. Piacevole sorpresa
In sintesi
Parliamoci chiaro, non siamo di fronte ad una pietra miliare del genere, fra qualche anno solo i fan si ricorderanno di questo album ma....
Ma le canzoni piacevoli sono la maggior parte (e non è una cosa così scontata) compresa qualche chicca
I testi sono complessivamente buoni, non siamo di fronte all'effetto "belle rime buttate su una base così a random", l'eccessivo uso di parolacce e di trivialità può far storcere il naso a qualcuno - e ogni tanto sono un pò forzate-  ma visto il pubblico a cui si rivolge è sicuramente una scelta vincente.
Lo ammetto: sono fortemente convinto che l'unico disco che vale i soldi che costa è quello gratis. Ma se abbandono per un attimo questa rigidità mentale devo dire che il cd vale la pena di essere comprato, almeno per chi apprezza il genere musicale.
Insomma, se non si era ancora capito, l'album mi è - sorprendentemente- piaciuto e i miei pregiudizi sono andati mestamente a farsi benedire. Adoro quando scopro di essermi sbagliato

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