RECENSIONE Dopo quattro anni dal suo ultimo romanzo (Crime) Irvine Welsh torna alle origini e riporta nelle librerie di tutto il mondo i ragazzi terribili di Trainspotting. Renton, Sick Boy, Begbie e Spud tornano a essere protagonisti con Skagboys, attesissimo prequel dell'esordio letterario di Welsh (diventato celeberrimo anche grazie al bellissimo adattamento cinematografico diretto da Danny Boyle).
Come consueto lo scrittore scozzese punta su uno stile crudo e diretto che colpisce il lettore come un pugno nello stomaco. Leggere un libro di Welsh non è un'esperienza semplice: le parti in prima persona sono sproloqui ossessivi e ossessionati, il tema della tossicodipendenza autodistruttiva è pesante da digerire e il percorso dei protagonisti è tutt'altro che esemplare. Nonostante questo, tuttavia, Welsh riesce ad affascinare il lettore con il realismo e la mancanza di qualsiasi giudizio o moralismo. Così come Trainspotting, Skagboys non è un manifesto a favore della droga, né una condanna ai tossicodipendenti. Skagboys è una finestra temporale che mostra la situazione della Gran Bretagna nella metà degli anni '80, lo spaccato di una generazione disillusa, annoiata e senza speranza che si rifugia dentro una siringa e si trasforma nel veleno da spararsi in vena. Perché il "cattivo" di questa storia non è rappresentato dall'eroina ma dai protagonisti stessi. Ogni personaggio combatte contro se stesso e la droga è solo un’arma per cercare la distruzione.
Oltre a riprendere tutto questo, già perfettamente trattato in Trainspotting, nel nuovo romanzo Welsh offre anche una panoramica della situazione politica inglese e crea un geniale parallelo tra la diffusione dell'eroina e quello di una malattia che colpisce gli alberi di Edimburgo. Mentre le istituzioni e i ben pensanti cercano di debellare la minaccia che affligge le piante, il pericolo della droga viene sottovalutato, trascurato. Tutti si preoccupano che le piante marciscono, ma nessuno si accorge che lo stesso destino è condiviso da un'intera generazione di giovani.
Skagboys è rabbioso, delicato, divertente e commovente. Un'opera di grande letteratura che ha tuttavia il difetto di essere troppo lunga. Il romanzo non ha una vera e propria trama, si limita a mostrare un periodo della vita dei protagonisti. Una scelta perfetta se si vuole dar spazio ai personaggi, ma che non riesce a mantenere viva l'attenzione del lettore per tutte le 618 pagine. Si sente la mancanza di una storia di fondo, di un intreccio che vada oltre la semplice vita dei ragazzi e il finale è di conseguenza deludente, perfino un po' noioso.
Se avete letto Trainspotting (e magari anche Porno, suo sequel), sarete contenti di ritrovare i terribili ragazzi di Leith e anche incuriositi di conoscere come questi siano finiti nel baratro della tossicodipendenza. Se invece non sapete chi siano Renton, Sick Boy, Begbie e Spud, beh allora è decisamente meglio partire con il primo libro, un capolavoro che anche lo stesso Welsh difficilmente potrà mai eguagliare.