Recensione "Sogni tra i fiori" di Mariagrazia Buonauro
Pubblicato da Tecla Malizia Care lettrici e cari lettori,ecco a voi un romanzo di esordio che non ci ha particolarmente entusiasmato nonostante le potenzialità stilistiche dell'autrice.
Titolo: Sogni tra i fiori
Autore: Buonauro Mariagrazia Prezzo: € 13,00
Dati: 2010, 128 p., rilegato
Editore: CSA TRAMA: Laura, insegnante e scrittrice, esce da una storia d’amore con un uomo sposato. E’ disillusa e ferita ma sull’aereo che la porterà a New York conosce Sergio, aitante insegnante di filosofia, anch’egli napoletano come la protagonista. Tra i due nasce un amore che si trasformerà in una relazione solida culminata nel matrimonio. Tutto procederà come in un bellissimo sogno fino a che Laura scoprirà che lui le ha taciuto una importante verità che riguarda il suo passato. Sergio ha un figlio, avuto da una precedente relazione. Laura cade in depressione, pensa che il suo idillio sia finito ma un incidente automobilistico, in cui è coinvolta la donna, si rivela galeotto nel far riavvicinare la coppia. Sergio e Laura si giurano, ancora una volta, reciproco amore. La nascita di una figlia e il ricongiungimento col figlio di lui dipingeranno quel quadretto idilliaco tanto agognato da Laura.
RECENSIONE
La storia è narrata dall’autrice in forma di flashback. Laura, bionda insegnante come l’autrice, è ormai sposata con Sergio e si abbandona al ricordo degli ultimi cinque anni, durante i quali ha interrotto una relazione con un uomo sposato.
“Non accettavo più di essere l’altra, l’amante trasgressiva. Il mio amor proprio ne usciva a pezzi. Dovevo dare un taglio a quella relazione […]. Ne andava della mia vita”.Subito dopo un breve prologo, il libro inizia con la decisione della protagonista di lasciare un Antonio che sembra ormai già una comparsa, liquidato con dialoghi scarni che, pur con una prosa piacevole e tecnicamente corretta, affievoliscono il pathos di una situazione sentimentale potenzialmente complessa come quella dell’amante: “Allora?” chiede Antonio, seduto “in quel bar del centro” dove si erano dati appuntamento. “Tra noi è finita; non chiamarmi più. Avrei dovuto lasciarti il giorno in cui ti sei sposato.” Dice Laura senza esclamativi mentre il maschio, sciatto, risponde: “perché hai un altro?”. E così via, tra una parolaccia e l’altra, i due amanti si lasciano.
Laura scappa dal bar, fuori piove una pioggia ostile. A casa della zia Agata, la donna trova rifugio in una tazza di caffè, entusiasmandosi inaspettatamente alla vista di un quadro che le evoca una riflessione la cui opinabile profondità non aggiunge molto: “La nostra vita è un’accozzaglia di eventi, che si susseguono a caso l’uno dopo l’altro, oppure è l’opera di un progetto divino che scopriamo giorno dopo giorno, in orizzonti che si aprono dentro e fuori di noi, con stupore e meraviglia quasi infantili?”. Questo genere di citazioni si ritrovano più volte nel libro, forse offuscando la spontaneità della protagonista, come quando, più tardi, addolorata per la morte della madre si abbandona a pensare:”In un mondo arido, dove predomina il relativismo religioso, il Cristianesimo può venirmi incontro, con la speranza nella resurrezione. L’anima è immortale e sopravviverà alla morte del corpo. I buoni, i giusti, in Paradiso si allieteranno della visione di Dio; oppure è la fede nella reincarnazione che mi libererà dall’angoscia. […].”.
Nel libro c’è anche un intermezzo magico-esoterico. Laura ha sempre amato i libri, il loro profumo, le storie avvincenti racchiuse in essi. Coltiva addirittura il sogno di diventare scrittrice. Nella libreria gestita dalla madre, anni addietro, scopre un libro intitolato: Amore e Magia. Leggendo le prime righe si imbatte in una specie di profezia: "Chi leggerà questo romanzo sarà sfortunato in amore… la mala sorte non durerà tutta la vita se saprà perdonare.” Più tardi una zingara, che Laura squadra con sufficienza ma di cui poi rimane affascinata, le svela parte del suo passato e del suo futuro con un nuovo amore. Ancora più avanti nel libro, dopo la morte della madre, l’apparizione di una strana “donnina dei lumini” al cimitero la sconvolge perché la donna le dice che sua madre sta benissimo. Il ricordo di una fattucchiera a cui Laura si era rivolta per conoscere il suo futuro con Antonio chiude il quadretto storcendo l’impressione che ci eravamo fatte della protagonista.
Ma andiamo avanti. Dopo aver lasciato Antonio, la donna si concede un viaggio a New York. Anche in questo caso l’autrice perde un’occasione di approfondire la descrizione della città, facendola “sentire” al lettore: sembra quasi che ci sia fretta di arrivare al dunque. Durante il volo conosce Sergio e prima di atterrare i due sono praticamente innamorati, tanto che, in una storia che non si vede crescere né tantomeno ci appare come un colpo di fulmine, poco tempo dopo essere tornati da New York i due si incontrano per caso a Napoli, vanno a pranzo insieme, lui le prende la mano e le sussurra: “Sei la donna che aspetto da tanto tempo, da una vita”. Situazione davvero poco credibile.
Morale: dopo poco i due si sposano. Ed ecco arrivare il colpo di scena: Laura scopre che Sergio ha avuto, prima del matrimonio con lei, un figlio da un’altra donna. La scoperta la turba, il rapporto si incrina e i due si lasciano, ma si ritrovano in un rinnovato anelito di amore. Stiamo ancora aspettando la passione.
La narrazione, tutto sommato piacevole, perde di continuità in alcuni momenti. L’autrice è molto concentrata sulla vita di Laura ma rinuncia ad alcune occasioni di approfondimento quando descrive con termini sprezzanti i sobborghi di Napoli (“Il megacomplesso, un piccolo Bronx italiano era sovraffollato, zeppo delle lagne dei bambini, delle bestemmie di gente frustrata e di vecchi che morivano di noia), oppure i suoi alunni (“Erano arrivate le vacanze di Natale. […] Zero impegni, niente compiti da correggere, alunni fuori dai piedi e alla larga dai più asini e dalla loro infingardaggine”). Non che ci si aspetti un romanzo di formazione ma, dal curriculum da insegnante della stessa autrice, forse il lettore potrebbe aspettarsi un maggior rimando alla gioiosità napoletana piuttosto che al disagio sociale, soprattutto giovanile, che caratterizza i sobborghi della città che potrebbero essere descritti con toni meno sprezzanti.
Insomma, se l’autrice mostra buone capacità nella descrizione delle ambientazioni paesaggistiche, le note a piè di pagina, esplicative di termini come kitsch, freak e dandy, sono poco opportune e quasi offensive per l’intelligenza e la cultura anche di un lettore medio.
L'AUTRICE: Mariagrazia Buonauro è nata e risiede a Marigliano, in provincia di Napoli. Laureata con lode, a ventisette anni è entrata nel mondo della scuola ove ha insegnato Italiano e Latino, Filosofia e Storia. Adesso è docente di materie letterarie presso il Liceo “ S. Cantone” di Pomigliano D'Arco ( NA). “Sogni tra i fiori” è il suo primo romanzo pubblicato.