Di recente ho guardato il film "Skyfall", l'ennesimo capitolo della saga di 007 ancora una volta interpretato (magistralmente) dall'algido Daniel Craig.
Il film, accompagnato musicalmente dalla brava Adele, è la storia dell'ultima missione di Bond in Turchia dove si reca per recuperare un hard-disk contenente i dati di tutti gli 007 della Nato. Il disco è finito in mano ad un terrorista e Bond, nell'inseguirlo, rimane vittima del fuoco amico. Colpito al petto, precipita in un fiume sottostante e poi in una profonda pozza d'acqua.
Lo si crede morto e lui coltiva quest'idea nei suoi superiori, forse per cambiare vita. Quando, però, l'MI6 rimane vittima di un'attacco terrostistico dell'ex spia Raoul Silva (Javier Bardem), Bond decide di tornare in servizio...presentandosi direttamente a casa del suo Capo, M (Judie Dench). Gl viene prescritto di fare delle visite di controllo (che non superrà) prima di tornare in servizio, cosa che puntualmente avviene. Bond, quindi, si reca in Scozia, nella casa dei genitori, portandosi dietro M...l'obiettivo della follia omicida di Raoul e gli tende una treappola: alla fine, in uno scontro tra i 2, sarà Bond - per un soffio - ad avere la meglio...a costo - però - della vita di M.
Il film mi è piaciuto per diversi motivi. A parte la qualità delle immagini, straordinaria...la serie di Bond interpretata da Craig si distingue dalle altre per l'accento un po' gotico ed introspettivo della medesima. In questo capitolo, assistiamo alla spiegazione del perchè Bond non si è mai innamorato e legato sul serio ad una donna (tranne nel caso dello 007 interpretato da George Lazenby). Bond, infatti, ha perso i genitori da piccolo ed è diventato un orfano: un trauma che non ha mai superato. Proprio per evitare legami e routine, James è entrato nei servizi segreti di sua Maestà: qui non si legherà a nessuno, non vedrà le stesse facce, non amerà mai la stressa donna. Possibilmente morirà e la cosa probabilmente non gli sarebbe neanche dispiaciuta: Bond ha un profondo male nell'anima più che nelle tante cicatrici che affastellano il suo corpo. Occorreva un reboot, un riavvio della sua vita, per rinascere ed è ciò che accade in Skyfall. Qui Bond muore e finisce all'inferno: nel video che accompagna il suo ferimento, le immagini sono eloquenti. La sua sagoma, nera, precipita nel profondo di un abisso senza fine alla fine del quale troverà un cimitero con tante bare e croci formate dai pugnali dei suoi nemici. Proseguendo in questo inferno, Bond - dal cui petto esce del rosso sangue - si troverà in una casa o chiesa particolare. Qui qualcosa accade. E lui torna alla vita.
Un altro passaggio di questo film che mi ha colpito è stato il confronto serrato, dall'inizio alla fine, con Raoul: James ha sempre avuto nemici pericolosi ma la sua nemesi aveva qualcosa di demoniaco (quasi come Moriarty con Sherlock Holmes): nonostante Raoul venisse incatenato, catturato, blindato, ferito a morte...non cessava di vivere...non si fermava. Più che un nemico, il suo avversario era la personificazione di tutto quel male interiore che Bond aveva accumulato e solo quando quest'ultimo avrà fatto i conti con se stesso e avrà stipulato un armistizio con il suo passato e con le sue ferite...riuscirà a vincere il suo nemico, in uno scontro che avverà in una brughiera dai colori e dai toni alquanto gotici.
Alla fine del film, Bond...torna a Londra..guarda il sole all'orizzonte mentre rende il suo saluto a M: lo sguardo è più leggero. Un accenno di sorriso compare agli angoli del suo volto. E' (ri)nato... Un po' meno super-eroe...un po'più essere umano.
Marquis